In attesa dei risultati del ballottaggio Robertino, eletto padrone assoluto della Calabria (perché è così che questo soggetto intende il suo ruolo istituzionale: la cosa pubblica diventa cosa sua), ne approfitta per lanciare un avvertimento preciso ai suoi alleati: chi entra in giunta lo decido io e solo io che sono il re. Il risultato elettorale, che ha confermato Forza Mafia primo partito in Calabria, lo ha ringalluzzito e vista la propensione degli Occhiuto alla vendetta, c’è da scommetterci che sarà questo “il criterio” che seguirà nella formazione della giunta, ed ora che ha messo il culo sulla poltrona più importante della Calabria non si lascerà sfuggire questa occasione per togliersi “qualche sassolino dalle scarpe”. Gli Occhiuto non dimenticano! E la formazione della giunta, diventa per Robertino il giusto pretesto per restituire qualche “curtiddrata ari spaddri” ricevuta in passato proprio dagli stessi alleati che oggi siedono tutti sotto di lui. E’ così che ragionano gli Occhiuto.
Stando ai numeri la lottizzazione della giunta dovrebbe essere così ripartita: due assessori in quota Forza Italia, uno a Forza Azzurri, due assessorati a Fratelli d’Italia, e uno alla Lega. Ma Robertino sono giorni che dice che non intende onorare l’accordo del “ticket Occhiuto/Spirlì”, stipulato in campagna elettorale. E questo non per una questione politica, ma per ritorsione. Mago Spirlì, che ci tiene così tanto a fare il vicepresidente della regione Calabria, magari vita natural durante, ha dimenticato la posizione della Lega nei confronti degli Occhiuto nella passata tornata elettorale dove al posto di Mario fu candidata la buonanima di Jole Santelli. Una “mossa” che portò Spirlì alla vicepresidenza e che gli Occhiuto non hanno dimenticato.
Gli Occhiuto non hanno dimenticato i veti posti dalla Lega sulla candidatura di Mario alla presidenza della regione Calabria. Salvini definì Mario un plurindagato invischiato in diverse inchieste giudiziarie che avrebbero potuto travolgerlo da un momento all’altro, rendendo la poltrona di presidente “traballante”. Un’offesa che Mario non ha dimenticato. Di più: alla proposta di cambiare Mario con Roberto, Salvini rispose no, legando Roberto ai guai giudiziari di Mario. Come a dire: sono della stessa pasta.
Roberto e Mario furono messi all’angolo e lasciati soli nella vergogna. E questo scatenò in loro la più squallida delle vendette: iniziarono, attraverso il cognato Piercarlo, a far circolare la cartella clinica della buonanima di Jole, accompagnandola dalla più spaventosa e cinica delle espressioni: questa non arriva a Natale, e quando questo momento arriverà noi ritorneremo, e chi ha tradito pagherà. E così è stato. Dopo l’orrendo sfregio alla buonanima di Jole, senza dimenticarsi di tutti quelli che l’hanno seguita abbandonando Mario credendolo politicamente finito, ora tocca alla Lega e in particolare a Spirlì, l’amico del cuore di Jole.
Per Roberto, Spirlì ha avuto un ruolo importante nell’esclusione del fratello Mario e per questo ora dovrà pagare, la vendetta per gli Occhiuto viene prima di ogni altra cosa, e la sua esclusione dalla giunta è solo il primo passo di una “resa dei conti” che gli Occhiuto aspettavano da tempo. E il tempo della vendetta è arrivato: amaru chini ccì ‘ngappa!