La manifestazione per il diritto alla salute a Catanzaro, pur con tutte le sue contraddizioni legate alla presenza di personaggi “impresentabili”, soprattutto del Pd e alla “benedizione” del Michele Serra dei poveri (come se già non ne bastasse uno!), ha dato un segnale di discontinuità nella lotta alla malapolitica di destra che ormai dal 2020 sta ammorbando la Calabria. Non c’è dubbio che ieri a Catanzaro abbiamo ascoltato voci importanti, a partire da quella del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi che si pone come unico candidato possibile alla presidenza della Regione. Decisamente in disarmo le quotazioni del M5s e in particolare di Pasquale Tridico ma per fortuna incalzante e arrembante l’intervento conclusivo del segretario regionale della Cgil Gianfranco Trotta.
Trotta ha ringraziato “tutti i comitati che sono stati in piazza e hanno reso questo pomeriggio un valore aggiunto alla Calabria e il prefetto che ci ha ricevuto e a cui abbiamo consegnato la piattaforma che è stata elaborata che parla di più medici, di più sanità a ora, degli ospedali di comunità e della medicina territoriale”.
Poi ha iniziato a menare legnate al solito Occhiuto: “Caro presidente, non la butti in politica. La risposta che lei ha dato per giustificare la mancata presenza alla manifestazione è errata nel merito e nella forma. Lei doveva stare qui ad ascoltare la voce dei calabresi che pongono problemi che vivono sulla loro pelle. Un pensiero in questo momento va alle vittime della malasanità e ai loro familiari. Penso che rispetto a questo il presidente avrebbe quantomeno il dovere dell’ascolto. Non la butti in politica. Perché se lei dà responsabilità alla politica lei è complice della politica… Lei è protagonista della politica e lo è da almeno 20 anni a questa parte. Perché quando hanno chiuso gli ospedali, presidente della Regione e commissario Scopelliti, lei era al suo fianco nel chiudere gli ospedali. Poi lei ha continuato la carriere politica da parlamentare delle Repubblica italiana quindi eletto dai calabresi, ed io in 20 anni non le ho mai sentito dire una parola sulla sanità calabrese che nel frattempo i suoi sodali smantellavano in questa Regione attraverso i commissariamenti che hanno distrutto la sanità in Calabria. La colpa è anche sua”.
“Qui pretendiamo diritti – ha aggiunto Trotta -, una sanità giusta che ci dia certezza di cura e che consenta ai calabresi di curarsi a casa, ogni anno la regione paga intorno ai 300 milioni di euro per le cure che le regioni del Nord prestano ai calabresi. Presidente Occhiuto, si dia una mossa e dia risposte alla Calabria che oggi è stata in piazza per gridare il malcontento rispetto alla sanità”.