Il prossimo 30 ottobre 200 carri funebri bloccheranno i lavori del Consiglio regionale. Reggio vuole mettere un bavaglio alla legalità del settore funebre e la politica calabrese non ha il coraggio di combattere per la legalità di un settore martoriato dalla ‘ndrangheta e dall’abusivismo. Pubblichiamo il documento che ci è stato inviato dagli organizzatori della protesta.
A seguito del rinvio del consiglio regionale che al 5 punto trattava la legge regionale che disciplina il settore funebre, il portavoce regionale della COSIF (Comitato impresari funebri) interviene esternando la propria indignazione ed il rammarico di tutte le onoranze funebri da lui rappresentate per il mancato rispetto nei confronti di un settore e degli impegni presi pubblicamente da tutta la politica considerato che all’ordine del giorno era prevista la discussione ed il voto della legge regionale n.439/19 a firma Giudiceandrea.
Una legge che si ricollega agli ultimi episodi avvenuti in Calabria ovvero al commissariamento per infiltrazioni mafiose dell’ASP di Catanzaro e di altri eventi delittuosi verificatosi nelle altre province dell’intera regione ed in particolar modo nella Locride. A tal punto ci preme l’intervento dell’intera politica ed in modo particolare di Arturo Bova, presidente della Commissione anti ‘Ndrangheta. Il comitato ritiene opportuno per il rispetto dell’intero settore e dei cittadini che usufruiscono del loro servizio nei momenti più delicati della propria sfera familiare di manifestare pubblicamente con un corteo pacifico di auto funebri e con tutti i nostri dipendenti sotto la sede del consiglio regionale mercoledì 30 ottobre 2019 alla convocazione del prossimo consiglio regionale per capire una volta per tutte da che parte sta la “politica sana” calabrese per esternare pubblicamente il reale interesse delle lobby che in maniera del tutto oscura continuano a pressare i banchi della politica affinché questo testo non venga approvato.
Firmato il portavoce regionale della Cosifit
Rocco Calió