Belvedere, i dipendenti della Tirrenia Hospital strapazzano don Magorno e compari

Comunicato dei dipendenti di Tirrenia Hospital a seguito della pubblicazione dell’articolo su Iacchite’ (http://www.iacchite.blog/belvedere-chi-ce-dietro-linfermiera-positiva-alla-tirrenia-hospital-indaga-la-procura-di-paola/).

Lunedì 30 marzo 2020 un’infermiera della clinica Tirrenia Hospital è risultata essere positiva al covid-19. Tutti i tamponi effettuati, su tutto il personale sanitario del reparto medicina, sono risultati negativi. La Tirrenia Hospital, ad oggi, sta continuando ad effettuare tamponi su tutti i pazienti in entrata e a tutti i restanti dipendenti.

Quello che è successo nei giorni a seguire questa data ha dell’inverosimile e surreale. Nonostante la struttura abbia seguito i protocolli alla lettera, si è andati alla ricerca di fantasmi e scheletri che non sono mai stati ricercati quando ad infettarsi sono stati sanitari di altre strutture, ad esempio Cetraro. Allora perché qualche sindaco si è preso il lusso di insinuare che a Belvedere i protocolli non siano stati eseguiti a norma?

È stato più comodo, per qualcuno, far diventare prove gli audi whatsapp, registrati da chissà chi, pettegolezzi di piazza e non voci ufficiali invece di dare credibilità a noi che lavoriamo notte e giorno nella struttura?
Noi ci siamo dentro e sappiamo quello che è successo. Sappiamo che la struttura da quando c’è l’emergenza covid-19 ha attivato, immediatamente, tutte le precauzioni del caso fornendo DPI (dispositivi di protezione) per tutti i dipendenti e responsabilizzando tutti gli operatori sanitari a rispettare i protocolli ufficiali.

Sappiamo che non appena è stato accertato il caso positivo, tutti noi dipendenti abbiamo effettuato un lavoro massacrante e velocissimo, attenti a non commettere errori, a disinfettare il reparto medicina, due volte, ed ovunque la dipendente contagiata abbia messo piede, sanificando ogni ambiente.

La struttura, grazie al pronto intervento del dott. Crispino, ha messo a disposizione dei dipendenti, operanti in quel momento, il test rapido del sangue e, per la prima volta nella storia della clinica, non ci siamo sentiti soli nel momento del bisogno.
La nuova proprietà ha messo i tutti i dipendenti, medici, infermieri, oss, inservienti fino all’ultimo lavoratore in condizioni di sicurezza privilegiando la nostra salute e la nostra dignità al profitto.

Nonostante tutto ciò, c’è qualcuno a cui dà fastidio questa situazione, dà fastidio che veniamo pagati puntualmente tutti i mesi, che non rischiamo più il posto di lavoro, che non dobbiamo più elemosinare favori al politico o ad altri poteri, ben conosciuti sul territorio, il nostro diritto a lavorare onestamente.

Ed allora se la casa di cura Tricarico da sempre ha costituito un punto d’eccellenza della sanità calabrese, ora che anche dal punto di vista gestiónale si è avviata alla normalità con una organizzazione rispettosa dei diritti dei lavoratori e libera da lacci e legami politici e clientelari, bisogna fermarla creando tutta una serie di falsità e bugie per riaprire l’ennesima “telenovela” sulla struttura.

Abbiamo visto sindaci ritenere che lo tsumani, che sta travolgendo il mondo intero, non potesse toccare le loro comunità. Comuni, a distanza di chilometri da Belvedere, pretendere conoscenza di eventuali presenze di loro concittadini nella struttura nelle ultime settimane per metterli in quarantena su pressione di qualcuno che conosce fin troppo bene certe dinamiche.

Sindaci che hanno bloccato dipendenti della clinica, in vari comuni, a rimanere a casa con provvedimenti di quarantena obbligatoria senza senso, per mettere in difficoltà i reparti e far collassare la clinica e costringendo, allo stesso tempo, i sanitari rimasti a sorbirsi doppi e tripli turni per far sì che la clinica non collassasse.

Siamo sempre stati in prima linea e in un batter d’occhio dall’essere eroi siamo diventati gli untori, questi sindaci ci hanno trasformato in appestati. Da decenni siamo dipendenti che hanno salvato e curato vite umane e non solo non meritiamo questo trattamento ma non permettiamo più a nessuno di metterci i piedi in testa e di umiliarci e farci sentire additati come se fossimo degli untori, siamo stati rifiutati da esercizi commerciali, ridicolizzati sui social network.

Sindaci, opinionisti, politici, perditempo, giornalisti prezzolati, amici degli amici, non si prendessero più il lusso di offendere la nostra dignità e il nostro “pane quotidiano”!!! Se per voi il modo di guadagnare qualche centesimo di euro o qualche voto in più è questo noi vi diciamo che “non ci stiamo più” perché noi “sudiamo” e la vostra cattiveria, il vostro egoismo e la vendetta verso la struttura e noi stessi, verrà ripagata con il nostro coraggio di dirvi in faccia quanto siete spregevoli come persone e confrontarci in sedi dovute.
Ringraziamo tutti coloro i quali ci sono stati vicino in questo momento difficile.

Rosa Fico in rappresentanza dei dipendenti di Tirrenia Hospital