Una pala eolica
Fonte: L’Url di Emilio Grimaldi
L’“Andali Energia” Srl, la società che ha costruito un parco eolico ricadente nei comuni di Belcastro, Petronà e Andali, ha avuto come amministratore unico l’ingegnere Francesco De Nisi, già presidente della Provincia di Vibo Valentia (oggi eletto consigliere regionale con il centrodestra, ndr). L’ingegnere, che è stato anche sindaco del suo paese natale, Filadelfia, era finito sotto i riflettori della magistratura nel mese di luglio del 2008 allorquando la Digos di Cosenza, su mandato della Procura di Paola, aveva fatto tappa agli uffici regionali alle Attività produttive acquisendo un cospicuo numero di concessioni rilasciate o negate dalla Regione per la costruzione di impianti eolici.
Una quarantina di pratiche in tutto, di cui l’ex presidente della provincia vibonese sarebbe stato il progettista-istruttore. Il parco eolico in questione rientrava nella linea elettrica a 380 kV «Rizziconi – Scandale», i territori oggetto dell’indagine denominata “Basilide” della Procura di Crotone in merito agli iter autorizzativi che hanno portato alle costruzione di due centrali a turbogas. Inchiesta nella quale sono finiti alcuni big della politica regionale, come Giuseppe Galati, ex sottosegretario alle ministero delle Attività Produttive, Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Regione Calabria, Diego Tommasi, ex assessore regionale all’Ambiente, e anche Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente.
Francesco De Nisi, già amministratore unico a tempo indeterminato dell’Andali Srl, carica nominata il 22 maggio 2008, lascia dunque, dopo solo qualche mese dalla sua costituzione. Poi gli è subentrato Tommaso Fruci, presidente del consiglio di amministrazione, e Lorena Maria Ricciardi, ma il cognome, De Nisi, e la provincia vibonese ancora compare nel groviglio di società che girano intorno all’affare eolico.
L’Andali srl, costituita l’11 giugno del 2008, aveva un capitale di 100 mila euro ed era di proprietà per il 65 per cento della “Energia-Progetti-Costruzioni Epc” Srl e per il restante 35 per cento della “Istifid” Spa . L’Epc, che è anche quella che ha presentato il progetto sul parco eolico nel comune della Presila catanzarese, è amministrata dallo stesso Tommaso Fruci, presidente del consiglio, e dai consiglieri Eugenio Sgromo (sì proprio lui, lo Sgromo arrestato da Gratteri per l’operazione Brooklyn a Catanzaro, ndr) e Giuseppe Speziali, molto probabilmente appartenente al gruppo “Speziali” dell’ex senatore del Pdl, ovvero centrodestra. Ha un capitale di soli 18.630 euro. E le quote sono così ripartite: circa due mila euro per il presidente del consiglio di amministrazione, stessa quota per due De Nisi, Maurizio e Luisa, rispettivamente di 29 e 39 anni, e un’altra quota a testa – ma più cospicua delle altre, un abbondante 3 mila euro – per Giuseppe e Antonio Speziali di Catanzaro e Sebastiano ed Eugenio Sgromo di Curinga (e qui ci sono entrambi i fratelli arrestati recentemente da Gratteri per l’operazione Brooklyn a Catanzaro, ndr).
Involontariamente, nell’insieme delle società che stanno investendo nell’eolico ad Andali, è finita anche la “Cortale” Srl, ma solo per un errore. Il codice fiscale (02924600790), inizialmente affiancato all’Andali srl, in realtà, appartiene alla “Cortale” Srl. Ha un nome diverso ma i personaggi che ruotano attorno all’imprenditoria che va per la maggiore in Calabria sono sempre gli stessi. L’amministratore unico è Eugenio Sgromo, lo stesso che compare nell’Epc come consigliere. Ed ha come socio unico l’”Istifid” Spa, la stessa che possiede anche una fetta dell’Andali Srl. Una nomina, questa della Istifid, arrivata lo stesso giorno, il 7 marzo 2008, che è cessata la partecipazione della “Renova Wind” srl , colosso societario dell’eolico pugliese.