Calabria 2019, salgono le quotazioni di Nino De Masi

Diciamocelo con tutta franchezza: la decisa scesa in campo del Movimento Cinquestelle del 18 luglio scorso a Gioia Tauro nell’azienda di Nino De Masi, il coraggioso imprenditore reggino che da anni lotta contro la ‘ndrangheta, è sembrata a tutti gli effetti una “incoronazione” del simbolo dei calabresi tenaci e onesti a candidato governatore per la Calabria.

Non capita tutti i giorni che addirittura due ministri contemporaneamente (il 18 luglio c’era anche Bonafede) si precipitino in una regione e per giunta nello stesso posto e ormai le voci che danno De Masi pronto a scendere in campo sotto le insegne grilline dilagano un po’ dappertutto. Se è vero – com’è vero – che tre indizi fanno una prova, l’intervento di ieri di De Masi (“Quante foglie cadranno nell’autunno della Calabria?”) sembra proprio l’avvio di un percorso politico e significa che ormai siamo arrivati alla piena conferma che dietro a questo continuo lavoro di “appoggio” a De Masi non possa che esserci un incarico politico. Legittimo, per carità, anzi diciamo pure credibile. O quantomeno molto più credibile di quanto si sta muovendo in questo stesso periodo nelle file degli aficionados di Salvini.

Anche il ministro dell’Interno è stato più volte in Calabria ma l’ha fatto più che altro per mettere a tacere tutto il chiacchiericcio relativo ai suoi coinvolgimenti con la ‘ndrangheta e con la zona grigia, alimentato dal suo notorio rapporto di amicizia con Peppe Scopelliti (tuttora in galera per il caso Fallara) e i suoi colonnelli. Insomma, ben difficilmente Salvini può pensare di catapultare alla candidatura alla Regione qualche reggino amico o amica di Scopelliti e di conseguenza occorrerà trovare un’altra soluzione. E in quest’ottica, il corteggiamento dei Cinquestelle a Nino De Masi potrebbe essere la classica “svolta”.

Certo, c’è anche qualcuno che scalpita tra i politici impresentabili al soldo di Forza Italia e Fratelli d’Italia e ormai non ne fa neanche mistero, vista e considerata la faccia di bronzo che si ritrova. E se le velleità di Sergio Abramo sono state decisamente scartate, culla ancora qualche speranziella la dinoccolata Wanda Ferro, che rappresenterebbe l’alternativa “catanzarese” a De Masi nonostante sia stata già battuta nel 2014 da Palla Palla. Intorno a lei si sta schierando un ampio fronte di “fascisti” più o meno radicali e intolleranti e anche qualche cosentino, a carico del “pallone gonfiato” Orsomarso, si è affrettato a mostrare entusiasmo.

Quanto agli altri cosentini, c’è il solito Mario Occhiuto, che concludendo il suo secondo mandato da sindaco di Cosenza e non profilandosi all’orizzonte chance elettorali interessanti, sta alla finestra auspicando la scesa in campo di più candidati per potersi giocare al meglio le sue chances. Ma per farlo dovrà allearsi addirittura con la “sinistra” e quindi nientepopodimenoche con i peones di Palla Palla.

Del resto, se Occhiuto non dovesse candidarsi a presidente della Regione, dovrebbe restare attaccato alla “minna” cosentina ma senza nessuna garanzia di successo dovendo schierare o la Santelli o la Succurro o addirittura De Cicco per assicurarsi una continuità alla quale, ormai, non crede davvero neanche lui se non ci dovesse essere un “clamoroso” successo alla Regione. Male che vada, Occhiuto potrà essere eletto consigliere e sedersi al “tavolo” con 10mila euro al mese netti di guadagno. Una prospettiva non esaltante (visto il fabbisogno di denari del cazzaro) ma comunque non disprezzabile. E a Oliverio non resterebbe nient’altro da fare che “piazzare” qualcuno dei suoi con Occhiuto. A meno che non voglia fare l’ennesima figura barbina ricandidandosi da presidente…