(Fabrizio Roncone – il Corriere della Sera – Sette) – Notizie di Pier Ferdinando Casini? «A me segnalano un lungo colloquio tra lui ed Enrico Letta». «Forse ha incontrato Giuseppe Conte». «Un mio amico dice di averlo visto con Renzi». «Vabbè, certo: è Matteo che vuole portarlo al Quirinale…».
Ecco, appunto: poiché è li che Casini intende andare ad abitare per i prossimi sette anni, intanto, è sparito. Sott’acqua. Un palombaro. Perché é cosi che si fa. La regola, del resto, è la stessa che vale in Santa Sede: chi entra in Conclave da Papa, esce di sicuro vestito da cardinale. Per questo Casini cerca di farsi dimenticare. Solo che é un po’ difficile.
Uomo delle istituzioni (fu già presidente della Camera), seduttore innato, resta soprattutto un democristiano ancora stupendamente ambizioso e furbissimo (da qui, il leggendario soprannome di Pierfurby). Certo é abbastanza complicato pensare che sia stata una furbata mettersi nelle mani di Renzi: un po’ perché é il genere di persona che cambia idea freneticamente, un po’ perché bisognerà vedere se i suoi controversi e frequenti viaggi d’affari all’estero – Arabia Saudita, Russia: tutti Paesi ad alto tasso di democrazia – coincideranno con i giorni in cui si voterà per il nuovo Capo dello Stato.
Però il senatore Casini, non dimentichiamolo, fu assistente di Arnaldo Forlani, un democristiano di sguardo mite e tremenda astuzia, noto anche come Coniglio Mannaro (copyright, Giampaolo Pansa): il primo ad essere consapevole di quanto, in ogni caso, la sponsorizzazione del solo Renzi sia insufficiente, e quindi lui, Pierfurby.
Che, per questo, da laggiù, dagli abissi della politica dove è andato a nascondersi, continua a mantenere vivi i contatti con chi, in superficie, è gi° al lavoro per stringere alleanze. Gira voce che lo Zio Silvio, il quale invece al Quirinale ambisce senza veli, abbia sentenziato: «Casini? Escluso. E’ uno che tradisce».
In realtà, a 66 anni, Casini è soltanto uno che arriva dall’aldilà della Prima Repubblica. E, in questa Seconda, ha già appoggiato i governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Draghi. Sempre attraversando il Transatlantico con il suo severo abito blu. Stringendo mani, accarezzando, dispensando sorrisi benevoli. Proprio come fa chi studia per diventare presidente della Repubblica (chiaro che, se poi succede, di chiamarlo Pierfurby ce lo scordiamo).