Politiche 2022. Il ritorno di Mimmetto Battaglia, Reggio che ribolle e la Dda al lavoro

Reggio Calabria freme anzi ribolle. La farsesca vicenda dei colpi di pistola alla segreteria di Ciccio Cannizzaro, uomo di Berlusconi (!) sullo Stretto, viene commentata in maniera sempre più ironica e sarcastica. E la Dda sta lavorando non solo per capire cosa c’è dietro ma anche per chiudere il cerchio delle inchieste sulla massomafia e, sia pure con difficoltà, qualcosa trapela dalle strette maglie del riserbo imposto giustamente dal procuratore Giovanni Bombardieri. Che non è certo Gratteri, tanto per essere chiari. 

Era da tempo, per esempio, che si cercava il collegamento tra il “mammasantissima” Paolo Romeo e l’ex consigliere regionale del Pd Mimmetto Battaglia, “fresco” candidato alla Camera nel collegio di Reggio con la missione impossibile di battere Ciccio Cannizzaro e che poco più di un anno e mezzo fa era stato nominato nella “nuova” giunta di Reggio dopo avere ufficializzato il suo (ennesimo) ritorno in campo al fianco del “delfino” Nicola Irto nella tragicomica lista del Pd per le Regionali a Reggio senza peraltro essere eletto.

Partiamo dalle certezze: il responsabile provinciale del Pd Gianni Puccio commissaria il circolo del Partito Democratico di Gallico, quartiere popoloso della periferia nord di Reggio Calabria a pochi passi da Archi, quartier generale dei De Stefano. Puccio si trova costretto a commissariare il circolo perché non ce la fa a sedare gli scontri sul tesseramento. E soprattutto non può tapparsi gli occhi davanti a molti soggetti e parenti del clan Araniti, che sguazzano e creano imbarazzo.

Il clan Araniti è egemone nella zona e non sono pochi quelli che – guarda un po’ il caso – sono iscritti al circolo Poseidonia, al centro della indagine Gotha perché quartier generale di Paolo Romeo, che proprio a Gallico ha la sua roccaforte. Tutti questi signori neotesserati al circolo, che raddoppia anzi triplica le adesioni rispetto all’anno precedente, si dice che siano tutti in quota dell’allora consigliere regionale Mimmetto Battaglia. La Dda sta lavorando su questo collegamento che di fatto dimostrerebbe l’interessamento dell’avvocato Paolo Romeo alla ascesa politica di Battaglia, prima votandolo alle primarie contro Ciccio Bello Falcomatà e poi sostenendolo in parte alle elezioni regionali del 2014, dove è risultato eletto.

Ma non solo. Battaglia – è giusto ricordarlo – aveva preparato anche una lista civica per le elezioni comunali che videro trionfare Falcomatà per la prima volta e che vedevano molti candidati della zona nord di Reggio. Tra gli eletti c’era anche quel Giuseppe Sera, legato a Battaglia, che si è anche trovato in un gran casino, con le opposizioni che ne chiedevano le dimissioni. Tanto per essere chiari. Sera da consigliere comunale supera le preselezioni per l’assunzione all’interno di una società in house del comune – Castore e Pulluce – andando a violare qualsiasi sorta di principio di correttezza e legalità di cui Ciccio Bello si riempie tanto la bocca… E oggi Sera, dopo che Falcomatà ha trionfato per la seconda volta, è riuscito persino a piazzare l’assessora Cama e per di più senza che (quasi) nessuno abbia aperto bocca.

Possibile che nessuno si è scandalizzato per l’arresto del fratello dell’ex consigliere regionale del Pd nell’operazione Thalassa dove risulta coinvolto con le cosche di Archi e dove viene compromesso in parte anche il Mimmetto, viste le funzioni di capo elettore di Battaglia junior? Sì, certo, poi è stato assolto e scagionato ma in ogni caso nessuno aveva fiatato… 

Nicola Irto da Reggio, figlioccio della massomafia e delle capriole di Minniti ma anche dei progetti di gente come Mimmetto Battaglia (appunto), Seby Romeo e Ninuzzu De Gaetano (il suo compare Billari era stato inserito anche nelle liste che sosteoevano la trombatissima scienziata Lady Truffa alle ultime Regionali) avrebbe voluto ricevere un’investitura a presidente senza senso, che sarebbe servita soltanto a rialimentare le faide tra capibastone, falsi tesserati e anagrafi allegre degli iscritti. Insomma, il solito menage che da vent’anni a questa parte prevede l’alternanza massomafiosa del sistema, formato da un centrodestra e un centrosinistra solo formalmente avversari ma perfettamente in accordo per depredare il denaro pubblico ed arricchirsi fino allo schifo: Chiaravalloti, Loiero, Scopelliti, Oliverio, Santelli… Tutte facce di una stessa medaglia massomafiosa. Ma finanche il Pd-P2 ha valutato che non era il caso e a Irto e a Mimmetto non era rimasto altro da fare che scendere in campo per un posto in Consiglio con la certezza quasi assoluta – per Battaglia – di rimanere “trombato”. 

Oggi il Pd calabrese è una banda tragicomica di dinosauri anacronistici che sanno bene di non contare nulla nell’agone nazionale e che saranno “eliminati” senza nessuna contropartita. Del resto, le facce che erano state scelte per rappresentarlo erano tutte un programma. Stefano Graziano, alias Mario Merola, che in virtù della straordinaria somiglianza con l’artista napoletano, forse anche involontariamente impersonava la “sceneggiata” nel senso più retrivo del termine. Nicola Oddati, che, da commissario del commissario, si limitava a riunioni carbonare al Nazareno, al pari di un “club privè” per pochi eletti selezionati dove a spogliarsi però era il segretario nazionale di turno, che ovviamente non comanda nulla, schiavo com’è delle correnti… Prima Zingaretti, che ha evitato quasi chirurgicamente la Calabria e infine anche Letta, che non vedeva l’ora di levarsi dalle palle la “patata bollente” e ha incoronato il più inutile degli inutili: Nicola Iero… La Dda intanto registra e lavora e Bombardieri – lo ribadiamo – non è Gratteri.