Calabria, i costi per ombrellone e sdraio. A Tropea i prezzi più alti

Prenotare ombrellone e sdraio in un lido privato, in Calabria, è un lusso? È questa la domanda a cui ha provato a rispondere Federconsumatori Calabria, tramite un’indagine che ha simulato la prenotazione di un servizio spiaggia su 40 stabilimenti balneari della regione e rappresentativi di ogni provincia e delle principali località turistiche della costa Jonica e Tirrenica. Il risultato? Tropea ottiene il primato del lido con il maggiore costo giornaliero: 40 euro per un ombrellone e 2 sdraio per il mese di agosto. Risultano invece già esaurite alcune prime file a Praia a Mare e Diamante (terza-quarta fila tra 15-25 euro). Mentre in altri luoghi, come ad esempio Squillace, viene offerta una sola proposta tariffaria per l’intera stagione estiva a 600 euro.

La classifica. Fra le località con il più alto costo giornaliero per il servizio balneare di sdraio e ombrellone e per le prime file, risultano nell’ordine: Tropea (40 euro), Capo Vaticano/Ricadi, Squillace, Pizzo, Scalea, Roseto Capo Spulico, Corigliano-Rossano, Soverato, Scilla (tra 20 e 25 euro).

Più contenuti i costi delle altre località, fra cui: Reggio Calabria, Roccella Jonica, Siderno, Crotone, Cirò Marina, Isola Capo Rizzuto, Soverato, Catanzaro Lido, Amantea, dove le tariffe giornaliere oscillano tra i 10 ed i 20 euro. Variano da località a località e da uno stabilimento all’altro, i costi per le altre file retrostanti e le offerte per il solo week end (ad esempio a Roseto Capo Spulico a 45 euro), a settimana o mensile. In tutte le offerte è escluso il parcheggio auto che va aggiunto agli altri costi.

Sole e mare da soli non bastano. “Siamo partiti dal presupposto che non bastano bonus e incentivi per scegliere di trascorrere le vacanze in Calabria – afferma Mimma Iannello, presidente di Federconsumatori Calabria – se poi mancano servizi e infrastrutture che rendano appetibili i territori. Sole e mare da soli non bastano ed anche il mare ha le sue incognite sui costi e sulla qualità di fruizione. Compresi gli stabilimenti balneari”.

Spiagge accessibili a pochi. “Le tariffe emerse nella nostra indagine – sottolinea Iannello – lasciano supporre che in certi luoghi di vacanza le spiagge private, visti i costi, diventeranno accessibili a pochi. Un limite che diventa discriminante se si pensa che la sicurezza in spiaggia potrebbe rivelarsi un optional tra chi può permettersi un servizio privato sicuro e chi, per scelta o per necessità, deve far uso delle spiagge libere con maggiore afflusso e dove, non tutte le amministrazioni locali, saranno nelle condizioni di assicurare una piena vigilanza sanitaria. Ancor più laddove molte spiagge, soprattutto nel tirreno cosentino, sono state privatizzate e restano scampoli liberi dove accaparrarsi il migliore posto al sole.