LA REGIONE CALABRIA APPROVA E REVOCA LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE DELLA GIUNTA REGIONALE A SECONDA DELLE RICHIESTE DEGLI AMICI
Dopo le ultime disorganizzazioni delle Strutture della Giunta Regionale, per gestire ad libitum Dirigenti e Personale, con deliberazione N. 186 del 21 Maggio 2019, la montagna ha partorito il topolino, approvando, quasi a fine legislature, l’ennesima ristrutturazione dei Settori e degli uffici, nonché la nuova pesatura delle posizioni dirigenziali con la determinazione delle relative fasce di rischio.
Ricordiamo che fin da Luglio del 2015 il Governatore Mario Oliverio così si esprimeva in occasione di una delle prime interviste:
“E’ una giornata importante per la Calabria e per i calabresi – diceva – e ci siamo insediati proprio oggi non a caso nella nuova sede della Regione. Una sede per la realizzazione della quale sono state spese risorse importanti e che ospiterà tutti gli uffici dell’ente a chiusura di una fase lunga oltre un quarantennio che ha visto la disseminazione di strutture in diversi luoghi della città…. Si avvia così una stagione nuova, quella di offrire a tutta la società calabrese un punto di riferimento evitando, nel rapporto con la Regione, difficoltà enormi come la perdita di giornate intere per il disbrigo di pratiche, talvolta senza riuscire nell’intento. Il trasferimento degli uffici e degli assessorati nella ‘Cittadella’ richiederà ancora tempo, ma ho inteso accelerare il percorso in questo senso…“.
Il vicepresidente ed assessore regionale al Personale Antonio Viscomi, nel settembre 2015 incontrando le organizzazioni sindacali, per condividere le linee fondamentali di riorganizzazione degli uffici burocratici, esordiva promettendo l’accorpamento e la riduzione delle strutture dirigenziali, con la conseguente riduzione della spesa per il personale, rafforzamento dei sistemi indipendenti di valutazione affiancati da strumenti continui di rilevazione della soddisfazione dell’utenza, evidenziando che il sistema burocratico, così come a quel tempo configurato, aveva carattere piramidale con a vertice il direttore generale, poi il dirigente di settore, a seguire il dirigente di servizio e poi tutta una pletora di funzionari con incarichi di responsabilità variamente denominati.
Una catena gerarchica così lunga che generava il rischio di non capire più chi è responsabile di cosa, aumentando a dismisura l’eventualità che una qualunque procedura si potesse bloccare in uno dei tanti anelli della catena.
Da qui, dunque, la duplice esigenza: di ridurre la catena di comando al fine di assicurare una precisa ed immediata individuazione di competenze e di responsabilità e di valorizzare, al contempo, tutte le potenzialità insite nella dirigenza regionale (130 unità).
Il processo di riorganizzazione avrebbe dovuto concludersi da li a breve ed invece ancora ad oggi parliamo di “ridefinizione strutturale dei singoli dipartimenti”.
Ricordiamo che si parlava delle problematiche connesse all’attuazione del piano anticorruzione, oggi ancora fermo ed inapplicato, delle criticità derivanti dalla relazione ispettiva del MEF, a cui oggi se ne aggiunta un’altra, che riguarda tanto i dirigenti quanto il personale dei livelli, le incertezze sui tempi della contrattazione decentrata, oggi ancora ferma al 2017 nonostante il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro di Maggio 2018, della necessità di assicurare regole omogenee di gestione del personale, oggi sempre più trattato con vistosissime disparità di trattamento.
Ricordiamo ancora che il neo-deputato (Viscomi appunto), informava le organizzazioni sindacali di aver richiesto al Dipartimento Organizzazione, risorse umani e controlli la predisposizione di un manuale aziendale di gestione del personale, al fine di assicurare la conoscenza e l’applicazione omogenea delle regole, stratificate nel tempo, che governano la prestazione di lavoro.
Ancora oggi nulla di tutto questo, ma solo aumenti di livelli del contenzioso in materia.
Insomma, l’obiettivo della Giunta era quello di avere finalmente una Regione normale, semplicemente in grado di rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente.
Per questo, riformare l’organizzazione costituiva la vera sfida che la Regione aveva davanti; una sfida che riguardava, non solo la politica o i sindacati ma anche la stessa burocrazia, chiamata a riscoprire l’orgoglio di essere al servizio dei cittadini e a confrontarsi con le esperienze più avanzate, sapendo che dall’impegno quotidiano di dirigenti e personale del comparto, dalla loro capacità di farsi carico dei problemi era di trovare soluzioni adeguate, dalle quali dipendeva il futuro stesso della Calabria.
Oggi a che punto siamo? Come prima più di prima o forse peggio? A Voi la risposta !
Ci siamo un po’ prolungati nel citare alcuni passaggi importanti per entrare nel merito della riorganizzazione delle strutture appena approvate ed ecco cosa risulta.
Tale riorganizzazione, si fa per dire, deliberata in giunta e repertoriata con il N. 186 del 21/05/2019 ha voluto modificare ed integrare, ancora una volta, la propria struttura organizzativa, accorgendosi evidentemente che la stessa faceva e fa acqua da tutte le parti.
Tale riorganizzazione amministrativa, effettuata a spizzichi e bocconi, come si sul dire va avanti ed indietro come “u cordaru”.
