Bruno Vespa, è morta pure la vergogna…

dalla pagina FB di Lorenzo Tosa, giornalista e scrittore 

Ieri sera su Rai Uno sono andati in onda i cinque minuti più imbarazzanti, goffi e disinformativi della storia della televisione pubblica, durante cui Bruno Vespa è riuscito nell’impresa impossibile di negare l’esistenza stessa dei dazi e dei loro effetti catastrofici.
Facendosi, per altro, smentire brutalmente tre volte su tre dai suoi stessi ospiti.
“Per il consumatore italiano non cambia niente, perché i dazi sono un’altra cosa” esordisce Vespa.
Quando, però, chiede conferma a Federico Visentin, Presidente di Federmeccanica, il suo ospite lo stronca su tutta la linea.
“Ma cambia eccome. Quello ieri ha fatto il suo show davanti a tutto il mondo…”
Basterebbe questo per chiudere.
Ma Vespa non si accontenta. Insiste che, almeno nel medicale, i dazi non incideranno.
E anche lì viene categoricamente smentito da Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria: “Con i farmaci si scherza con il fuoco. Nessuno vuole i dazi!”
Infine ci prova con l’alimentare, sostenendo che “sul parmigiano per i consumatori cambierà poco”.

Ma – che ci crediate o meno – viene sconfessato pure dall’amico e presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
“È vero parzialmente. Diciamo che prima lo comprava un pubblico medio alto-spendente, ora solo l’alto-spendente”.
Alla fine Vespa è costretto a chiudere nell’imbarazzo generale.
Ormai è più meloniano della Meloni.
Più trumpiano di Trump.
Per fortuna c’è ancora qualcuno in questo Paese che rimette i puntini sulle i.
Questo non è servizio pubblico. E nemmeno giornalismo.
Questo è negazionismo puro.
Questa è la peggiore propaganda di partito e di governo pagata con soldi pubblici.
Cioè da tutti noi.
È morta pure la vergogna.