Quello che ormai era risaputo da più tempo adesso sta diventando realtà. Del resto, già lunedì 18 settembre 2023 era arrivata la scontata ufficialità. I Vescovi calabresi riuniti nella diocesi di Locri, convocati dall’Arcivescovo Fortunato Morrone, crotonese ma in esercizio a Reggio Calabria, avevano già sostanzialmente decretato la chiusura dei seminari di Cosenza e Reggio Calabria utilizzando la “volontà del Papa” come spauracchio.
Anzi, avevano decretato una chiusura “lenta e inesorabile”, affinché nessuno protestasse. Quindi il documento sulla formazione dei sacerdoti era stato approvato dal Consiglio permanente della Cei. Due sollecitazioni e un unico obiettivo: dare concretezza alla riforma dei Seminari e accelerare sulla strada della sintesi e dell’unità.
L’impulso arrivato dalla Cei non faceva altro che fornire nuova linfa al percorso che tra non molto porterà ad accentrare su Catanzaro le funzioni finora svolte dai seminari di Cosenza e Reggio Calabria. E oggi i media di regime annunciano con grande risalto la riforma dei seminari della Calabria “benedetta” dal Papa.
Noi avevamo svelato sin da subito il retroscena. Ciò che sarà decretato è il trasferimento a Catanzaro della teologia, cioè degli ultimi quattro anni di studi del percorso che serve per diventare sacerdoti, ovviamente si tratta degli anni più importanti che sono preceduti dal biennio filosofico.
Allora i Vescovi della Calabria hanno trovato questo escamotage: per non far dire a nessuno che “chiudono i Seminari di Cosenza e Reggio” (cosa verissima e voluta prima di tutto dall’antivescovo Morrone), prima spostano la teologia. In questo modo raggiungono tre scopi:
1. Salvano il Seminario di Catanzaro (che viene definito fintamente regionale, visto che regionale non è mai stato). Lo salvano dalla moria di vocazioni dovute allo scioglimento del Movimento Apostolico: l’unica realtà che garantiva alla Arcidiocesi di Catanzaro una vera e propria fucina di vocazioni. Chiaramente, con il crollo dovuto all’illegittima chiusura del movimento apostolico, il Seminario di Catanzaro si è letteralmente svuotato: la (oramai ex) gloriosa arcidiocesi di Catanzaro è tra le diocesi con meno seminaristi. Dal momento che i vescovi calabresi sono quasi tutti ex-alunni (e taluni anche ex-deformatori) del Seminario di Catanzaro, allora stanno svuotando le loro diocesi (in cui svolgono il ministero di vescovi) per soccorrere il Seminario di Catanzaro. E così, voi direte, si salva il Seminario? Poi chi salverà la Chiesa da questo modo di ragionare antievangelico?
C’è un ulteriore ragguaglio che merita menzione: l’operazione è destinata a salvare anche economicamente il Seminario di Catanzaro. Dalle diocesi di Cosenza e Reggio arriveranno tanti soldi, anzi più soldi che da tutte le altre diocesi, perché queste due diocesi, soprattutto quella Brutia, ha molti seminaristi da mantenere e quindi pagherà molte rette. Da Cosenza e Reggio arriveranno circa 300mila euro l’anno, una manna dal cielo che sarà spartita tra pochi eletti. Nel frattempo le due diocesi continueranno a spendere i soldi anche per i loro Seminari che i vescovi faranno finta di lasciare in vita con il biennio filosofico.
2. Avviano il percorso per costituire la Facoltà Teologica Calabrese: la cricca crotonese, che ormai detta legge in Calabria e in Vaticano, disponendo pure di influenti agganci nel Palazzo Apostolico, si è mobilitata per avere ciò che non ha mai avuto: la Facoltà. Così, con i dovuti appoggi del Dicastero per la Cultura, già lunedì i vescovi indicheranno un crotonese per guidare l’Istituto teologico che poi diventerà Facoltà. Di chi si tratta? Di Alessandro Saraco, fedelissimo del vescovo distruggi Seminari, S.E. Mons. Morrone, e del manovratore che sta ordendo la trama per far soccombere Cosenza e Reggio: S.E. Mons. Panzetta, Vescovo di Crotone. Ovviamente a nessuno importa andare a vedere come i numeri dell’Istituto siano crollati e non si riesce neanche ad avviare un Master, ciò che conta è il pennacchio che bisogna appuntare sul bavero dei crotonesi a costo di chiudere i Seminari di Cosenza e Reggio.
3. Infine i Vescovi raggiungeranno lo scopo di collassare i Seminari di Cosenza e Reggio senza mai chiuderli ufficialmente. Come potranno sopravvivere con i soli bienni filosofici? Andranno al collasso in men che non si dica, anche dal punto di vista economico, perchè i soldi devoluti per la formazione del Clero e dei futuri presbiteri andranno a Catanzaro!
Questo provvedimento è un pessimo inizio per il Vescovo di Cosenza Checchinato: privare il Seminario di Rende della Teologia sarà sempre ricordato come un provvedimento iniquo e ingiusto. Checchinato rovescerà tutto quanto costruito con fatica dai suoi predecessori, disponendo il trasferimento degli amati seminaristi bruzi nel luogo che ha procurato più scandali che vocazioni alla Chiesa Calabrese.
“Cosenza è sempre vittima di questi soprusi inaccettabili, adesso anche la Chiesa tradisce Cosenza. Chi restituirà a questo territorio la dignità?”. Così si dice negli ambienti della Chiesa cosentina… Ma ormai tutto è compiuto. Amen.