Calabria 2021. Signore e signori, ecco l’U.d.c.: Unione dei poli corrotti

L’U.D.C. (unione dei poli corrotti)

Buongiorno cara direzione,

speriamo che questa lettera sia presa in considerazione dal procuratore Nicola Gratteri ed anche dal presidente dell’antimafia, Nicola Morra che è parlamentare calabrese.

L’U.D.C. – unione dei poli corrotti – in Calabria è  comandata da Franco Talarico, assessore regionale all’obbligo di dimora, braccio destro dell’indiscusso numero uno nazionale, Lorenzo Cesa, plurindagato da decenni eppure sempre sul ponte di comando del malaffare e della corruzione.

Per permettere a Franco Talarico di gestire l’U.D.C. – unione dei poli corrotti – gli hanno trovato un prestanome, un incolore parlamentare del Veneto, il senatore Antonio De Poli. Dal 2004 è stato eurodeputato, deputato nazionale ed oggi è senatore delle Repubblica e questore anziano, essendo così addetto al controllo delle forze di sicurezza del Senato. De Poli ha coinvolto alle elezioni regionali venete nella lista alcuni suoi “accoliti”, chiamiamoli così, che non ha fatto però eleggere avendo racimolato al massimo i voti dei parenti prossimi…

Oggi il commissario regionale Antonio De Poli che copre Talarico in quanto prestanome, si accompagna con il suo Vice commissario, altra persona specchiata, un tale che si chiama Flavio Cedolia, il cui fratello Massimo è stato arrestato per distrazione di fondi provenienti dalle offerte fatte al Santuario di San Francesco di Paola, qualcosa come 2,5 milioni di euro.

Flavio Cedolia con Scopelliti

Flavio Cedolia ha notoriamente una laurea falsa presa a Malta, tanto da aver avuto un incarico all’ASP di Cosenza come direttore amministrativo dal depresso cronico Raffaele Mauro, con un emolumento di circa 240 mila euro e, mentre pende in Cassazione il giudizio finale che solo per un miracolo potrebbe dare ragione al truffatore Flavio Cedolia – sarà un vizio di famiglia! -, l’ASP di Cosenza benché vincitrice non si è opposta con i decreti ingiuntivi per il recupero delle somme.

Flora ed Enzo Sculco

Altra perla di legalità dell’U.D.C. calabrese – unione dei poli corrotti – è il responsabile organizzativo regionale, tale Enzo Sculco da Crotone già famoso per aver detto che: “la ‘ndrangheta è un fenomeno culturale”. Sculco è stato condannato in via definitiva a 4 anni e rotti mesi con relativa interdizione dai pubblici uffici. E’ sempre lui che ricerca per conto dell’U.D.C. candidati equivoci dal Pollino a Reggio Calabria, con particolare attenzione alla circoscrizione Sud della Calabria, un territorio da sempre molto attenzionato! In attesa di trovarli tutti, ha già annunciato che candiderà la figlia Flora, consigliere uscente del Pd, la prima a fare il salto della quaglia come da scontatissimo copione.

E se lui, Sculco, ricerca persone attenzionabili, così si dice in gergo, altri dovrebbero rivolgere la loro attenzione su di lui, magari la Guardia di Finanza dando un occhiata ai conti ed ai finanziamenti della sua associazione misteriosa “I Demokratici”.

Da sinistra: Scalzo, D’Agostino, Gentile, Graziano. Che bella comitiva!

Nell’U.D.C. calabrese – unione di poli corrotti – c’è un’altra figura di spicco almeno in termini di presentabilità. È il consigliere regionale uscente Giuseppe Graziano detto il generale (perché era veramente generale della Forestale…), già direttore generale nell’amministrazione Loiero (Pd), poi transitato in Forza Italia che lo elegge al consiglio regionale nel 2014, poi un fugace passaggio alla corte dei cinghiali cosentini, i fratelli Gentile con la sua associazione Il Coraggio di cambiare l’Italia – il cui nome è già un programma e che è stato già parodiato in “Il Coraggio di cambiare… casacca” – per poi finire al momentaneo approdo del circuito scudocrociato… Quando si dice la forza della coerenza!

Sempre Giuseppe Graziano è stato intercettato con il mammasantissima Ennio Morrone, padre del consigliere regionale Luca detto bambino mio, noti truffatori della sanità privata calabrese, e quando uno è intercettato, per regola, è sempre indagato! E Graziano e Morrone, quanto ad inchieste, non sono secondi a nessuno.

Catanzaro, riconosciuto capoluogo della massomafia non poteva mancare nell’albo d’onore dell’U.D.C. – unione dei poli corrotti – tanto che all’orizzonte spunta Giovanni Merante commissario provinciale, l’ombra di Agazio Loiero anche nell’accertamento dei fondi SISDE e siccome sempre di fondi si parla, oggi è rinviato a giudizio insieme ai suoi colleghi consiglieri comunali di Catanzaro per Gettonopoli, dove dovrà rispondere di distrazione di fondi e appropriazione indebita.

E infine per quanto riguarda Reggio Calabria, come fare a non citare uno dei voltagabbana più incalliti del panorama della politica calabrese ovvero Nicola Paris, eletto insieme a Graziano alle ultime Regionali ma senza avere il “rimborso” della nomina a capogruppo toccata invece al generale cosentino. Circostanza che ha poi determinato il suo abbandono del partito (usato quindi come taxi…) e il suo passaggio al gruppo misto prima del suo arresto fresco fresco di stamattina.

Da Cosenza arrivando a Reggio Calabria il territorio risulta sempre più scivoloso per i candidati che questa cupola ha messo e sta mettendo in campo. Parleremo ancora dell’U.D.C. calabrese – unione dei poli corrotti – e ci auguriamo che chi di dovere continui gli accertamenti in corso.

Lettera firmata