Calabria 2019, è nato l’asse Gratteri-Salvini (e per Morra si mette male)

Nonostante manchi ancora, formalmente, più di un anno, si può dire che la campagna elettorale per le Regionali sia cominciata già da un po’. Lo scenario politico uscito fuori dalle Politiche di marzo ha definitivamente tarpato le ali a quei politici corrotti tipo Occhiuto, Oliverio, la Ferro, Abramo e altri arnesi del genere che sognavano di poter continuare a curare i loro orticelli senza dovere dar conto a nessuno. Adesso invece è chiaro come il sole che il gioco lo conducono il M5s e la Lega e di conseguenza i papponi della politica calabrese sono costretti a cercare “riparo” all’interno di queste due grandi congreghe, ovviamente più che mai “aperte” alle infiltrazioni.

E se il gioco dei pentastellati è ormai abbastanza chiaro, con l’investitura dell’imprenditore etico antindrangheta, Antonino De Masi, anche la Lega ha in serbo un grosso “nome” da poter spendere nella contesa. Per arrivare a questo “innominato” seguiremo la vecchia ma sempre valida regola dei tre indizi (forse anche quattro!) che fanno una prova. Che mai come in questo caso è decisamente appropriata.

Partiamo dall’antefatto, e quindi dal primo indizio, che risale ormai a un mesetto fa, ma che proprio ieri ci è ritornato in mente grazie ad un lungimirante lettore che ce lo ha riportato pari pari per fare una considerazione molto azzeccata. Parlando in uno dei suoi tanti comizi nel tour estivo che lo ha visto protagonista in tutta Italia, da Gemona del Friuli a Potenza, da Cittanova a Paola, da Caccuri a Casa del diavolo (si fa per dire), il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ha sostenuto l’esigenza di fare pulizia.

Sì, fare pulizia. Gratteri, come ben sappiamo, non ha fa sconti neanche ai suoi colleghi magistrati e ha bacchettato i giornalisti “pregiudicati” (pensa tu na pocu…) che continuano a scrivere e a screditarlo. “Nella mia categoria – affermava zio Nicola – bisogna fare pulizia. Così come va fatta pulizia negli organi di stampa. Ci sono cronisti con una pagina e mezzo di reati giudicati che continuano a esercitare la professione, così come quelli che scrivono per screditarmi. Ho disposto 169 arresti, il Riesame ne libera 5 e alcuni giornali dicono che l’operazione sia stata un ‘flop’”.

Ed è qui che il nostro lettore, a distanza di tempo, si è superato: ha riflettuto sul “Gratteri pensiero” ed ha esclamato: “… Direttore mi scusi, ma quando dice queste parole, Gratteri a chi si riferisce? Anche lui sta prendendo il modus operandi salviniano?“.

Già, proprio così: modus operandi salviniano. Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Più che a Gratteri queste parole sembrerebbero appartenere al background (sempre si fa per dire) salviniano, sempre molto attento alla “pulizia”… Del resto, tutti conoscono le simpatie destrorse del Nostro.

Secondo indizio. I giornalisti più in vista cercano di far dire qualcosa a Gratteri sulle scottanti vicende della nave dei migranti e del conseguente avviso di garanzia a Salvini, memori anche delle “viscigliate” che zio Nicola aveva assestato alla “bonanima” del suo omologo Minniti qualche tempo fa ma la risposta a Conchita Sannino di Repubblica alla festa regionale della Cgil a Potenza fa quasi cadere le braccia.

“Non entro in queste polemiche, come non sono entrato in quelle sulla nave dei migranti, e non mi soffermo mai su un caso specifico: per me è fondamentale che la politica abbia la libertà, la volontà e il coraggio di creare un sistema giudiziario forte, e tale che non sia conveniente delinquere”. Chiacchiere o kiakkiere, come si dice a Cusenza. E non solo, perché Gratteri allarga il fronte e rivela di avere già parlato con Salvini (ora non è facile capire a quale dei suoi numerosi comizi ma comunque ci ha parlato) e di averlo coinvolto in ben altre situazioni.

