Nicolino non si pente. Ora Gratteri avrà più tempo da dedicare a Cosenza?

Annunciato come il pentimento del secolo, quello di Nicolino Grandi Aracri, a leggere le dichiarazioni dei pm antimafia della Dda di Catanzaro, alla fine si è rivelato un bluff. Una prima “avvisaglia” sulla veridicità del “passaggio di Nicolino sull’altra barricata”, era arrivata dal suo avvocato, all’indomani dell’annuncio, ad opera della Dda di Catanzaro del pentimento del suo assisto. Disse l’avvocato: “a me non risulta nessun pentimento del mio assistito”. Ed oggi è arrivata la conferma, così dicono i pm della Dda di Catanzaro: «Le dichiarazioni del Grande Aracri Nicolino risultano prive di sviluppo investigativo ed anzi, le stesse, devono essere riferite ad una fonte di prova dichiarativa non credibile». Il tutto messo nero su bianco nella relazione depositata nell’ambito di un procedimento in corso davanti al gip sulla richiesta di revoca della sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Domenico Grande Aracri e firmata dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dai pm Domenico Guarascio e Paolo Sirleo.

Dunque Nicolino resta al 41/bis. Una buona notizia per tutto il mondo del malaffare politico a lui legato, che può ritornare a dormire sonni tranquilli. Una brutta notizia per chi aveva sperato di mettere a nudo, dalle dichiarazioni di Nicolino, il marcio politico calabrese. La mossa di Nicolino resta comunque da decifrare, prima si pente e poi si dice non disponibile a collaborare. Forse dietro a questa sua mossa c’è un qualche messaggio velato ai suoi vecchi compari politici: datemi una mano almeno nell’attenuazione della vita carceraria a 41/bis, o muore Sansone con tutti i Filistei. Oppure, quella di Nicolino, è stata solo una mossa per sondare le possibilità di proporre uno scambio ai pm, qualche nome in cambio dei benefici carcerari, subito rispedito al mittente dagli stessi. O chissà cosa. Come sono andati i fatti realmente non lo sapremo mai.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere: l’abbandono della collaborazione di Nicolino, che resta sempre una grossa occasione mancata, al cui ascolto erano preposti 4 pm, di fatto libera risorse che ore possono essere impiegate per dar seguito ad altre importanti faccende accantonate per questo motivo: dare il via, finalmente, all’operazione “Sistema Cosenza”. Del resto il lavoro investigativo è già tutto pronto, e serve fare solo qualche altro riscontro. E questa per Gratteri è l’occasione giusta per portare a compimento un lavoro che va oramai avanti, tra boicottaggi e insabbiamenti, da più di sei anni. E che questa sia la volta buona!