In migliaia hanno partecipato a Catanzaro alla manifestazione per il diritto alla salute. I politici del centrosinistra, per quanto pesantemente coinvolti nel saccheggio della sanità pubblica, hanno “cavalcato” la tigre della protesta. E al presidente di Regione nonché commissario del piano di rientro della sanità calabrese e commissario per l’emergenza, saranno fischiate in continuazione le orecchie.
Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, facendo gli onori di casa, ha aperto la serie degli interventi, moderati da Bianca Rende, consigliere comunale di Cosenza. “Questa è una piazza per la Calabria, per il futuro – ha detto il primo cittadino di Catanzaro -. Questa piazza non è contro nessuno, ma dico al presidente Occhiuto di mettersi in sintonia, di ascoltare il proprio popolo e di portare le esigenze ai massimi livelli. Abbiamo bisogno di eguaglianza, questa è la piazza dell’orgoglio calabrese e la dedico a chi non c’è. Questa piazza la dedico a Federica Monteleone (la ragazza vibonese morta di malasanità, ndr)
Anche il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, ha ricordato una vittima di malasanità, Maria, morta ufficialmente per una infezione dopo un’odissea vergognosa. Rivolgendosi a Occhiuto, Falcomatà ha detto: “Presidente, la Calabria straordinaria che noi vorremmo, che tutti i calabresi vorrebbero è quella dove esiste una sanità territoriale, dove le ambulanze girano con i medici, dove non si muore di infezione e soprattutto dove le persone possono decidere di rimanere a curarsi perché è garantito il loro diritto costituzionale alla salute anche se non si ha la possibilità di scegliere il medico da cui farsi curare. Perché l’accesso alle cure non può essere un privilegio ma un diritto irrinunciabile per i calabresi, che questo commissariamento considera cittadini di serie B. Pensare di risolvere i problemi della carenza di personale con i medici cubani è come tentare di svuotare l’oceano con un cucchiaino. Piuttosto, si lavori affinché i tanti giovani medici calabresi, che rappresentano delle eccellenze in termini di competenze e professionalità, possano tornare nella nostra terra per qualificare il nostro sistema sanitario. Il messaggio che arriva da questa ‘piazza’ è deflagrante, perché non rappresenta solo delle legittime rivendicazioni, ma racchiude i tanti gridi di dolore di quelle famiglie che hanno vissuto il dramma della malasanità e che quest’oggi sono insieme a noi, non certo per posizione ideologica, ma per ribadire il sacrosanto diritto alla salute”.
Il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, che per sua fortuna non è ancora tesserato con nessuno dei partiti del centrosinistra, ha preso la parola in uno dei momenti più significativi della manifestazione infiammando la piazza: “Quella di oggi è la Calabria vera, quella che va nei Pronto soccorso diventati ormai parcheggi sociali, quella che è costretta a sopportare le ambulanze senza medico, a mettersi in marcia per i viaggi della speranza o che non si cura più…”. Stasi ha amaramente sottolineato che la sanità pubblica è stata smantellata e non esiste più forse anche per l’eccessivo silenzio dei calabresi, che magari speravano di non essere toccati dall’emergenza. “E invece oggi tutti ma proprio tutti siamo coinvolti da questo disastro”. Passando all’operato di Occhiuto, Stasi non ha risparmiato critiche su tutta la linea: dal costante finanziamento ai boss della sanità privata alle deroghe per gli appalti e i subappalti che sono il nuovo fronte degli affari per i padroni della sanità: “Grazie alle deroghe, appalti e subappalti ci costano tre volte di più e gli ospedali pubblici in realizzazione vengono gestiti di fatto dai privati per altri 30 anni”. “Occhiuto, apri le orecchie – ha esclamato Stasi, alzando il tono della voce -. Non si tratta di essere contro, ma si tratta di ascoltare le proteste della gente che non ce la fa più”.