Calabria 2021. Il vero nemico di De Magistris e del cambiamento è il popolo delle clientele

Questa volta le imminenti elezioni regionali in Calabria non “serviranno” per eleggere il solito pupazzo politico funzionale agli affari dei partiti (in maniera trasversale, è così che funziona da più di 40 anni), ma rappresentano, per la prima volta nella storia regionale, per la vera e concreta presenza di una alternativa politica ai soliti mangioni, un vero e proprio referendum tra il bene e il male. La scelta che dovranno fare i calabresi è tra il continuare ad autorizzare i gruppi di potere politico/economico a saccheggiare le casse pubbliche, o bloccare definitivamente ogni ruberia pubblica ed iniziare finalmente a spendere i denari pubblici per migliorare i servizi, oggi inesistenti, per i cittadini.

L’alternativa questa volta c’è. La coalizione guidata da De Magistris può garantire onestà, trasparenza, ed equità sociale, ovvero quello che per 40 anni i politici di destra e sinistra hanno promesso ai calabresi senza mai concludere niente. E questo è più che conclamato, anche i fans più sfegatati della masso/mafia sono costretti ad ammetterlo. L’arretratezza economica e sociale in cui versa ancora la Calabria è la prova provata del magna magna masso/mafioso, ad opera di tutti i partiti, nella pubblica amministrazione.  Del resto negare lo sfascio della sanità pubblica è praticamente impossibile: un buco di miliardi di euro, denaro sottratto alle strutture pubbliche e finito nelle tasche di poche famiglie masso/mafiose, il tutto a danno delle prestazioni pubbliche sanitarie, sempre più vicine (non certo per mancanza di competenza e di professionalità) ai livelli del cosiddetto “terzo mondo”.

Per mettere un freno a tutto questo schifo c’è bisogno del voto del popolo calabrese. È così che si vincono le elezioni: con i voti. E i calabresi non sono tutti propensi al cambiamento, almeno quelli che con la politica, di riffa o di raffo, c’hanno sempre mangiato. E in Calabria il “popolo” dei deferenti verso la vecchia e ladrona politica, è numeroso. A loro non importa, ad esempio, se Roberto Occhiuto ha chiuso 18 ospedali e in trent’anni di politica (compresa una bella sosta in regione) non ha prodotto mai niente per la collettività, quello che a loro importa sono le garanzie che un personaggio ambiguo come Roberto Occhiuto può dare in merito alla continuazione del magna magna. Si sa, in Calabria la più grande azienda è lo stato, e chi gestisce la cosa pubblica, può usare, nella totale impunità, i beni comuni e il denaro pubblico come più gli pare. È oramai scontato che il sindaco, il presidente della Provincia, il “governatore” della Regione, una volta eletti, diventano proprietari, della cosa pubblica. Nessuno si scandalizza dell’uso privato della cosa pubblica, anzi, questa turpe pratica è favorita e incentiva perché è da questo che dipende la “redistribuzione” delle pubbliche ricchezze agli amici degli amici e ai tanti clienti sparsi sul territorio.

È chiaro a tutti che la forza dello stantio ceto politico si regge sulle colonne delle clientele. Sta tutta qui la battaglia: sconfiggere il popolo delle clientele. E questo lo si può fare solo costruendo l’unità delle persone oneste e per bene che restano per fortuna la maggioranza in Calabria. Una maggioranza che non si esprime e che spesso diserta le urne (siamo al 60% dell’astensionismo in Calabria), lasciando così terreno libero alla paranza trasversale di continuare a saccheggiare le nostre già scarse risorse.

È questa la chiave di lettura dell’appello di De Magistris, che non dice sì ad un’alleanza con il vecchio ceto politico e i capibastone del Pd, ma si rivolge ai tanti sinceri elettori del Pd stanchi anche loro di clientele e favori agli amici degli amici. Un appello che va oltre gli steccati ideologici dei partiti, che è rivolto agli uomini e alle donne libere di destra e di sinistra, che nulla hanno a che fare con il magna magna, e che vorrebbero vivere in una regione normale. Sta qui la scelta: provare a cambiare, non votando più i soliti ladroni. Come si dice: tentar non nuoce. Dare fiducia a De Magistris significa davvero volerci provare a cambiare. Perciò bisogna parlare a tutti senza stupidi veti morali, spesso solo enunciati e poco praticati specie da chi in queste ore si affanna a gridare ai quattro veti la sua purezza politica.

Chi invece continua a parlare di accordi che prevedono l’apertura di De Magistris al vecchio ceto politico del Pd, con l’entrata nelle sue liste dei Nicola Adamo, dei Loiero, degli Irto, e chi per loro, o come loro, lo fa solo per intorbidire le acque e per far credere alla gente che anche questa volta in queste elezioni non c’è niente di nuovo e che alla fine sono tutti gli stessi. Un modo velato, messo in atto da chi brucia dal desiderio di vendetta contro De Magistris, per dare una mano alla masso/mafia che contiene un messaggio ben preciso: chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia, ma non sa quel che trova. Che tradotto significa: continuare a baciare la mano ai padrini politici, oppure provare a liberarsi, dando fiducia a De Magistris, dal giogo del ricatto. Perciò fatevi due conti e fate la vostra scelta.