Citiamo alcuni esempi:
Con Delibera N. 240 del 12/06/2017 venivano approvate pesatura delle posizioni dirigenziali e determinazione delle fasce di rischio, oggi ancora oggetto di revisione;
Con Delibera N. 26 del 17/02/2017 veniva ancora una volta revisionata la struttura organizzativa ma non entrava in vigore se non soltanto per il Dipartimento Segretariato regionale:
Con Delibera N. 453 del 29/09/2017 venivano apportate modifiche al Dip. Presidenza, al Dip. Infrastrutture lavori pubblici ed al Dip. Tutela della salute;
Con Delibera N. 468 del 19/10/2017 venivano apportate modifiche al Dip. Sviluppo Economico , Lavoro, Formazione professionale e Politiche Sociali;
Con Delibera N. 45 del 08/02/2018 veniva istituita una Struttura di Coordinamento della programmazione nazionale con super competenze;
Con Delibera N. 135 del 19/04/2018 venivano apportate modifiche al Dip. Turismo, beni culturali istruzione e cultura, che per l’effetto è stato scisso in due Dipartimenti rispettivamente denominati: Istruzione ed attività culturali e Turismo, Beni culturali e spettacolo, quindi con duplicazione dei dirigenti di vertice e chiaramente con un aumento della spesa; altro che riduzione.
Con Delibera N. 212 del 01/06/2018 e N. 317 del 19/07/2018 sono state apportate modifiche alla composizione funzionale del Settore N. 1 e N. 5 del Dip. Agricoltura;
Con Delibera N. 312 del 13/07/2018 sono state apportate modifiche al Dip. Organizzazione e risorse umane ed al Dip. Segretariato generale;
Con Delibera N. 364 del 10/08/2018, poi rettificata con Delibera N. 388 del 21/09/2018, modifiche ancora al Dip. Agricoltura e risorse agroalimentari;
Con Delibera N. 421 del 24/09/2018 sono state apportate modifiche al Dip. ambiente e territorio che per l’effetto è stato scisso in due Dip., con rimodulazione delle funzioni tra i Settori, rispettivamente denominati “Ambiente e territorio” e Urbanistica;
Con Delibera N. 423 del 24/09/2018 sono state apportate ulteriori modifiche al Dip. Infrastrutture, Lavori pubblici e Mobilità;
Con Delibera N. 16 del 04/01/2019 si è provveduto a modificare ancora il Dip. Urbanistica ed il Dip. Turismo;
Ne deriva che l’individuazione delle posizioni dirigenziali variate di volta in volta con ritmo vertiginoso hanno fatto sì che tutti prendono tutto, essendo la diversità retributiva direttamente collegata alla dimensione organizzativa dell’Ente (Retribuzione di posizione, di direzione di struttura, retribuzioni di funzioni dirigenziali, retribuzione di direzione generali posizioni organizzative retribuzioni per i componenti le nuove strutture e cosi via).
Ecco subito accontentati, con il solito metodo delle scatole cinesi, gli amici degli amici.
Insomma, variare tutto e spesso per non cambiare nulla.
Con quest’ultima ennesima deliberazione, la N. 186 del 21 maggio 2019, la G.R. della Calabria, ormai prossima al capolinea, ha preso atto dell’esito del procedimento di pesatura dei Settori modificati e/o di nuova istituzione, dell’esito del procedimento della valutazione delle fasce di rischio e della riassegnazione dei dirigenti con conferimento di incarico temporaneo di reggenza dei Settori neo costituiti.
In tutto questo bailamme qualcuno frastornato dai cambiamenti quasi quindicinali si è incartato su se stesso, così che verificando quanto riportato negli allegati A) B) e C) risultano le seguenti difformità legate al Dipartimento Presidenza:
Nell’allegato A) risultano i Settori dal N. 1 al N. 10 oltre alle tre UOA.
Il Settore N. 6 “Risorse idriche” (allegato A) risulta essere differente da quello riportato nell’Allegato B) che riguarda: “Delegazione di Roma – Sistema delle conferenze e rapporti istituzionali con una pesatura ed una fascia di rischio naturalmente diversa da quella attribuita al Settore “Risorse idriche”.
Il Settore N. 7 “Opere pubbliche a titolarità regionale ed edilizia sanitaria” (allegato A) risulta essere differente da quello riportato nell’Allegato B) denominato: “Risorse idriche”, anch’esso con una pesatura ed una fascia di rischio naturalmente diversa da quella attribuita al Settore “Opere pubbliche a titolarità regionale ed edilizia sanitaria”.
Il Settore N. 8 che non risulta nell’allegato A) è catalogato nell’allegato B) quale Settore “Opere pubbliche a titolarità regionale ed edilizia sanitaria”.
Proprio un gran casino, dirigenti a cui viene riassegnata di nuovo una reggenza con incarico temporaneo che temporaneo non è, in quanto rinnovato per più di una volta consecutiva, quindi di durata superiore all’anno in difformità a quanto previsto dalla legislazione vigente.
Settori che vanno e vengono, prima accorpati, poi divisi, poi ancora spostati ad altri dipartimenti e chi più ne ha più ne metta.
In attesa della redistribuzione del personale ai nuovi Settori e dell’assegnazione delle Posizioni Organizzative ci diamo appuntamento alla prossima puntata per verificare chi saranno i prossimi amici degli amici.
M.R.