Calabria 2020, gli impresentabili: la premiata ditta Ciodaro&Stancato

Un’accozzaglia pressoché infinita di truffatori, imbroglioni, massoni (deviati) e impresentabili. Nelle sei liste che sostengono la candidatura della “capra” Jole Santelli, la politica passata alla storia perché non sa che cos’è l’Isis e perché ha candidamente confessato che i neri sono fortunati perché non si devono truccare, c’è davvero di tutto e di più.

Il contenitore nel quale è affluito il maggior numero di impresentabili è l’Udc, una sorta di refugium peccatorum d’altri tempi. Fa impressione il generale Giuseppe Graziano, capolista nella circoscrizione Nord. Ma non c’è soltanto lui.

Sulla dottoressa Emira Ciodaro da Paola potremmo scrivere un romanzo per quante gliene sono capitate e per come la sua famiglia resta incredibilmente abbarbicata alla politica ma tant’è. La Ciodaro è stata condannata in primo ed in secondo grado per avere, con la propria negligenza, causato la morte di un nascituro; solo la prescrizione – maturata in Cassazione – ha salvato la dott.ssa Ciodaro dalla condanna definitiva; ma è la stessa Cassazione a ricordare che, «stando a quanto evidenziato in entrambe le pronunce di merito, la Ciodaro pare si presentasse al pubblico come specialista in ginecologia pur non essendo tale» e a confermare la responsabilità civile della dottoressa nei confronti delle vittime, condannandola persino alle spese.

Senza contare poi che la dott.ssa Ciodaro è la compagna di Sergio Stancato, già assessore regionale all’Ambiente, arrestato alla fine degli anni Novanta nell’ambito dell’inchiesta Artemide sull’interramento delle ferriti di zinco, anche lui salvato dalla prescrizione; ma Stancato è stato anche intercettato mentre chiedeva voti a Carmela Gioffrè, poi condannata in via definitiva nel processo per l’assassinio di Tonino Maiorano. Un bellissimo quadretto, non c’è che dire. 

Ma non completeremmo il “ritratto” di Emira Ciodaro se non parlassimo anche delle sue tragicomiche esperienze politiche, visto e considerato che la Nostra, sempre rigorosamente in quota Stancato, come rappresentante del Partito Repubblicano (ebbene sì, ancora esiste!) è stata addirittura presidente del consiglio comunale di Paola ai tempi in cui era sindaco Basilio Ferrari. Salvo poi risultare clamorosamente non eletta alle ultime elezioni del 2017 nonostante un tragicomico e bocciato ricorso al Tar. Ma neanche questa sacrosanta “trombatura” ha convinto la dottoressa Ciodaro (e il marito) a rassegnarsi alla pensione politica. Rieccoli ancora in pista… sotto le insegne dell’Udc “refugium peccatorum”. Povera Calabria nostra!