Fonte: Il Fatto Quotidiano
“Abbiamo deciso in questi mesi di tenere riservata la trattativa, anche perché nel frattempo altre istituzioni, pubbliche e private, stavano esplorando con insistenza la stessa strada. Il risultato raggiunto, però, ci ripaga del lavoro fatto”. Potrebbe sembrare, in questi tempi di calciomercato, la dichiarazione di un direttore sportivo che si è appena assicurato un trequartista dai piedi fatati nonostante l’agguerrita concorrenza di altri club. Invece sono le parole di un presidente di Regione (Roberto Occhiuto, Calabria) e non si parla di calciatori ma di medici, nello specifico medici cubani…
Invece si tratta di sanità pubblica, trattata alla stregua del mercato dei calciatori: nei prossimi mesi, infatti, negli ospedali calabresi “giocheranno” anche 497 medici cubani. Ma la formula è quella del prestito, purtroppo, esattamente come i club senza possibilità (o volontà) di spesa cercano di ingaggiare i giocatori…
Non è la prima volta che L’Avana mette a disposizione dell’Italia equipe mediche: era già successo nel 2020 in Piemonte e in Lombardia, nei mesi drammatici della prima ondata Covid. In Calabria invece la crisi della sanità è endemica. La sanità calabrese, dopo lustri di scioglimenti di Asp per infiltrazioni mafiose, inchieste, malversazioni e disastri vari, è commissariata da quasi 13 anni. Secondo l’ultima rapporto Crea Sanità, la regione resta all’ultimo posto in Italia per qualità dei servizi. Medici e infermieri, come ricorda Occhiuto, sono introvabili “per colpa del numero chiuso a Medicina”. Eppure “il nostro sistema in questo momento ha risorse in abbondanza”. Infatti, con l’abrogazione di una norma della Finanziaria 2009, la giunta regionale ha da poco aumentato la retribuzione mensile dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere e dei direttori sanitari e amministrativi. Questione di scelte. Intanto, arrivano i rinforzi da Cuba…