“Durante un confronto pubblico a cui ho preso parte – affermava Gratteri nella sua tappa potentina -, gli ho detto di sciogliere la Dia affinché poliziotti, carabinieri e finanzieri rientrino nei rispettivi corpi d’appartenenza. Si ridarebbe impulso a inchieste che restano ferme perché mancano gli investigatori. Si risparmierebbero milioni di euro che servono per pagare le auto dei dirigenti. Si troverebbero così le risorse per pagare gli straordinari alla Polizia Giudiziaria”. Geniale, no? Alla Gratteri, tanto per intenderci.

Dunque, ricapitolando: zio Nicola è molto sensibile al concetto di “pulizia” e non scende in polemica con Salvini, anzi gli dà consigli. Ed è proprio in quelle ore che inizia a dilagare una voce: Salvini vuole candidare un magistrato a governatore della Calabria e tutti sanno che, nella nostra realtà, questo magistrato potrebbe essere uno e uno solo. Salvini così non solo metterebbe a tacere tutti quelli che dicono che “odia” i magistrati ma assesterebbe un colpo fenomenale ai suoi “amici” pentastellati, affossando anche il candidato De Masi.

E i grillini? Nelle stesse ore nelle quali Gratteri è in tour a Potenza, il senatore Nicola Morra al Meetup Day Calabria svoltosi a Catanzaro rimarca e sottolinea che il M5s alla Regione correrà da solo e che questa alleanza con la Lega serve solo ad attuare il contratto di governo ma non vale per le competizioni elettorali.  Sarà che Morra deve stare parecchio antipatico a Salvini, sarà che quello che dice è fatto proprio per essere smontato, oppure sarà quel che sarà… ecco che ieri pomeriggio gli arriva un siluro al vetriolo per interposta persona. E chi scende in campo per “demolire” Morra? Ma il sindaco cazzaro di Cosenza Mario Occhiuto, of course (naturalmente), che toglie dalla manica un asso che evidentemente si stava conservando da qualche tempo e aspettava solo di calarlo sul tavolo, dietro “comando superiore”. Ed eccoci al terzo indizio.

Questo signore (Nicola Morra)  – scrive il cazzaro – ha avuto la spregiudicatezza di affermare che il sindaco di Cosenza “ha fatto lavorare la ‘ndrangheta nei maggiori appalti che in passato si sono realizzati a Cosenza (!!!, ndr)”. E così sono stato costretto a presentare formale querela per chiedere che il Morra venga perseguito per il reato di diffamazione aggravata e per quant’altro penalmente rilevante, riservandomi la richiesta di risarcimento del danno in sede civile. Il paradosso è che, da quello che mi dicono (ma io non voglio crederci), un suo stretto congiunto – conclude – esercita addirittura le sue attività imprenditoriali spesso in società con soggetti in odor di mafia. “Ognuno ama la giustizia a casa d’altri”.

Capito? Occhiuto dice che il figlio di Morra sarebbe contiguo alla ‘ndrangheta cosentina e per dirlo deve avere avuto qualche imbeccata, altrimenti non si spiega: o direttamente dalla Dda (dove ci pare che comandi un certo Gratteri) oppure dal Viminale (dove comanda un certo Salvini). Certo, il cazzaro può scordarsi di essere sostenuto nel suo disegno di prendersi la Regione ma non c’è dubbio che una sua “lista” sia molto bene accetta da Salvini (al quale ha già ammollato alcuni campioni tipo il fratello di Granata e non solo…) e finanche da zio Nicola (Gratteri), che in cambio dell’appoggio per trionfare in politica si venderebbe anche il suo migliore amico e naturalmente assicurerebbe la totale impunità al cazzaro truffatore. Con tanto di messaggio subliminale ai Cinquestelle calabresi: o state con noi (tanto c’è posto per tutti) o vi facciamo un mazzo così. E’ chiaro quello che si sta muovendo in Calabria? 

E le stelle non solo stanno a guardare, ma adesso si vogliono anche candidare… Incredibile, è uscita anche la rima!