Calabria, grandi manovre alla Sorical. Cinghiale, Incarnato e Abramo si contendono i 68 milioni per le reti idriche

Grandi manovre per il futuro della Sorical. La gestione del sistema idrico è un problema di capitale importanza per la Calabria e la malapolitica è in pieno fermento per gestire l’enorme flusso di denaro che arriva dallo stato. Nella giornata di venerdì la Sorical ha diffuso l’allarme siccità in Calabria (come se fosse una novità!), inviando un dossier ai prefetti. Il regista dell’operazione è il commissario liquidatore Luigi Incarnato, che ha tutto l’interesse di innescare un meccanismo funzionale alla sua strategia di rimanere con le mani in pasta nel settore.

Ma al di là delle chiacchiere di circostanza, perché non è certo il primo anno che la Calabria è… senz’acqua, ci si chiede: perché questo allarme adesso? La risposta è semplice. La posta in gioco sono i fondi regionali sulla ingegnerizzazione delle reti idriche approvati con determina dal superdirigente Pallaria. Si tratta di 68 milioni, il cosiddetto “Progetto Abatemarco”, che devono essere gestiti dalla Sorical per 36 comuni ma adesso tutto ritorna in gioco e il pallino per ora è ancora nelle mani di Incarnato. Almeno fino a quando non verrà nominato un nuovo commissario e le trattative non sono per niente facili.

Ma soffermiamoci ancora sulle manovre di “Tic Tac”. Gigino Incarnato si è messo in testa una splendida idea, dal suo punto di vista. Con una parte dei fondi, il commissario vorrebbe individuare una serie di sedi da affidare a privati, creando un gruppo di cooperative al fine di utilizzarle per la lettura dei contatori elettronici e la fatturazione. Un business di una certa importanza. Ma questo di fatto toglierebbe dai giochi la Sorical, che era destinataria dei fondi, ma che di fatto verrebbero gestiti dalle nuove società e/o cooperative (Abatemarco in primis), tutti enti privati. In questo modo Gigino si assicurerebbe un posto nel “Progetto Abatemarco” con tante società satellite. E se gli danno tempo ci riesce. Tutto dipende da come finiranno le trattative per la nomina del nuovo commissario.

E qui c’è il colpo di scena. Dietro le quinte dell’affare Sorical si sta muovendo addirittura il Cinghiale, al secolo Tonino Gentile. Rimasti senza nulla in mano dopo aver portato 8mila voti alla causa di Jole Santelli (Pino è risultato il primo dei non eletti della lista Casa della Libertà a Cosenza), i fratelli Gentile, tenuti fuori anche dagli assessorati, avrebbero indicato proprio la Sorical come merce di scambio. Tonino vorrebbe questo giocattolo per se (soldi da gestire, nuove assunzioni da pilotare, appalti milionari eccetera), ma Jole – a parole e chiacchiere – dice che non vuole politici… solo tecnici… Il fatto è che tra i pretendenti c’è anche Sergio Abramo da Catanzaro, altro soggetto che è rimasto fuori dalla grande torta degli assessorati e del potere alla Regione e che è smanioso di rientrare. E il sindaco di Catanzaro potrebbe recitare il ruolo del terzo incomodo nel “derby” tutto cosentino tra il Cinghiale e Tic Tac per la gestione dei 68 milioni dei fondi regionali.

Il tutto mentre i dipendenti della Sorical non vengono pagati e mentre Gigino ha alle sue dipendenze un giornalista (parola grossa se rapportata al soggetto…) addirittura inquadrato come ottavo livello, mentre molti tecnici validi, in Sorical da decenni, ancora non raggiungono neanche il settimo livello. Chissà se il soggetto di cui sopra ha messo in moto i suoi “fratelli” per arrivare anche al Cinghiale o a Sergio Abramo. Lo scopriremo solo vivendo…