di Fabio Menin
L’80% DEI DIPENDENTI PUBBLICI CALABRESI (DI QUALUNQUE AGENZIA FACCIANO PARTE) E’ STATO ASSUNTO PER SPINTA POLITICA. Che significa? Che ogni paese e città ha i suoi dipendenti raccomandati da politici locali, massoni e qualche volta filondranghetisti. Questi stanno nella regione, nelle Asp, nei comuni, nei consorzi di bonifica e in qualunque struttura pubblica calabrese. Naturalmente non tutte queste migliaia di persone sono disoneste, come invece spesso quelli che ce li hanno messi: però devono rispondere appunto a coloro i quali li hanno fatti sedere senza concorso su quella seggiola.
Ecco perché mi appare molto strana questa meraviglia che tutta l’Italia s’è fatta delle condizioni pietose in cui versano la regione e le Asp della Calabria. Lo stato non sapeva prima chi comanda nella Regione Calabria? Adesso se n’è accorto? Il commissario Cotticelli scivolato su una buccia di banana in un’intervista: nei quasi 2 anni di servizio calabrese cosa ha prodotto? Lo stato dov’era? Lo stato non c’era, perché lo stato ha deciso da tempo di lasciare la Calabria abbandonata a se stessa. ‘Ndrangheta? Asp dove i soldi spariscono? Cittadini che emigrano per farsi curare e per lavorare? Al nostro stato finora è importato assai poco di tutto ciò: l’unica cosa di cui lo stato nazionale italiano si è curato, è il periodo delle elezioni, perché per fare le maggioranze a Roma, qualche volta sono serviti anche i voti degli eletti in Calabria. Eletti i quali fino ad ora sono sempre stati lasciati nelle anticamere dei palazzi che contano. Non tutto però va dipinto con questo colore grigio, c’è anche qualche calabrese che non ci sta: Gratteri e il suo pool, per esempio, che qualche anno prima aveva provato ad aiutare il magistrato De Magistris nella sua lotta un po’ rocambolesca contro la massoneria catanzarese e calabrese.
Dove arriverà Gratteri? E’ presto per dirlo, ma se il potere massonico e mafioso, unito alla politica sostanzialmente comanda o ha le sue propaggini dentro le istituzioni non solo calabresi, ma anche statali, personalmente non penso che un onesto magistrato potrà fare più di tanto. Onore al merito per carità , e mi auguro che possa mettere in galera tanti altri disonesti. Il punto, però è che se poi chi è governato dai disonesti, andrà di nuovo a chiedere il piacere a questo o a quello, ci saranno altri disonesti pronti ad emergere.
La verità è che la Calabria istituzionale è come un fardello del feudalesimo che l’Italia si trascina dietro con stanchezza e quasi con senso di elemosina: una borghesia figlia del baronato locale, abituata a comandare per nome di famiglia, com’è anche adesso a Catanzaro, visto che ci sono pochissime famiglie che comandano dentro la città e nella cittadella regionale. Come mai la moglie del dott. Gaudio non è voluta ritornare a Catanzaro? (si fa per dire, perché è lo stesso professore che la pensa così). Beh, perché conosce perfettamente la situazione essendo calabrese… Anche la parentesi Cinquestelle, che tante speranze aveva suscitato nei calabresi che avevano votato in massa nel 2018 con la speranza di cambiare, ebbene si sta rivelando un diversivo, perlomeno in Calabria. 18 parlamentari che non sono stati capaci di spostare di mezzo millimetro l’ago del potere istituzionale, di fare arrivare opere pubbliche che mancano, di far riaprire ospedali, tribunali chiusi e quant’altro.
Sì, è vero, però si sono sistemati a vita, o quasi. Ecco perché la Calabria istituzionale nel suo insieme, per il mio parere è DA METTERE NEL CESTINO, TUTTA INSIEME. Nuovi funzionari, nuove strutture, chiudere quelle inefficaci e preda della corruzione, rifare le Asp, i comuni e quant’altro. Ma per far questo bisogna sconfiggere massoneria e ‘ndrangheta, cioè ci vuole una guerra. E la guerra si fa coi generali, e coi soldati non con le barzellette dei commissari!!