Il Pd ci riprova. Ha capito che un tentativo vero, sincero, di unire, sotto la propria egida, l’intera galassia che ruota al di fuori dei partiti in un unico “polo” da contrapporre al centrodestra nelle prossime elezioni regionali, lo deve fare. E’ la sua stessa gente che glielo chiede. Non può fare altrimenti: una parvenza, quantomeno, di volersela giocare per vincere, la deve dare. Ripiegare senza aver lottato sa un po’ di accordo sottobanco con il centrodestra. Perché il Pd sa bene che senza una larga coalizione, contro il centrodestra unito, non c’è partita. E lo sanno anche gli elettori che non vogliono votare il centrodestra e che vorrebbero un candidato unitario e vincente. E allora, per non dare adito ai tanti detrattori che già parlano di trasversalismo con il centrodestra, e per sedare i tanti mal di pancia interni, una prova di serietà di voler costruire una grande coalizione deve necessariamente essere messa in campo. Questo serve anche per dire, qualora le cose dovessero mettersi male: noi ce l’abbiamo messa tutta per raggiungere l’obiettivo, ma purtroppo, e non certo per colpa nostra, la missione è fallita. Perciò se vince il centrodestra la colpa è di chi non ha voluto trovare un accordo.
Fallito il primo tentativo di aprire una discussione allargata, il Pd prova un’altra strada, quella degli appelli. E il più appellato di tutti in questo momento è certamente Tansi e il suo movimento. L’ago della bilancia. Il suo No a nessuna alleanza, ribadito più volte, è l’ostacolo più duro da superare. Il valore elettorale di Tansi, aggiunto a quello di tutti gli altri, potrebbe guidare una presunta coalizione dritta sulla poltrona di presidente della regione Calabria. Almeno stando ai freddi numeri. È chiaro che bisogna calcolare la predisposizione dell’elettorato di Tansi a votarlo in una eventuale coalizione con il Pd, 5Stelle, Leu, Socialisti, renziani, e tutto il mondo del civismo calabrese.
Sono giorni che esponenti calabresi del Pd lanciano appelli a Tansi. Iacucci, Giudiceandrea, Bevacqua chiedono a Tansi di ripensarci prima di scendere in campo da solo. L’argomento è quello sopra descritto: senza di te nella coalizione vince la destra. Correre da solo significa fare un bel regalo alla destra. E aprono a nuove possibilità.
Il nodo principale da sciogliere, oltre alla condivisione di un programma politico, è il nome del candidato a presidente. Tansi, si sa, non è disposto a cedere il posto a nessuno. E su questo ha raccolto più critiche che consensi. C’è chi lo accusa di aver personalizzato la “corsa alla presidenza”, c’è chi lo accusa di voler portare a termine una sua personale vendetta contro il Pd. Ma la realtà è che il consenso di Tansi deriva dalla sua lontananza proprio dalla vecchia nomenklatura politica, e un eventuale accordo con la stessa potrebbe non essere gradito a gran parte del suo elettorato. Un calcolo che va fortemente tenuto in considerazione. Il gioco potrebbe non valere la candela.
Tansi si è sempre detto disponibile a discutere con tutti, ma non certo a cedere lo scettro della candidatura a presidente, e gli appelli fatti dal Pd in queste ultime ore a Tansi lasciano immaginare una disponibilità del Pd ad accettarlo come candidato, almeno da parte di chi ha lanciato l’appello. Del resto chi ha lanciato l’appello sa bene che Tansi non cederà mai il posto a nessun altro, e nessun’altra proposta potrà mai essere accettata.
Ora resta da capire se Tansi risponderà al richiamo delle sirene del Pd, e se questo gioverà o meno alla sua corsa alla presidenza. Già, perché allo stato un Tansi in corsa solitaria non ha nessuna possibilità di raggiungere il traguardo vittorioso, ma con una ampia coalizione, il discorso diventa possibile. Bisogna capire quanto inciderà numericamente una sua eventuale scelta di alleanza col Pd sul suo elettorato.
Tutto dipende dalle condizioni che Tansi, in un eventuale incontro, porrà al Pd. Di sicuro serve una discontinuità col passato non solo nei programmi, ma soprattutto nelle liste. Non candidare i soliti nomi aiuterebbe molto a far capire a chi non vuole votare a destra che quello che scende in campo al fianco di Tansi è un Pd nuovo e rinnovato. Una garanzia per l’elettorato che potrebbe ritrovare l’unità tanto desiderata.
I giochi sono ancora aperti e tutto può succedere, del resto allearsi non significa solo arginare le destre, ma soprattutto portare in consiglio uomini e donne capaci e al servizio del cittadino. Oltre ad una giunta di valore e competente. Questa è la promessa. Una promessa che Tansi dovrà mantenere, indipendentemente se correrà da solo o insieme ad altri. Perché prima di ogni altra cosa, quello che la gente si aspetta da lui è: correttezza, onestà, e trasparenza. E lui, a differenza degli altri, non può permettersi di sbagliare.