FESTIVAL D’AUTUNNO O MEGLIO FESTIVAL D’ESTATE
Stasera inizia un altro degli OTTO GRANDI EVENTI FINANZIATI DALLA REGIONE CALABRIA CON IL MODICO CONTRIBUTO DI EURO 200 MILA.
Dopo i grandi e strabilianti successi del MAGNA (MAGNA) GRECIA FILM FESTIVAL DI GIANMELO CASADONTE, di cui ancora oggi (!!!) si parla sulla stampa internazionale, tocca adesso al FESTIVAL D’AUTUNNO diretto e ideato da Antonietta Santacroce.
L’idea potrebbe essere ottima se finalizzata allo scopo ultimo del finanziamento concesso dalla Regione: “… Il programma di interventi della Regione ha l’obiettivo di incrementare l’attrattività turistica extra-regionale, nazionale e internazionale, ampliare i motivi di viaggio della Destinazione Calabria e incrementare le occasioni di richiamo, l’attrattività turistica, l’incoming e lo sviluppo dei territori della regione, in ottica integrata di promozione del marketing territoriale…”.
Bene, bravo, bis, verrebbe da dire: quale migliore occasione di un festival di spettacoli innovativi piazzati nell’autunno che richiamano intenditori e amanti di nuove tendenze e di musica classica per allungare la stagione turistica? D’altronde il nome stesso è un programma: “FESTIVAL D’AUTUNNO”… poi ti chiedi: ma come mai l’inaugurazione del Festival viene piazzata in pieno agosto e in piena estate con i villaggi e gli hotel pieni di turisti vacanzieri? Forse un errore… Forse un’anteprima per invogliare i turisti a ritornare in settembre…
La curiosità è così forte che andiamo a spulciare il programma della rassegna. Quale la nostra meraviglia nel notare che su 25 eventi previsti ben 8 sono in agosto, altri 7 in settembre e solo 8 in autunno, dal 21 settembre in poi.
Non si capisce poi perché la Regione Calabria deve finanziare con ben 200 mila euro i vari concerti di Loredana Bertè, Patty Pravo, Carmen Consoli, Elio e le Storie Tese e lo show di Maurizio Battista. Ascoltare Loredana Bertè sarà un immenso piacere, così come Patty Pravo e Carmen Consoli, ma perché farlo con un contributo così maxi da parte della Regione Calabria?
Il mestiere dell’ imprenditore di eventi e spettacoli non può ridursi a bussare alle porte dell’amministrazione regionale per avere finanziamenti e contributi spesso su progetti deboli e uguali tra essi. Quando eravamo ragazzini nei nostri paesi si organizzavano le feste di Santi, Patroni e martiri. Si organizzavano dei comitati che andavano casa per casa a chiedere i soldi per la festa del santo. Quando arrivava la festa eravamo tutti emozionati a vedere sulle nostre piazze Claudio Villa, Domenico Modugno, Mino Reitano, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Little Tony, Bobby Solo, persino Al Bano e Rosanna Fratello.
E non finiva qui, c’era anche la serata delle bande musicali, fior fiore di orchestre, che suonavano le arie più belle della lirica e della musica classica. Nessun pensava a chiedere contributi ai Comuni e alle Province, e tutti aspettavamo ogni anno la festa del paese quando il borgo si riempiva di migranti che ritornavano nella propria terra. Per fortuna che ancora non esistevano le Regioni oppure erano ai loro primi vagiti (anche se forse sarebbe meglio chiamarli rigurgiti). Quanti danni e distorsioni hanno provocato nei costumi e nella vita di tutte le regioni italiane. Tanti e troppi. Sembra di essere davanti ad una concessionaria di contributi, dal grande evento al piccolo, tutti possono avere una carezza dalla regione.
Oggi siamo veramente all’eccesso grazie anche ai fondi comunitari. Iniziative ordinarie, rassegne insignificanti, vengono spacciate per grandi eventi. Di tutto il gruppo degli otto eventi finanziato dalla Regione l’unico che porti qualche turista in Calabria è il Festival del peperoncino, che può essere criticato in alcune sue iniziative, specie quando liscia il pelo alla politica, ma ha una sua identità vera e riconosciuta. L’altro grande evento che muove persone e ha una sua identità è il Roccella Jazz Festival.
State certi che nessun milanese o romano verrà in Calabria a settembre per vedere Maurizio Battista oppure Elio e le Storie Tese o Carmen Consoli, anche perché volendo avranno tante occasioni per vederli nelle loro città. E’ come il Magna Magna Festival che non ha portato un solo turista in più nella nostra regione, oltre gli addetti ai lavori. Sarebbe interessante capire i criteri di scelta dei grandi eventi da parte della Regione Calabria, ma non ce li diranno mai. Almeno una parte di questi fondi siano destinati a iniziative che valorizzino artisti calabresi, movimenti musicali e culturali che tendono a valorizzare la nostra tradizione musicale e spesso a innovarla. Ma siamo sicuri che non succederà mai. Povera Calabria nostra!