Calabria in barella. Occhiu’ ormai è peggio di… Cotticelli: basta bugie!

CALABRIA IN BARELLA. NON SOLO COTTICELLI: SANITÀ IN COMA, PROPAGANDA SOTTO STUPEFACENTI

In Calabria ormai non serve Sherlock Holmes per capire che qualcosa non torna: basta accendere la TV e ascoltare l’ennesimo funzionario che descrive una sanità “confortante”, mentre fuori dagli studi si combatte una guerra di sopravvivenza quotidiana. A questo punto è legittimo chiedersi se l’ottimismo che mostrano sia spontaneo, somministrato in fiale, rullato o sniffato, perché la distanza tra le loro parole e la realtà è talmente abissale da sembrare… farmacologica.
Non solo Cotticelli, quindi!

ESPOSITO: IL QUADRO “CONFORTANTE” CHE CONFORTA SOLO CHI LO DICE

Partiamo da Vibo Valentia, terra dove un’ecografia è un miraggio e un posto letto vale oro. Il subcommissario Ernesto Esposito riesce comunque a presentare un quadro “confortante”.
Ma confortante per chi? Per i pazienti di Narnia? E aggiunge pure che la sanità vibonese ha avuto “particolare attenzione” da parte di Occhiuto.
Una “attenzione” talmente profonda che… Occhiuto ha persino disertato l’incontro col Prefetto sulla crisi sanitaria vibonese. E ha diffuso un video nel quale si fa vedere “infastidito” perché gli cantano la… pampina. Altro che attenzione: è proprio assenza ingiustificata.

IL NUOVO PROTOCOLLO : DROGARE PRIMA DI PARLARE?

A sentire certe dichiarazioni, quasi quasi torna alla mente l’ex Commissario Cotticelli quando diceva di essere stato drogato. Perché ormai sembra diventato davvero un protocollo non scritto della sanità calabrese: prima di mandare qualcuno in diretta o davanti ai giornali, gli danno la “pastiglia dell’ottimismo psicotropo”. Altrimenti è impossibile capire come riescano a raccontare una Calabria dove tutto va benissimo, mentre fuori dagli uffici la gente vive nel disagio e nella paura di ammalarsi.

DE SALAZAR E IL SUO METODO MIRACOLOSO

Poi c’è De Salazar che entra a gamba tesa dicendo che l’Annunziata “cambia rotta” proprio grazie al suo “Metodo” miracoloso. Un altro che vede la Madonna nel tostapane. La rotta che cambia, però, la vedono solo loro. Quella reale è sempre la stessa: smantellamento, caos, sofferenza. Perché di concreto, all’Annunziata, non si vede un’accelerazione: si vede la disperazione.

LA TV MAGICA DI OCCHIÙ

Su TEN – la rete ufficiale del Presidente, dove la realtà viene filtrata come le foto su Instagram – il dottoricchio Antonio Italia (feat. Borselli) annunciava qualche mese fa, che i soccorsi 118 aumentavano e i tempi di risposta si riducevano. Peccato che chi vive la sanità vera racconta l’opposto: tempi interminabili, mezzi insufficienti, personale allo stremo e la tanto decantata copertura territoriale resta un miraggio.
La matematica forse sarà un’opinione… ma il dolore no.

CASTROVILLARI: LO SMANTELLAMENTO “A PUNTATE”

Intanto, in quel di Castrovillari, come denuncia il consigliere regionale Ferdinando Laghi, l’ospedale viene smantellato pezzo per pezzo. Una riorganizzazione che somiglia più a un’eutanasia dolce del sistema sanitario che a un piano serio di rilancio.

COSENZA: ADDIO OBI, BENVENUTO CAOS TOTALE

E a Cosenza hanno superato se stessi: il professoricchio Andrea Bruni, fresco di nomina, di laurea e di esperienza, ha inteso eliminare, cittu cittu, ben 18 posti letto dell’Osservazione Breve Intensiva (OBI), così, senza ne capo né coda. Il risultato? Un Pronto Soccorso che era già un girone dantesco ora è diventato un imbuto infernale: barelle ovunque, attese infinite, operatori al limite, pazienti accatastati come pacchi in un deposito, tanto che non si riescono a fare tre passi senza inciampare in una flebo, in un catetere, in un paio di guanti…

CONCLUSIONE: TRA ILLUSIONI E MACERIE

Tra Esposito che vede un mondo fatato, De Salazar che si autocelebra, dottori televisivi che raccontano fiabe e dirigenti che giocano a smontare ospedali come Lego, la sanità calabrese affonda. La gente, quella vera, non ha bisogno di proclami, né di “metodi”, né di conferenze stampa dopate di ottimismo. Ha bisogno di cure. Ha bisogno di medici. Ha bisogno di ospedali funzionanti. E soprattutto, ha bisogno che chi governa questa sanità scenda dal pianeta parallelo dove vive e si confronti con la realtà. Perché in Calabria, ormai, l’unica cosa che funziona davvero… è la fantasia di chi parla. Non certo la sanità di chi ascolta o, peggio, di chi paga la loro incapacità e menefreghismo sulla propria pelle.