Requiem al Movimento5Stelle
Il Movimento5Stelle calabrese ed in particolare di Reggio Calabria è ormai ridotto a misere macerie fumanti. Come è ben chiaro dal profilo politico dei candidati proposti per le regionali del prossimo ottobre, il defunto M5S esce polverizzato per incapacità e per dolo, ormai geneticamente modificato nel medievale Partito Personale di Giuseppe Conte. Le liste M5S delle circoscrizioni Nord, Centro e Sud, sono state difatti decise a tavolino da pochi personaggi calati dall’alto e unti dal capopartito, in netta contraddizione con lo spirito democratico del fu Movimento.
È fatto noto che illustri sconosciuti (che nella stragrande maggioranza dei casi sarebbe stato meglio rimanessero tali) si siano arrampicati fino alle sale del potere in un tempo ancora democratico, genuino, forse troppo ingenuo. Ad oggi, da nord a sud della Calabria, partendo dal coordinamento regionale, passando dai coordinamenti provinciali e da molti dei rappresentanti dei gruppi territoriali, si è incistata una “classe dirigente” arrivista e di volgare incompetenza, che gioca a svuotare e straperdere. Coloro che hanno devastato le basi degli attivisti, dei simpatizzanti e degli elettori, godono del premio di briciole di potere effimero consegnategli direttamente per investitura dal cosiddetto capo politico “Giuseppi” Conte, il cui sogno più oscuro è impadronirsi di tutta la coalizione del centrosinistra italiano.
Se c’è qualcuno che vuole bene ad Elly Schlein la avvisi. Il pentastellato mietitore, non dorme mai. Tornando ai fatti, che il M5S in Calabria abbia vissuto sempre e solo del voto di opinione, è cosa nota. Quanto è cosa nota che Reggio Calabria sia stata sempre la provincia meno considerata, meno rappresentata e facile preda dei portavoce cosentini. A Reggio e provincia, personaggi da operetta vincitori della lotteria della vita e dei click, hanno stazionato per anni a Roma creando il vuoto siderale. In un partito “normale” (come vediamo per il centro destra), i nomi di questi signori avrebbero dovuto dominare le liste. Invece questi politicamente falliti, si limitano a galleggiare attendendo l’ennesimo listino nazionale. Non solum sed etiam, le liste del M5S sono infestate (con la benedizione della Orrico) da parassiti politici.
Basti pensare alla lista della circoscrizione Centro dove è stata candidata tale Daniela Iannazzo. Sconosciuta ai Cinquestelle ma, guarda il caso, moglie di un dirigente di peso di Fratelli d’Italia , tale Mastroianni, quindi della più granitica destra meloniana.
Nella lista della circoscrizione Nord, invece, pare fosse già apparecchiato un ricco banchetto per l’uscente consigliere regionale Ferdinando Laghi (De Magistris). Candidatura questa, sventata in extremis ma fortemente caldeggiata dalla coordinatrice regionale del M5S che lo ha poi fatto transitare nella lista Tridico Presidente. La stessa coordinatrice Anna Laura Orrico che, con pochissima serietà, si rivolgeva per iscritto ad attivisti di lungo corso del gruppo territoriale di Caulonia utilizzando frasi come cit. “Ma invece di scrivere lettere inutili” e peggio ancora “Ma chi vi dice queste cazzate” in merito alla richiesta di chiarimenti su dubbi legittimi relativi alla scelta calata dall’alto dei candidati. Che classe! Come riserva a Laghi, in pratica costringono a candidarsi Giuseppe Giorno, coordinatore provinciale e consigliere comunale a Luzzi… Quanto al prode consigliere uscente Tavernise, è finito sotto le ruote delle logiche del clan politico contingentato nell’asse Cosenza-Vibo Valentia-Polistena. Il tutto sotto l’occhio convenientemente “disattento” dell’esempio perfetto di uomo mediocre elevato a pensatore sommo: Pasquale Tridico.
