Calabria corrotta, il Riesame ha deciso: “Palla Palla, rimani a San Giovanni in Fiore”

Nessuna revoca della misura cautelare per il presidente della Regione Mario Oliverio coinvolto nell’inchiesta “Lande desolate” coordinata dalla Procura di Catanzaro retta da Nicola Gratteri. Confermato quindi l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore.  I giudici del Tribunale dei Riesame di Catanzaro hanno rigettato l’istanza di revoca della misura cautelare che era stata presentata dal difensore di Oliverio, l’avvocato Vincenzo Belvedere, e che era stata discussa ieri davanti il Tribunale, che si era riservato la decisione.

Il governatore, indagato per abuso d’ufficio, nella giornata di ieri è stato raggiunto da un nuovo avviso di garanzia con una nuova accusa, quella di corruzione. Si è entrati così in una situazione e in una ipotesi di reato notevolmente più grave, che tra l’altro sembrava già tratteggiata il 17 dicembre, quando per Oliverio scattò l’obbligo di dimora. Adesso, però, Gratteri sostiene apertamente e direttamente che Palla Palla è un corrotto e non è una novità di poco conto.

L’oggetto del contendere è sempre l’appalto per la costruzione dell’impianto sciistico di Lorica, affidato all’imprenditore Giorgio Barbieri, vicino al clan Muto e che avrebbe beneficiato di risorse pubbliche non dovute assicurando in cambio il rallentamento dei lavori del cantiere di piazza Fera/Bilotti a Cosenza. Proprio per questa vicenda la procura ha deciso di formalizzare l’ipotesi di reato di corruzione, visto che è un atto contrario ai doveri d’ufficio. E la circostanza avrà certamente influito anche sulla decisione del Riesame.