La clamorosa denuncia sulla frode per il “bonus facciate” nel Reggino, che ha portato al sequestro di oltre 52 milioni di euro e all’iscrizione di 31 persone nel registro degli indagati con l’accusa – tra l’altro – di riciclaggio e autoriciclaggio, è partita da Roccella Jonica.
La denuncia è stata presentata da diversi e onesti cittadini del posto (ignari della megatruffa in atto del valore di alcuni milioni di euro) proprietari di abitazioni situate in uno degli storici e grandi complessi condominiali della cittadina costiera della Locride ossia quello ubicato in pieno centro, lungo la via Cappelleri.
I cittadini si sono rivolti alle Fiamme Gialle del Gruppo di Locri dopo aver notato, all’interno del propri cassetti fiscali, la presenza di crediti di imposta connessi ad agevolazioni finalizzate a interventi di recupero edilizio, da loro mai richiesti, né tantomeno realizzati e neppure iniziati. I citati crediti sono risultati ceduti a imprese con sede a Roma e San Cesareo, sempre vicino Roma.
Gli accertamenti ancora più allargati in provincia di Reggio Calabria e in altre aree del CentroSud, secondo la Guardia di Finanza, hanno consentito di appurare che le 4 imprese “prime cessionarie”, tutte amministrate dallo stesso soggetto attualmente indagato, risultavano avere accettato cessioni di crediti inesistenti, per un ammontare di oltre 52 milioni di euro, da parte di 160 “cedenti ignari” Le 4 società “prime cessionarie” hanno provveduto a monetizzare parte del predetto credito cedendo la restante parte ad altre 33 società “seconde cessionarie” con sedi ricadenti su tutto il territorio nazionale che hanno proceduto a loro volta a monetizzare parte dei crediti.