Possibile che San Tridico non sia a conoscenza delle grane giudiziarie del vibonese deputato Riccardo Tucci, indagato per frode fiscale? E, ove informato, non trovi strano che queste rogne siano così poco riportate sui giornali ed ancora peggio completamente ignorate da Giuseppe Conte, che al contrario della tradizione pentastellata e delle aspettative degli attivisti, lo ha ricandidato nel listino bloccato alla Camera consentendogli di essere rieletto. Considerato che il procedimento a carico di Tucci ha subito diversi rinvii, qualche malpensante potrebbe suggerire al professore, che il pentastellato si stia in realtà difendendo dal processo e non nel processo, con l’orizzonte della prescrizione sempre più prossimo.
Altre, non meno gravi problematiche, attanagliano la provincia di Reggio Calabria, ed in particolar modo la città di Reggio, nella quale il M5S si è dissolto. Il primo, ed unico per un tempo infinito, Gruppo Territoriale della Provincia, si formò proprio nella città di Reggio sotto l’entusiastica e competente spinta della prima coordinatrice architetti Maria Laface, eletta con voto plebiscitario. Il gruppo allora contava quasi cento iscritti.
Ad oggi restano una dozzina di pensionati da bocciofila. Da anni il M5S, non riesce ad intercettare l’entusiasmo e la forza dei giovani. Dopo le dimissioni della Laface, il GT di Reggio perse guida e bussola e moltissimi seguirono l’esempio della ex rappresentante. A luglio 2025, circa quaranta iscritti furono espulsi dal GT per inattività ad opera e per volontà del nominato coordinatore provinciale Giuseppe Auddino e della sua vestale Roschetti. Questi sacerdoti del nulla politico, considerano gli attivisti al pari di schede telefoniche e non come persone pensanti che con il loro allontanamento e silenzio, hanno dimostrato di non condividere nulla di quanto strepitato da quelli che si proponevano come sbiaditi successori della Laface.
Inoltre ci risulta che, come già accadde per le elezioni europee, l’autocandidatura della Laface anche a queste Regionali sia stata completamente oscurata e omessa ai vertici di Roma che avrebbero operato la selezione dei curricula dei candidati. Questa esclusione, miseramente messa in atto dal solito gruppetto di adepti a convenienza del capo partito, dichiara il panico che questi nutrono da sempre nei confronti di tutti coloro che con la loro personalità e competenza naturalmente andrebbero a defenestrarli. Scippando il posto alla Laface, anche in provincia di Reggio, è stata candidata doppiamente (di fatti è già capolista nella circoscrizione Nord) la straperdente cosentina Elisa Scutellá. Falsa martire del partito, che sta giocando da mesi ad equivocare la sua esclusione dal Parlamento. Fu la Orrico, e non lei, ad avere la peggio con Gentile al riconteggio dei voti. Per non perdersi cotanta rappresentante, il Movimento la sistemò nottetempo quale portaborse della parlamentare europea Palmisano. A riguardo delle elezioni europee, deve essere ricordato che sempre Maria Laface era già stata esclusa dalle autocandidature, poiché sarebbe andata ad interferire pesantemente con lo sponsorizzatissimo riposizionamento della politicamente scialba pugliese Palmisano, sostenuta da moltissimi parlamentari M5S, soprattutto calabresi.
Nessuna risposta è mai pervenuta dal Partito personale di Conte (ex M5S) alle numerose richieste di spiegazioni in merito da parte della Laface. I bene informati raccontano che, solo all’ultimo, sia stata imbastita una scusa che suona come una sonora presa per i fondelli agli elettori e senza alcuna correlazione con lo Statuto vigente all’epoca dei fatti. Pare infatti che la ex rappresentante fosse stata esclusa perché dimessasi dal ruolo nel GT di Reggio a gennaio del 2024. A tal proposito, e per capire fino in fondo a che bassezze morali sia arrivato il M5S, riportiamo parte del messaggio che Roschetti sta inviando a diversi attivisti della Provincia di Reggio per captare i favori: “Buongiorno …, intanto mi scuso per il contatto via messaggio, ma i tempi non permettono altro. Sono candidata alle regionali ma lo sai. Omissis…Sono…..rappresentante del gruppo territoriale di Reggio Calabria fino a qualche giorno fa (ho dovuto dimettermi infatti per la candidatura )….Giovanna”. È evidente come il mandare messaggi senza nemmeno spendere un minuto del proprio tempo in una telefonata dovuta, definisca la classe di questa sconosciuta ai più. Quanto è evidente come le leggi, e meglio ancora gli statuti, con gli amici si interpretino, con i nemici si applichino. Leggendo i nomi presenti nella lista della circoscrizione Sud, si resta sbalorditi nel trovare tale Antonio Germano’, oscuro e sconosciuto al M5S fino a pochi mesi fa, la cui candidatura minimamente rispetta il regolamento previsto dallo statuto.
