Calabria corrotta, la Santelli trova la quadra: un assessorato ciascuno non fa male a nessuno

Quella che si apre domani per Jole è una settimana di pieno e duro lavoro. C’è da varare la giunta e convocare il primo consiglio regionale dell’era Santelli. Bisogna riempire le 5 caselle ancora vuote per completare l’organico di giunta, e assegnare la prestigiosa carica di presidente del Consiglio Regionale.

A dire il vero Jole si è già portata avanti con il lavoro nominando, da subito, due assessori: il capitano Ultimo al secolo Sergio De Caprio con delega all’Ambiente, e l’astrofisica e docente dell’Unical Sandra Savaglio con delega alla Cultura, Istruzione e Ricerca. Nomine che le permettono di convocare in maniera ufficiale, anche se ancora non completa, già da lunedì, la sua prima riunione di giunta: Jole è già operativa e può a tutti gli effetti adottare i suoi primi provvedimenti. Nel mentre lavora alla spartizione del bottino che nel gergo politico vuol dire completare la sua squadra di governo.

L’arresto di Creazzo, oltre a delineare la “qualità mafiosa” di diversi esponenti della coalizione che l’ha sostenuta, ha offerto a Jole una possibilità che non si aspettava. Come dire: non tutti i mali vengono per nuocere. E così ha proposto agli alleati di formare una giunta di non eletti, per non correre il rischio di ritrovarsi con qualche assessore “eletto” in galera, vista l’aria che tira, cosa che comprometterebbe irreversibilmente l’immagine del Consiglio Regionale delegittimandolo definitivamente agli occhi della gente. E le probabilità che ciò accada, e lo si deduce dalla presenza di molti personaggi borderline eletti nelle sue fila, sono alte, e concrete. Meglio mettere “esterni” al di sopra di ogni sospetto così da “blindare” la giunta da possibili azioni giudiziarie che correre questo rischio.

La proposta è stata accolta con qualche smorfia dagli alleati, in particolare dalla Lega. che non c’ha pensato su due volte ad aprire una forte polemica con Jole, arrivando addirittura alla minaccia. E il motivo è semplice: i vecchi marpioni, i potentati politici e finanziari, la masso/mafia e gli amici degli amici, non ci stanno ad affidare i propri interessi nelle mani di persone estranee alla paranza. Ed è per questo che hanno preteso da Jole la garanzia di poter nominare ognuno il proprio uomo, se così deve essere. I patti sono patti e vanno rispettati. E poi non bisogna farsi prendere dal panico perché l’arresto di Creazzo, per i grossi boss politici e massoni, è solo un incidente di percorso che non avrà altre conseguenze, almeno non destinate al loro indirizzo. Garantisce certa magistratura. Perciò bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, e agli amici degli amici quello che è degli amici degli amici. Questi erano i patti, e tutti e cinque i partiti che formano la coalizione che sostiene la Santelli vogliono, come più volte abbiamo scritto, la loro fetta di torta. Delle operazioni di polizia non gliene frega niente: se mai dovessero arrivare c’è chi è in grado di apparare. E se c’è qualcuno che resta nella rete peggio per lui. Arrestato un boss se ne fa subito un altro.

A rigor di matematica l’operazione di spartizione del bottino non dovrebbe incontrare difficoltà: cinque sono i partiti, cinque sono i posti disponibili, uno ciascuno non fa male a nessuno. Anche se resta da assegnare il prestigioso ruolo di presidente del Consiglio Regionale che pare essere “l’oggetto del contendere” tra Salvini e Jole. L’assegnazione delle funzioni avviene, invece, con il più classico dei metodi: in base alla percentuali dei voti riportati. Più voti hai preso, più ti spetta un assessorato di peso. In una sola parola, siamo ancora una volta di fronte alla classica “lottizzazione” del potere ad opera dei partiti. Che è quello che avviene in Italia, dalla nascita della Repubblica ad oggi, appunto!

Dunque, dopo le sparate di Jole con capitano Ultimo, niente di nuovo sotto il sole. Siamo sempre alla stessa solfa. Le discussioni dei prossimi giorni verteranno su quanto spetta a te e quanto spetta a me. Se è più fedele questo o quello. E ancora una volta ci ritroveremo con una giunta composta da esponenti di partito e degli amici degli amici senza alcuna competenza o entusiasmo, messi lì solo per tutelare gli interessi della paranza.

Questo è il cambiamento che tanti calabresi hanno votato, ma a guardare come vanno le cose l’unico cambiamento di cui si può parlare è quello dei rapporti di forze nei partiti che sostengono la Santelli: gregari che diventano boss e boss che cadano in vascia fortuna! E’ l’alternanza, bellezza!