Calabria 2025. L’Abbandono definitivo e l’ultima speranza tradita (di Gioacchino Criaco)

L’Abbandono definitivo

di Gioacchino Criaco

E’ la forza vera del sistema feudale che governa la Calabria: appropriarsi delle migliori armi di lotta, ribaltarle, e utilizzarle come formidabili armi di sconfitta.
Il BISOGNO, ad esempio, è stato il collante che ha tenuto insieme le comunità per millenni -contesti coesi, solidali, accoglienti- lo stare insieme per sfidare catastrofi naturali ed umane, vincere la sorte.
Il feudo promettendo soddisfacimento individuale del bisogno ha disgregato l’insieme, abbattuto la lotta. Ognuno ridotto a solo in balia di dittatoriali locali: ti concedo un lavoro, una visita medica, un viaggio, una casa. Compare a me.

Così nascono le diaspore, le emorragie di vita.
Ed ecco che ai sopravvissuti, oggi, si sfila dal cuore l’ultima arma solidale, aggregante, la lotta per non partire, sparire: la guerra definitiva per non estinguersi.
La dissolvenza viene divorata dal feudo, il racconto dell’andare diventa retorica, senza la prospettiva di abbatterlo il feudo, senza la lotta alle signorie che producono sottosviluppo e cacciano i calabresi dalla propria terra.

Basta guardare le liste con gli occhi dei calabresi, che risalgono le storie di potere familiare da qui a duemila anni fa.
E’ sempre la stessa gente, le facce del solito potere locale o loro prestavolto, con qualche brava persona in mezzo giusto per fargli da pendant, arredo.
Di qua o di là parlano di restare, tornare, vivere, scegliere. In realtà saliranno in groppa al cavallo da parata i fautori della fine.
Quella che poteva essere una lotta bellissima si è immediatamente disegnata come l’ennesima, ultima, speranza tradita.
la foto, dello sfinimento calabrese, è di Angelo Maggio.