Basso Profilo. Favori e incarichi: altre ombre su Franco Talarico

C’è l’imprenditore pronto ad assumere chiunque gli venga segnalato, il professionista che vorrebbe un posto in un organismo della Regione e c’è anche il parroco che “spiana” la strada al nipote dalla laurea al posto di lavoro. Tutti avevano come punto di riferimento l’assessore regionale al Bilancio Franco Talarico. Messaggi e chat rinvenute nel suo telefonino sono state adesso depositate dai pm della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo e Veronica Calcagno nell’udienza preliminare appena iniziata e scaturita dall’inchiesta Basso profilo in cui l’esponente dell’Udc è sotto accusa per associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose e scambio elettorale.

Caccia alle poltrone

Subito dopo la nomina ad assessore al Bilancio della Regione Franco Talarico inizia a ricevere richieste dai suoi “grandi” elettori. C’è per esempio un professionista della provincia reggina che dopo essersi speso in campagna elettorale prova a passare all’incasso: «Vedi che ho un curriculum – scrive a Talarico – per fare garante regionale per l’infanzia… Pensaci». L’assessore risponde: «Rientriamo alla grande». Il pressing sull’assessore si interromperà solo dopo la prematura scomparsa della governatrice Jole Santelli. Qualche giorno dopo il tragico evento infatti il professionista mandava un sms a Talarico: «Franco ovviamente il garante infanzia rinviato a prossima legislatura?». E l’assessore confermava: «Si non si farà». Più o meno nello stesso periodo c’è un professore universitario che garbatamente dà la sua «disponibilità» a essere nominato presidente dell’Organismo interno di valutazione della Regione. Della vicenda viene interessato anche il leader nazionale del partito Lorenzo Cesa e Talarico chiosa: «Nei prossimi giorni si decide.. speriamo bene>. Poche settimane dopo però Talarico verrà posto ai domiciliari.

Tutti assunti

A scrivere a Talarico è anche un imprenditore della grande distribuzione che, annotano gli inquirenti, “ha seguito la campagna elettorale di Talarico nel Reggino”. Finito l’impegno elettorale, l’imprenditore “propone posti di lavoro per soggetti segnalati da Talarico o comunque vicini ad altri politici di interesse nel Cosentino”. “Mandami quel nominativo per farlo lavorare”, scrive l’imprenditore. L’assessore manda il nominativo e poi cancella. Ci sono altre conversazioni di questo tenore. In una sempre lo stesso imprenditore scrive: “Mettiti in contatto con qualche consigliere regionale di Cosenza amico tuo… così gli assumo persone nella zona di Cosenza e provincia”. E ancora: “Ciao Franco, ho molti dipendenti nella tua zona… mandami il facsimile del candidato che ti interessa…”.

La richiesta del don (prete)

Spicca il rapporto tra il politico e un prelato di Lamezia. Sul telefonino dell’assessore gli inquirenti hanno trovato decine di chat con il parroco ritenuto da Talarico “una persona importante alla quale il politico non vuole dire mai di no, assecondando ogni sua necessità per parenti e amici”. La prima richiesta del prelato riguarda alcuni esami che il nipote deve sostenere nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Sul telefonino di Talarico arrivano messaggi con materia, data dell’esame e docente da contattare. Le cose sembrano andare per il verso giusto tanto che il nipote del prete riesce a conseguire la laurea. Ma l’impegno di Talarico non si sarebbe fermato. Le chat infatti proseguono e questa volta per un concorso indetto dal Miur in Piemonte. Talarico viene aggiornato sulla composizione della commissione, fino all’esito finale: “Andata super bene”.

Sistemato un nipote, le pressioni del parroco si sarebbero riversate sull’altro. In questo caso il posto da conquistare era in una filiale di una banca. E anche per questa vicenda la “sponsorizzazione” si sarebbe conclusa positivamente.