Brogli elettorali. “Reggio come Latina”: la Lega chiede l’annullamento delle elezioni

Vorrei che il caso dei brogli elettorali alle comunali di Reggio Calabria venissero giudicati dal Tar del Lazio“: con questa battuta, il segretario provinciale della Lega reggina, Franco Recupero, commenta a StrettoWeb il caso Latina, dove il Tar laziale ha annullato il risultato delle elezioni comunali del 2021 per anomalie riscontrate nei verbali dei seggi: i giudici amministrativi del Lazio, infatti, hanno accolto un ricorso presentato da tre consiglieri non eletti e basato su incongruenze riscontrate nei verbali approvati dai presidenti di seggio. Complessivamente sono stati annullati i risultati di 33 sezioni sulle 116 complessive, un terzo del totale. Con questa decisione, è decaduto il Sindaco del Partito Democratico Damiano Coletta e si dovrà ripetere il voto nelle 33 sezioni coinvolte.

Il caso di Latina ricorda molto da vicino quello di Reggio Calabria, dove le irregolarità sono state documentate persino dalla Procura che ha arrestato un presidente di seggio con l’accusa di essere “complice” dell’allora capogruppo del Partito Democratico, Antonino Castorina, anche lui colpito da misura cautelare ma oggi rientrato in consiglio comunale come se niente fosse. A Reggio Calabria, nonostante le irregolarità (per il Pd votarono persino i morti!), tutto è rimasto come prima a differenza di Latina.

Eppure il caso di Latina ha suscitato l’interesse dei deputati della Lega, che hanno chiesto un intervento immediato del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Quanto accaduto nel capoluogo pontino ha dell’incredibile, è urgente che venga fatta piena luce sulla dinamica di una elezione che, sin dal primo momento, ci ha lasciato perplessi” hanno affermato i deputati del partito di Matteo Salvini. Ancora più duro il coordinatore regionale laziale di Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini: “Gravissime violazioni hanno inciso sull’esito del voto: nella sentenza si leggono preoccupanti motivazioni come la prassi della scheda ballerina, utilizzata dalla criminalità organizzata per condizionare e controllare il voto, dando una scheda già compilata all’elettore. Autorevoli esponenti del Partito democratico, come il coordinatore regionale del Lazio, ha portato la sua solidarietà al sindaco decaduto per queste gravi irregolarità: è chiaro come l’avversione al voto diventi anche avversione ai controlli sul voto, ma tutto questo è molto grave“. Per questi motivi anche Fratelli d’Italia ha chiesto a Lamorgese “di venire urgentemente a riferire in Aula“.

Per Reggio Calabria, invece, nulla si muove. Con l’unica eccezione di Nicola Malaspina, neanche i consiglieri comunali di opposizione hanno dato seguito agli annunci di dimissioni per protestare a seguito di uno degli episodi più tristi e bassi dell’intera storia politica della città.