Calabria 2025. Lettera aperta a Occhiu’: lascia stare i calabresi (di Pino Tassi)

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE OCCHIUTO

di Pino Tassi

Presidente Occhiuto, le scrivo pubblicamente perché giudico semplicemente false alcune sue dichiarazioni fatte nell’intervista a Tommaso Labate al Corriere della Sera. Lei afferma che si è dimesso perché la Calabria rischia di bloccarsi e all’osservazione del giornalista che sembra di sentire un refrain di moda anche a Milano risponde: “La situazione non è così tanto diversa se non in un punto: se si blocca l’attività di chi governa Milano, Milano va avanti; se si blocca l’attività di chi governa la Calabria, la Calabria si ferma”.

Presidente, è una dichiarazione semplicemente oscena da cui traspare il modo di concepire e trattare la nostra regione. Una tale affermazione non me la sarei aspettata da lei che in maniera ossessiva nel corso di questi anni ha sempre ripetuto a favore di telecamere, di video social, in interviste ad alcuni giornali e opinionisti, che con lei la narrazione della Calabria nel corso di questi anni è cambiata. Invece da queste sue parole traspare sempre la vecchia Calabria, quella che bussa con il cappello in mano a chiedere favori, elargizioni, contributi al governante di turno. La Calabria della prima Repubblica, quella costruita dalla Dc sul sussidio e il posto pubblico e che portò all’abbandono delle campagne e dell’artigianato locale. Anche su Milano ci sarebbe tanto da discutere, questa mitizzazione della Milano da bere, produttiva, efficiente. E poi abbiamo la realtà dura dell’inefficienza della sanità lombarda ai tempi del Covid quando tutta l’Italia fu chiusa per l’inadeguatezza della sanità lombarda, veneta e del Nord Italia. E adesso abbiamo la Milano da bere che era in mano ad un gruppo di costruttori e imprenditori che facevano il bello e il cattivo tempo con il potere pubblico a loro disposizione. Forse è da questa visione subalterna che nasce il famoso progetto del palaghiaccio alla Stazione centrale di Milano finanziato dalla regione Calabria, oppure adesso i grandi eventi alla Vinitaly and the city Sibari che non servono altro che a trasferire risorse economiche della regione Calabria verso il Nord Italia.

Presidente Occhiuto, ma lei è veramente convinto che la regione Calabria e i calabresi vivano di sussistenza per i progetti finanziati dalla regione in questo o quel campo? Sfatiamo questa leggenda mistificatrice e offensiva per tutti noi. La stragrande maggioranza dei calabresi vivono del proprio lavoro e se ne “fottono” (mi scusi il francesismo) della regione. La dimostrazione sta nelle percentuali miserrime della gente che va a votare, ogni volta sempre meno. L’affluenza nel 2021 che la vide vincitore fu appena del 44% la stessa delle elezioni di un paio di anni prima. A proposito, i calabresi che l’hanno eletta chiedevano che “lavorasse” per cinque anni e non per poco più di tre. Può darsi che a lei questo dato importi fino ad un certo punto, l’importante è che votino i suoi elettori. Sa meglio di me che i ceti popolari che sono esclusi dalla vita politica e sociale di questa regione è da mo’ che non vanno a votare perchè hanno perso qualunque speranza di cambiamento e non vedono alternative credibili.

Poi c’è da essere veramente allarmati nel vedere che lei pensa che con il potenziamento dei voli Ryanair ci sia stato un boom del turismo in Calabria. Come fa ad affermare: “… La Calabria negli ultimi mesi ha superato tutti i record storici di arrivi nei nostri aeroporti. Ecco, il direttore commerciale della società che gestisce i nostri scali, che era stato scelto per la su competenza dimostrata in anni da country manager di Ryanair, dopo il mio avviso di garanzia mi ha detto che lasciava l’incarico…”.

Su questo lei ha fatto bene ad informarci che il direttore commerciale della Sacal Mauro Bolla se ne vorrebbe andare dopo un anno di incarico all’esplosione dell’indagine giudiziaria. Ci dice pure che Mauro Bolla proviene da un incarico direzionale nella Ryanair. La compagnia che domina i nostri cieli e i nostri aeroporti con accordi di ogni tipo con la regione Calabria e la Sacal. E la domanda nasce spontanea: e perché Bolla vuole andarsene visto che nessuno ha mai messo in discussione la sua competenza e correttezza? C’è per caso un potenziale conflitto di interessi? Non mi sembra per le attuali leggi. E allora, PERCHE?

