POLTRONISTI UNA TANTUM
di Pino Tassi
Ma la ‘nduja, la soppressata e il capicollo siete sicuri che li possiamo acquistare con la nuova carta meloniana “dedicata a te” o per meglio dire dedicata ai divanisti una tantum?
Su questo punto già si stanno formando due scuole di pensiero in Calabria: la scuola permissivista che sostiene che nella dicitura “carni suine, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole” vanno compresi anche gli insaccati. Al limite si potrebbe discutere sull’utilizzo delle budella se artificiali, allora no…, se naturali tutto in regola!
Dall’altro lato la scuola rigorista: dobbiamo cambiare l’Italia e gli italiani ed educarli al salutare, gli insaccati accorciano la vita e quindi vanno proibiti. E poi u pipareiu mica è incluso nell’elenco dei beni di prima necessità… E ancora, per estensione, se il pesce è ammesso solo quello fresco e non quello surgelato o congelato, lo stesso dovrebbe essere per le carni, quelle al taglio sì e quelle lavorate no. Anche qui: il baccalà e lo stoccafisso che notoriamente sono cibi da miliardari, è possibile acquistarli oppure sono banditi dalle tavole dei fortunati divanisti in possesso della carta meloniana? E poi il tonno in scatola, lo sgombro, le alici sottolio che male hanno fatto ai nostri difensori della salute? Vongole e cozze, proprio no, altrimenti il rigore meloniano va a fottersi e dilaga il permissivismo di certa sinistra: E non diciamo nulla sul caviale, quello tocca solo alla Santanchè.
Tanti sono i punti su cui l’Italia intera sta discutendo e dividendosi. Perché le carni avicole e cunicole sì, e invece le carni equine no? Su questo punto si preannuncia la costituzione di una commissione parlamentare con a capo il ministro Lollobrigida e le migliori menti del governo ad iniziare dal ministro della Salute fino a quello del Sud. Intanto i nuovi divanisti una tantum dell’era meloniana si stanno organizzando. Sono previsti incontri su divani rigorosamente a tre posti con panini, pop corn, patatine e acqua minerale. Vediamo se qualcuno avrà il coraggio di dire che anche i pop corn e le patatine sono banditi.
In ogni caso sta iniziando a fiorire un mercato nero. Si parla di scambi clandestini nei supermercati italiani, una bottiglia di vino in cambio di 1 Kg di carne, una coca cola per una alice fresca, una birra per un kg di pane. Un po’ come quando da ragazzi scambiavamo le figurine dei calciatori della Panini: per Pizzaballa ci volevano cento figurine. Oggi in cambio di un baccala’ ci vuole lo stoccafisso del cognato della Meloni.
E infine come è possibile che il Ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare possa permettere che con i soldi dei contribuenti italiani, i divanisti possano riempirsi la casa di prodotti esteri: avocado, ananas, nespole spagnole, arance tunisine, pere cilene, ecc. ecc ? Per non dire dei formaggi francesi e del parmisan e l’elenco potrebbe continuare. E’ una vergogna che tutti noi patrioti alimentari non possiamo accettare.