Calabria, Dipartimento Agricoltura. Bando di gara “truccato” e annullato: l’aveva scritto chi ha… vinto

Non è certo la prima volta che ci occupiamo del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, uno degli avamposti principali del malaffare e della corruzione calabrese, che si sono materializzati nelle ultime elezioni regionali in un dato allucinante: l’assessore Gianluca Gallo, a fronte delle sue “elargizioni” a cani e porci (con tutto il rispetto per gli animali) è stato in grado di “collezionare” oltre 20mila preferenze e non certo perché è… bello (porcaria e arrassusia signuri).

L’ultima prodezza è su una gara relativa al Psr di circa 12 milioni di euro. Una gara che, a quanto pare, non riuscirà a vedere la luce perché qualcuno per fortuna s’è accorto che il bando di gara l’aveva vinto proprio… chi l’aveva scritta. In perfetto stile Gianluca Gallo, con la complicità determinante del dirigente Giovinazzo, detto anche lo zerbino, del quale ci siamo occupati decine di volte insieme al suo capo.

Eugenio Aceto

Il protagonista locale di questa vicenda si chiama Eugenio Aceto, consigliere provinciale ma anche consigliere comunale di Rende, della dinastia degli Aceto, al servizio ormai da anni del sindaco massomafioso Marcello Mazzetta, del quale sogna anche di prendere il posto. Non è un mistero che Aceto si dia da fare anche nel campo agricolo e le prove documentali che hanno trovato gli esclusi dalla gara l’hanno finalmente colto con le mani nella marmellata. Eugenio Aceto, borioso fino al midollo, cammina per Rende e si sente già sindaco, visto che dice in giro che sarebbe indicato dal centrodestra ma vota senza imbarazzo (forse per ignoranza, forse per inconsapevolezza, forse perché gli conviene) la risoluzione dell’embargo a Cuba (!), e la cittadinanza onoraria alla figlia del Che, come ad Ocalan. Roba da sbellicarsi dalle risate…

Ma torniamo alla gara di Eugenio Aceto il fanfarone. Il documento che vi mostriamo è la prova che la gara era stata preparata da chi poi l’ha vinta ed è per questo che è stata annullata l’aggiudicazione: perché un concorrente ha trovato tra le proprietà degli atti di gara che il file era stato redatto da Cogea – che poi risulta tra i vincitori!!!- e tra gli altri “fortunati vincitori” c’è anche l’indicazione del consigliere Aceto…

Morale della favola: il pasticcione di Giovinazzo annulla l’aggiudicazione ed invita la Stazione unica appaltante a ripubblicare la gara (https://www.regione.calabria.it/website/portaltemplates/view/view_provvedimenti.cfm?73795&fbclid=IwAR1eVJqdlqaADrW93akJmudPFyubVjMSN85vKhrXBdUDwC3Z6wvEcAJdnpI).
La ditta Cogea, che dal 2000 non molla l’osso del servizio di assistenza tecnica del PSR, prepara gli atti di gara, quel fenomeno di Giovinazzo, sciatto com’è, nemmeno controlla quello che trasmette alla Stazione unica appaltante, che pubblica gli atti di gara “dimenticandosi” di eliminare chi l’ha scritta ovvero l’autore Cogea.

Eh sì, perché Cogea vince la gara ed un concorrente scopre l’arcano. Il pasticcione di Giovinazzo annulla l’aggiudicazione ed invita la Stazione unica appaltante a ripubblicare il bando di gara. Adesso cosa accadrà? Avranno il buonsenso e l’eleganza di non far vincere Cogea, o sono obbligati a farla (ri)vincere per garantirsi il carrozzone di amici da imbarcare come questo gran paraculo di Eugenio Aceto, il primo che ci viene sotto occhio, che pare sia anche consulente di detta società?

In tutto il mondo dell’agricoltura calabrese questi documenti che stiamo pubblicando, girano vorticosamente da qualche giorno. Questi documenti sono le prove inconfutabili che è stato commesso un illecito con evidenza estrema. Robertino non può certamente prendersela con Gianluca Gallo, che lo tiene per le pallette dall’alto dei suoi 20mila voti di preferenza, ma non può far finta di niente. E allora almeno farà saltare le testa di Giovinazzo lo zerbino? Le scommesse sono aperte.