L’unico fatto notevole di questo personaggio è l’essere stato il consulente (come facilmente riscontrabile ancora oggi sul sito del Ministero della Coesione territoriale) della ex pentastellata dimaiana Dalila Nesci, oggi protagonista di una candidatura horror nella lista Centro di Fratelli d’Italia.
Altre candidature totalmente insensate sono quelle di Ismaele Ottavio Caruso e Benedetta Genovese, nata e cresciuta nel messinese, già candidata e posizionatasi tragicamente ultima alle elezioni amministrative del Comune di Villa San Giovanni nella lista della poi eletta sindaca Giusy Caminiti. Il pronostico è che costoro possano contare giusto sulle preferenze dei familiari e di qualche sparuto amico e nel caso di Genovese, nemmeno su quello. Infatti capolista della lista Tridico Presidente è Caterina Trecroci, Presidente del consiglio comunale di Villa San Giovanni. Ci si chiede come sia possibile che il coordinatore provinciale Auddino, che tanto ha tramato anche e soprattutto per la lista del Presidente, non l’avesse considerato. Ed è possibile che Genovese, accecata da questa effimera ribalta, non abbia subodorando la trappola nella quale stava andando a mettersi?! Anche la candidatura di Caruso, della quale pare ad oggi si dica pentito, non rispetta le regole previste dallo statuto.
Ciò che lascia più sbalorditi è che il posto di capolista sia stato lasciato alla “signora dei messaggi” Roschetti, già candidata alle comunali, amministrative di condominio e scorse regionali, nelle quali, nonostante il favore matematico della neo introdotta preferenza di genere, portava alle casse del partito poco più di 500 miseri voti. In ultimo, ed ancor più triste, è la presa in giro relativa alla votazione online. Difatti, quando il Movimento era ancora il M5S delle origini, i nominativi delle autocandidature venivano tutti riportati sulla piattaforma di voto ed erano poi gli iscritti a scegliere e votare i loro candidati. Ad oggi questo processo è completamente scomparso e sostituito dalla selezione ab origine operata dai soliti noti. Solo successivamente a questa selezione chirurgica del peggio e quindi a liste già formate, gli iscritti sono stati chiamati a votare per il sì o per il no. Il risultato relativo alla consultazione per queste regionali, considerato il sentimento popolare che da nord a sud grida contro lo scempio di queste liste, sembra quantomeno oscuro.
In questi tempi di incontri politici e comizi, è tristissimo vedere le piazze promosse dal defunto Movimento, completamente svuotate di cittadini nonostante la presenza di San Tridico e di pochi candidati che si parlano addosso. Questo è ciò che rimane ormai del M5S. Un manipolo di arrivisti che hanno scientificamente eliminato tutti i potenziali concorrenti che, diversamente da loro, avrebbero goduto e godono di un consenso ampio. Perché il potere calato dall’alto con metodi dittatoriali ed insensati, non porta il consenso. Porta alla dissoluzione completa. Lasciamo a voi tirare le amare somme, sperando che in futuro la Calabria sappia costruire un’alternativa politica ed umana capace davvero di risollevarne le sorti.
Reggio Calabria 10.09.2025
Gli ex attivisti del defunto M5S









