Sono passati tre giorni dalla vile aggressione subita dal nostro cronista Michele Santagata, e sul fronte giudiziario nulla trapela perché gli investigatori che indagano sull’accaduto hanno posto il segreto istruttorio. E questo perché l’aggressione si configura “di stampo mafioso” per cui gli atti sono finti dritti alla Dda di Catanzaro.
Da quello che ci risulta, dalle nostre investigazioni e dalla diretta testimonianza di Santagata, i due aggressori risultano “immortalati” dalle telecamere di alcuni esercizi commerciali poste nella zona dell’aggressione, che hanno ripreso nitidamente i due sul luogo dell’agguato, riconosciuti anche dal Santagata in sede di denuncia. L’auto usata dai due per l’agguato risulta intesta ad una signora di Casali del Manco, lo stesso paese dove risiede uno dei due aggressori. Dunque gli investigatori sono già a conoscenza dell’identità degli aggressori. Infatti gli uomini della mobile, diretti dal dottor Catalano, sono al lavoro per chiudere il cerchio attorno ai due e attraverso loro arrivare ai mandanti. Le indagini proseguono a ritmo serrato e pare che questa volta non ci sia spazio per insabbiamenti o depistaggi, la serietà del capo della Mobile e degli uomini che con lui lavorano è la garanzia che chi ha commesso il vile agguato ne pagherà le conseguenze.
Sul piano politico, invece, 5 parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno presentato una interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, per chiedere di garantire al meglio l’incolumità e la sicurezza del cronista, ma anche quali notizie abbia acquisito sulla matrice dell’episodio, che conferma l’intolleranza diffusa verso il diritto di cronaca e di critica nel nostro territorio. Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi.