venerdì, Luglio 4, 2025
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Calabria. Occhiu’, volano i droni e le chiacchiere e purtroppo pure gli incendi

ROBERTO OCCHIUTO, VOLANO I DRONI E LE CHIACCHIERE E PURTROPPO PURE GLI INCENDI

Dopo la Sagra del vino celebrata a Sibari, abbiamo assegnato a Don Robertino Occhiuto il titolo di Babbo Natale. Naturalmente come Babbo Natale, quello vero, ogni anno porta i regali ai bambini bravi e cattivi, così Babbo Natale Occhiuto ci porta, ogni santissimo anno, la novella del Capo della Protezione Civile in visita in Calabria alla sua figliola prediletta ovvero la control room con annessi  droni e dronazzi. La sceneggiatura è sempre la stessa, non cambia di una virgola, ormai è diventata così monotona e ripetitiva che tutti i calabresi la sappiamo a memoria.

Da fine luglio, poco più di un mese, il Capo della Protezione civile è un certo Fabio Ciciliano, nominato da poco da Giorgia Meloni al posto di Fabrizio Curcio. Il tempo di ambientarsi nel nuovo ruolo ed eccolo arrivare in Calabria per una visita alla nostra Protezione Civile. Poteva mancare la ciliegina finale? Certamente no, ed ecco la visita alla control room di Catanzaro. Solita passerella, foto a favore con alle spalle gli schermi della control room, tutti assiepati a guardare non si capisce bene che cosa, il capo della Protezione Civile Calabria che gli spiega i risultati esaltanti dei 28 droni diretti dalla control room che scovano in ogni dove piromani, incendiari e manca poco anche ladri e rapinatori… Numeri di qua e numeri di là. Un successone.

Alla fine, ecco la benedizione del capo della Protezione Civile. «È una straordinaria intuizione del presidente Occhiuto una cosa che credo non si trovi neppure in Europa – Del resto se negli ultimi tempi la riduzione degli incendi è stata dell’80% significa che l’idea è valida e vincenteOra puntiamo a farlo diventare un modello esportabile». Alle parole di Ciciliano fanno eco le parole del nostro presidentissimo, modeste e operose, come solo lui sa fare: «È una buona pratica che siamo orgogliosi di mettere a disposizione della Protezione civile nazionale. Faccio i miei complimenti a tutta la squadra di questo progetto. ..». Naturalmente il tutto finisce su tutte le pagine dei media e sulle leggendarie pagine Facebook e Instagram del nostro para(ssita)presidente che rilancia anche il servizio del TG1 ad esaltare la lotta agli incendi vincente della Calabria…

Ma riavvolgiamo il nastro di questo film da quattro soldi, scritto e interpretato con i piedi ed andiamo all’agosto dell’anno scorso alla visita dell’allora capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Dopo le solite visite e chiacchiere, la giornata del 22 agosto 2023 si concluse con l’immancabile visita alla control room.  Anche allora il Capo del Dipartimento nella persona di Curcio pronunciò le stesse parole di prammatica, e disse «Questo è uno dei punti di interesse, stiamo seguendo con grande interesse questa sperimentazione che mi sembra al momento sta dando dei frutti importanti, vogliamo ragionare insieme per vedere come in caso esportare questo modello. …». E naturalmente non poteva mancare il post di felicitazione del nostro para(ssita)presidente che sulla sue pagine rilanciava le parole di Curcio e scriveva: “Incendi, Curcio: In Calabria il modello droni sta dando frutti importanti, potremmmo esportarlo in tutta Italia”. E poi anche lui la promessa:  “Proporremo in tutta Italia il modello Calabria“. Minchia, le stesse parole sia l’anno scorso da Fabrizio Curcio sia quest’anno da Fabio Ciciliano.

E lo stesso commento fotocopia da parte del presidente carta carbone. Ora, non si capisce bene per quale motivo ‘sti cazzi di droni non siano stati esportati in oltre un anno nelle altre regioni d’Italia. Forse perché sono una ciofeca nella lotta agli incendi? Ma la telenovela non finisce qui. Anche quest’anno abbiamo il piacevole ritorno del TG1. Il servizio sembra sputato identico a quello dell’anno scorso. Sempre uno che spiega come funziona la control room, sempre uno che lancia un drone e lo guida, sempre Costarella che fa tanto bla bla bla, sempre le immagini con gli schermi accesi alle spalle, e sempre un incendiario da riprendere e mostrare al popolo bue. Quest’anno abbiamo un pericoloso tamarro intento a bruciare i rifiuti nel suo potere, l’anno scorso altri tamarri  intenti a scaricare rifiuti e a bruciare le sterpaglie. L‘anno scorso, il servizio del TG1 del 31 luglio, veniva rilanciato dal nostro Babbo Natale con il solito post: “Il Tg1 parla di modello Calabria. Un sistema di monitoraggio del territorio da esportare. (Finalmente si parla bene della Calabria)”. L’altro ieri, 3 settembre, sempre sulla sua pagina pubblica il nuovo/vecchio servizio del TG1 e cosa scrive? “Il TG1 parla del nostro impegno per difendere l’ambiente in Calabria“. MINCHIA CHE FANTASIA!

Naturalmente, il nostro amato Robertino “ino ino” si guarda bene dal dare i dati ufficiali degli incendi di quest’anno e di questa tragica estate. L’Ispra, che non si capisce bene perché non si fa gli affari suoi, ci tempesta di dati impietosi. Da gennaio al 30 luglio 2024 in Italia ci sono stati 615 incendi per una superficie interessata di 221 kmq. Le aree boschive  bruciate sono pari a 40 kmq.  La regione più colpita è la Sicilia con il 45% del totale. Al secondo posto, indovina… indovinello… caro Robertino… indovina chi c’è? Ma naturalmente la Calabria con il 20%, seguita a distanza dalla Puglia e dalla Campania con il 10%. Il totale di queste regioni fa l’80% del totale nazionale incendiato. In particolare, per quanto riguarda solo gli incendi boschivi, il 34% del totale nazionale ricade in Sicilia, il 30% in Calabria e il 12% in Sardegna. Miglioriamo, che bellezza!!!

Sono soddisfazioni. Ma, caro Occhiuto, c’è un ultimo dato che da buon cosentino potrai esibire con vanto e orgoglio ai tuoi fan e supporter. Dopo la provincia di Agrigento, al secondo posto, negli incendi boschivi, c’è una nuova entrata che scalza la provincia di  Reggio Calabria. Suonino le trombe, al secondo posto, new entry 2024, c’è la provincia di COSENZA che con 19 kmq, pari al 24% di copertura forestale interessata, supera la provincia di Reggio Calabria che si ferma a 15 kmq. Anche qui grande soddisfazione per il nostro coordinatore della control room, siamo medaglia d’argento e di bronzo. Chissà se Mattarella ci riceverà anche a noi a metà settembre? Ma un po’ di vergogna, di autocritica, di rossore, proprio mai? Ma si sa Cazzari si nasce, mica si diventa.  In questo campo Roberto Occhiuto è medaglia d’oro, il presidente con la minchiata incorporata.

Don Robertino Occhiuto, principe di Cusenza, Cazzaro di Calabria, duca delle minchiate, marchese dello sperpero, il Babbo Natale dei ricchi e degli altri, è veramente un grande uomo di spettacolo, peccato che abbia deciso di fare politica anche se ormai le due cose coincidono alla grande…

PS. A PROPOSITO, COME MAI DELLA SAGRA DEL VINO DI SIBARI NON HA POSTATO NEMMENO UN VIDEO? E COME MAI NON NE PARLA PIU’? LE PERSONE ARRIVATE SONO STATE 20 MILA OPPURE CINQUEMILA COME SI VOCIFERA DA OGNI DOVE, SEMBRA CON GRANDE INCAZZATURA DA VERONAFIERE CHE SI E’ VISTA ARRIVARE UNA “MISERIA”? Lo scopriremo il prossimo anno: se la pagliacciata non si ripeterà, il motivo lo conosciamo già…