La Corte di Cassazione ha confermato, a febbraio scorso, la condanna a un anno e quattro mesi con pena sospesa per Franco Talarico per corruzione elettorale semplice. I fatti risalgono alla campagna elettorale nazionale del 2018. L’ex presidente del Consiglio regionale venne condannato in primo grado a cinque anni di reclusione per voto di scambio elettorale mafioso. In appello la condanna fu ridotta a un anno e quattro mesi per corruzione elettorale semplice.
I giudici d’appello se da un lato non diedero a Talarico l’aggravante mafiosa perché coloro che erano stati impegnati a raccogliere i voti non erano mafiosi riconosciuti, “non avevano una fama criminale riconosciuta»., dall’altro lato non concessero a Talarico le circostanze attenuanti generiche con una motivazione forte «considerando il grave svilimento della funzione politica e il mercimonio del consenso elettorale».
L’operazione Basso Profilo scatta nel 2021, e portò agli arresti domiciliari per Talarico. Franco Talarico era all’epoca assessore regionale al Bilancio. Nominato assessore nel 2020 da Jole Santelli, conserva la delega anche all’arrivo di Nino Spirli alla carica di presidente dopo la morte di Jole Santelli. All’arresto di Talarico, il presidente Spirli decide di non revocarlo dalla carica con la motivazione che Talarico poteva partecipare alle riunioni di giunta tramite smartworking. Così avviene fino a quando l’ufficio legale regionale informa, con tanto di comunicazione, il presidente Spirli che c’era il rischio che tutte le delibere, approvate nelle sedute di giunta con Talarico collegato in smartworking, venissero annullate. Da quel momento Franco Talarico non parteciperà più alle riunioni di giunta, ma continuerà a prendere lo stipendio di assessore regionale esterno pur nell’impossibilità di svolgere il proprio ruolo. Talarico ritornerà a partecipare alle riunioni di giunta una volta scarcerato. Nino Spirlì, riaccoglie in giunta Talarico dopo la scarcerazione senza aver mai messo in discussione né presenza, né deleghe. “È un uomo mite, di grande disponibilità nei confronti dei calabresi” spiegava il presidente della Regione facente funzioni. E i calabresi hanno pagato per mesi un assessore agli arresti domiciliari impossibilitato a svolgere il proprio ruolo…