La Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati nell’inchiesta Passepartout che vede coinvolti Nicola Adamo, Mario Oliverio, Luigi Zinno, Giuseppe Lo Feudo, Pietro Ventura, Rocco Borgia, Antonio Capistro, Giuseppe Trifirò, Mario Occhiuto, Luigi Incarnato, Luca Morrone, Tito Berti Nulli, Santo Marazzita, Pasquale Gidaro, Arturo Veltri, Giulio Marchi, Armando Latini, Giovanni Forciniti, Fortunato Varone e Eugenia Montilla. L’udienza dal gup sarà il prossimo 13 dicembre.
I reati contestati sono sono a vario titolo: turbata libertà degli incanti, corruzione, traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture.
In particolare Oliverio e Adamo, secondo la Procura, sarebbero i promotori di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere una serie di delitti contro la Pubblica Amministrazione”.
Adamo e Oliverio, insieme al dirigente del dipartimento Infrastrutture della Regione Luigi Zinno ed al direttore generale delle Ferrovie della Calabria, Giuseppe Lo Feudo, avrebbero favorito l’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione della metropolitana leggera di superficie tra Cosenza, Rende e l’Università della Calabria, in favore del raggruppamento di imprese costituito dalla Cmc (Cooperativa muratori e cementisti) e dalla Caf (Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles) in avvalimento con la Francesco Ventura Costruzioni ferroviarie. Da qui il coinvolgimento del sindaco Occhiuto.
Il primo cittadino di Cosenza avrebbe compiuto atti contrari ai suoi doveri di ufficio nell’ambito della sottoscrizione dell’accordo di programma per la metropolitana di superficie. In cambio della realizzazione dell’infrastruttura accettava quale utilità indebita la promessa avanzata in concorso dal governatore Mario Oliverio e da Luigi Zinno di ottenere da parte della Regione Calabria i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del Museo di Alarico oggetto di gara d’appalto (illegittima) indetta dal Comune di Cosenza nell’ambito dell’intervento di riqualificazione della confluenza del fiume Crati e Busento.
Tra gli indagati figura pure l’ex presidente del consiglio comunale di Cosenza, Luca Morrone, che avrebbe sottoscritto nel 2016 le proprie dimissioni da consigliere comunale allo scopo di far scattare la decadenza di Mario Occhiuto da sindaco, accettando la promessa da Nicola Adamo e Mario Oliverio di ricoprire alternativamente in futuro la carica di vicesindaco o comunque un incarico di ingegnrre presso la Regione Calabria.
A Nicola Adamo, Mario Oliverio e Luigi Incarnato, quest’ultimo ex assessore regionale ai Lavori Pubblici e attuale commissario liquidatore della Sorical calabrese, viene inoltre contestato di aver indotto numerosi consiglieri comunali di Cosenza a rassegnare le dimissioni, nel febbraio del 2016, per provocare la decadenza dell’incarico di sindaco, dell’architetto Mario Occhiuto, poi rieletto e attuale primo cittadino bruzio.