Calabria e Giustizia. Ma l’Esecutivo di Magistratura Democratica ha perso la memoria? (di Piercamillo Davigo)

di Piercamillo Davigo 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

L’esecutivo di Magistratura Democratica ha pubblicato sul sito di tale gruppo un testo nel quale, con riferimento all’intervista di Nicola Gratteri al Corriere della Sera del 22 gennaio, afferma: “Non crediamo che la comunicazione dei Procuratori della Repubblica possa spingersi fino al punto di lasciare intendere che essi siano gli unici depositari della verità, e di evocare l’immagine del giudice che si discosti dalle ipotesi accusatorie come nemico o colluso“.

Il problema è che Nicola Gratteri non ha detto nulla del genere (tanto che si assume che avrebbe lasciato intendere). Riporto la risposta data da Gratteri alla domanda del giornalista Giovanni Bianconi sul fatto che le indagini della Procura di Catanzaro verrebbero spesso ridimensionate dal tribunale del riesame o nei diversi gradi di giudizio: “Noi facciamo richieste, sono i giudici delle indagini preliminari, sempre diversi, che ordinano gli arresti. Così è avvenuto anche in questo caso. Poi se altri giudici scarcerano nelle fasi successive non ci posso fare niente, ma credo che la storia spiegherà anche queste situazioni”.

Alla successiva domanda se vi fossero indagini in corso o qualche pentito che parla anche di giudici, Gratteri si è limitato a dire di non poter rispondere. Come si possa dire che Gratteri abbia lasciato intendere che solo i Procuratori della Repubblica siano i depositari della verità o che il giudice che si discosti dalle ipotesi accusatorie sia nemico o colluso, davvero non riesco a capirlo.

In primo luogo il Procuratore ha fatto riferimento a provvedimenti dei giudici per le indagini preliminari, sicché le eventuali difformi decisioni successive sono diverse valutazioni sempre di giudici. In secondo luogo “la storia spiegherà anche questa situazione” è frase talmente generica che non lascia intendere proprio niente. Eppure l’esecutivo di Md prosegue scrivendo: “… Con un tale agire, il pubblico ministero dismette il suo ruolo di primo tutore delle garanzie e dei diritti costituzionali – a partire dal principio di non colpevolezza – e assume quello di parte interessata solo al conseguimento del risultato, lontano dalla cultura della giurisdizione e dall’attenzione all’accertamento conseguito nel processo“. Non pago, cita anche una Direttiva Ue che riguarda le dichiarazioni pubbliche di autorità pubbliche.

Siccome non sono più un’autorità pubblica posso permettermi di parlare senza violare la Direttiva Ue. I “garantisti” dell’Esecutivo di Md condannerebbero mai un imputato sulla base di una affermazione quale quella riportata e da loro liberamente interpretata attribuendole un significato diverso da quello letterale? Hanno davvero letto il testo dell’intervista o soltanto il comunicato dell’Unione Camere Penali in cui si parlava di gravissime dichiarazioni?

Peraltro l’Esecutivo di Md mostra di essere privo di prudenza e privo di memoria. Cominciamo con la mancanza di prudenza. Gratteri è Procuratore distrettuale della Repubblica in una delle zone più difficili del Paese. Magistratura Democratica è una componente di Area, attualmente corrente maggioritaria dell’Associazione Nazionale Magistrati. Una simile presa di posizione è fortemente inopportuna perché il messaggio che manda è di presa di distanza da un singolo magistrato e nulla espone di più a rischi del dare all’esterno la sensazione che quel magistrato è isolato. Le stragi del passato dovrebbero pur aver insegnato qualcosa.

Quanto alla mancanza di memoria, davvero si sono dimenticati che, non molto tempo fa, il presidente di sezione della Corte d’appello di Catanzaro è stato colpito da un provvedimento restrittivo (emesso da un giudice di Salerno) nel quale si dava conto che era stato ripreso da una videocamera mentre contava soldi ritenuti compendio di corruzione?

Certamente il Procuratore della Repubblica non è il solo depositario della verità, ma forse neppure quel giudice di appello lo era. Eppure la domanda di Bianconi si riferiva a precedenti inchieste. I componenti dell’Esecutivo di Md si sono presi la briga di verificare se quel giudice ha avuto parte o meno in decisioni che smentivano i procedimenti di altri giudici, o del pubblico ministero?

Il rischio è che l’effetto della comunicazione sia che più nessuno verifichi quello che Gratteri ha davvero detto, ma solo di far credere che gli altri magistrati non la pensano come lui e che quindi il problema per la ‘ndrangheta è il solo Gratteri. Davvero una brutta pagina per la magistratura associata.