Presidente Occhiuto, lei afferma che gli aeroporti calabresi hanno superato i record storici di arrivi in Calabria. Ne è proprio sicuro? Mi scusi se le dico che spesso nelle sue comunicazioni fa confusione, spero volutamente, su arrivi e partenze, capisco le leggi della comunicazione, ma lei moltiplica i numeri come Cristo moltiplicò i pani; se uno parte poi torna in Calabria, per lei invece diventano due passeggeri. Per lei tutti quelli che arrivano nei nostri aeroporti sono turisti a caccia di hotel e B&B, Nella fretta mette pure quei tanti calabresi che partono e poi rientrano da viaggi per la salute o per affari. Così come anche i calabresi che vanno all’estero per fare una vacanza al rientro diventano stranieri alla scoperta delle nostre bellezze. Certo, ci sono anche stranieri che vengono a scoprire questa regione misteriosa ma lei da buon amministratore, anzi manager pubblico, dovrebbe presentare tabelle con numeri precisi sugli arrivi e sulle partenze possibilmente accompagnati da un rapporto sui costi sostenuti e un report costi benefici che non è mai stato presentato. Tutti siamo contenti che ci siano tanti voli dalla e per la Calabria, ma lei è sicuro che i tanti soldi spesi in questa operazione hanno un ritorno economico importante per noi?

Presidente Occhiuto, il turismo in Calabria vive grazie al lavoro della stragrande maggioranza dei suoi imprenditori turistici che conoscono come le loro tasche i mercati nazionali e internazionali, i potenziali partner e buyer. E questo non da oggi ma da sempre. Certo, utilizzeranno gli stand della regione Calabria nelle varie fiere, per quanto possano contare oggi, certo un aiuto importante gli viene dai contributi Cee per ammodernare e ristrutturare le loro strutture, ma finisce tutto qui. Quello che invece questi imprenditori chiedono a lei, alla regione e ai comuni è di avere servizi, infrastrutture, depurazione, mari puliti, pulizia urbana, strade asfaltate e ben tenute, su questo nulla o poco si muove. Non crederà veramente che con i droni, i battelli, i satelliti si risolvano problemi complessi e atavici.

La musica è la stessa in tutti i campi produttivi: artigianato e agricoltura, spesso gli imprenditori grandi e piccoli fanno da soli. Lei non può farsi paladino del nostro territorio e del nostro ambiente e poi proporre il rigassificatore e il ponte sullo Stretto. Queste oscenità le lasci a Matteo Salvini.

L’unico settore dove si chiederebbe un intervento serio e massiccio della regione e dello stato sarebbe la sanità. E la realtà è quella che abbiamo davanti ogni giorno andando in un qualunque pronto soccorso della nostra regione. Presidente Occhiuto, mi creda: senza l’istituzione regione e i contributi europei sono certo che la nostra terra sarebbe molto più sviluppata di quanto non lo sia ora. Ma lei veramente pensa che con la Calabria dello Spettacolo che ha messo su in questi anni noi abbiamo avuto una crescita culturale, civile, economica? Lei pensa che con il Capodanno Rai, e i vari eventi nati per portare turismo abbiamo realmente portato un solo turista in questa terra? Così come i tanti spot pubblicitari trasmessi ad capocchia sui canali Rai, Mediaset e La7, servano a qualcosa? Servono poco o a nulla perché, come dicono gli stessi rapporti dell’Istat e una volta dell’osservatorio regionale, i turisti scelgono dove trascorrere le proprie vacanze in base alle esperienze personali e al passa parola.

E il nostro, nonostante tutti i soldi spesi, resta ad oggi un turismo di vicinanza che non prende l’aereo e fortemente stagionalizzato. Tutto il resto sono chiacchiere. So bene che le mie considerazioni sono parole al vento, purtroppo non riguarda solo lei, ma un po’ tutto il mondo politico calabrese che vive in un suo mondo, all’interno dei palazzi del potere. E la cosa non mi scandalizza.

Voi pensate solo a chi vive di politica, ai corpi intermedi, categorie e associazioni imprenditoriali, di ogni settore che bussano quotidianamente alla vostra porta e che spesso rappresentano circoli chiusi, e così via. E che idea vuole che si faccia un calabrese quando vede sindacalisti che passano con naturalezza dal difendere i lavoratori a posti di governo? Tutti questi vanno a votare. Sono in quel 44% di elettori affezionati insieme ai ceti benestanti. Presidente, lei avrà avuto i suoi buon motivi per dimettersi, oggi giorno non c’è da fidarsi di nessuno, soprattutto amici e fratelli.

Presidente Occhiuto, però lasci stare i calabresi. Lo dica anche al suo segretario Antonio Tajani, noi non abbiamo nessuna dignità da riscattare grazie a lei o ad altri politici. La dignità e l’onore non l’abbiamo mai perso. I calabresi non sono secondi a nessuno, nè ai lombardi ne’ ai veneti, nè agli emiliani, non abbiamo bisogno della protezione o dell’aiutino pubblico. Viviamo del nostro lavoro, e per fare questo molto spesso emigriamo e quello che è più tragico emigrano i nostri figli e nipoti.