di Pietro Mancini
Malgoverno, disoccupazione, primo parlamentare in cella con l’accusa di far parte della cupola della ‘ndrangheta. La Calabria, sabato sera, non ha archiviato i suoi tanti problemi e drammi. Ma, per qualche ora, li ha messi da parte, festeggiando il primo big-match del Crotone, neo promosso, per la prima volta, in serie A.
20 mila spettatori, nello stadio Gigi Marulla di Cosenza, hanno applaudito i giocatori del club jonico-guidato da due abili imprenditori, i fratelli Vrenna– opposti ai vicecampioni d’Europa dell’Atletico di Madrid del “Cholo” Simeone.
Insomma, il calcio di alto livello non colpo di spugna per cancellare il gap tra la Calabria, il Sud e il resto del Paese. Ma come forte spinta ad avanzare nello sport, nel turismo, nelle poche imprese, per far diventare quello del Mezzogiorno un problema nazionale.
E, nel pallone, il portabandiera della Calabria, giovane e non cupa, perdente e sottomessa, è Domenico Berardi, il centravanti del Sassuolo, il club presieduto dall’ex Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
Calabrese-cosentino di Cariati (luogo di nascita), Bocchigliero (effettiva provenienza) e Mirto (prima squadra con la quale ha giocato), l’attaccante ha opposto un cortese ma fermo rifiuto alla proposta di trasferimento alla “galattica” Juventus.
Meglio titolare fisso, nel Sassuolo, con un bravo tecnico, Di Francesco, che lo stima, che panchinaro con i bianconeri. E, dunque, “niet” anche alla sontuosa offerta dell’Inter : 50 milioni di euro (tra il cartellino, 25, e l’ingaggio quadriennale, da 2,5 mln netti a stagione).
A Squinzi, che stravede per Domenico ma ha il Milan nel cuore, il giovane bomber ha provocato un’amarezza, proprio nel giorno più trionfale per la punta, allora diciannovenne, il 12 gennaio del 2014 : 4 goal alla squadra di Berlusconi, che esonerò Max Allegri, dopo aver subito la batosta, firmata Berardi che, dopo Silvio Piola, è il più giovane ad aver segnato un poker nella stessa partita di serie A.
E adesso il ragazzo di Calabria è il protagonista del sogno estivo dei tifosi emiliani : centrare un traguardo storico, la qualificazione all’Europa League, che i milanisti vedranno in TV.
Un messaggio positivo quello che Berardi trasmette ai tanti giovani calabresi, sinora meno fortunati : impegnatevi, non arrendetevi, non ritenetevi condannati, per sempre, a ruoli marginali, nello sport, nello studio, nel lavoro.
Talvolta, anche i figli dell’aspra e tormentata Calabria ce la fanno a raggiungere obiettivi prestigiosi.
E, con dignità , senza tenere il cappello in mano, preferiscono sentirsi protagonisti in una piccola, ma ormai stabile, e positiva, realtà del calcio professionistico che rassegnarsi a ruoli di comprimari nella mega-Juventus dei primati e dei top-player.