Calabria, Occhiuto corrotto. Il fuoco amico è difficile da fronteggiare: questo è il fallimento dell’arroganza

La politica calabrese è in fermento dopo la sceneggiata di Occhiuto. I social – e non solo – sono pieni di interpretazioni. A noi sono piaciute queste quattro e ve le proponiamo… 

Le dimissioni annunciate dal presidente Roberto Occhiuto lasciano senza parole. Una scelta irresponsabile fatta non per i calabresi ma per sé stesso. Occhiuto sapeva bene che sarebbe arrivato all’anno prossimo non solo indebolito per via del fallimento della sua azione amministrativa (al di là dei proclami e della propaganda), ma anche con la difficoltà di imporsi come candidato. Difficoltà che, in realtà, resta anche adesso. Le dimissioni annunciate dimostrano solo il fallimento di una giunta che i calabresi non meritavano. Fallimento che, di fatto, è lo stesso Occhiuto ad ammettere nel suo video, scagliandosi contro chi, a suo dire, non firma ciò che dovrebbe firmare. Ma se quelli che dovrebbero firmare oggi non lo fanno, chi garantisce al presidente dimissionario che lo faranno domani? La verità è una sola: Occhiuto non solo ha umiliato i suoi alleati tenendoli all’oscuro di tutto, ma ha lasciato i calabresi soli in un momento di estrema difficoltà avendo in mente esclusivamente il suo futuro politico, non certo quello dei calabresi. Qualcuno magari penserà che è stato scaltro, ma no, è stato solo irresponsabile e ha pensato solo alla sua poltrona. Tutto qua. Una scelta, la sua, che fra pochi mesi i calabresi condanneranno nelle urne. (Giuseppe Peta)

Intanto nessuno shock. In Regione sono settimane che circolano voci sul “lascio e raddoppio”. Poi in un momento così delicato per la Regione e per la sua guida, ci si aspetterebbe un confronto più sobrio, fatto di spiegazioni concrete e assunzione di responsabilità. Poi questo video sembra più un’operazione di immagine (e i soliti vruacculi ci su cascati) che una risposta reale ai dubbi e alle preoccupazioni dei cittadini. La Regione si è bloccata? Con decine di Dirigenti e consulenti al suo cospetto e con poteri speciali? Mah… Il rischio concreto è che, così facendo, si finisca per rafforzare proprio chi voleva interrompere prematuramente la legislatura. Chi? I suoi alleati e membri del suo stesso Partito. Certo è che solo così poteva contare su una ricandidatura che tra qualche mese risultava alquanto incerta. Insomma una Uscita d’emergenza che è stata imboccata al momento giusto, ma per chi? La Calabria merita parole meno costruite e più verità. (Giuseppe Cirò)

Non sento più adoperare il termine ‘politichese’. Eppure, nel suo piccolo, era una cosa seria: serviva a denotare un agire autoreferenziale degli addetti alla cosa pubblica, tutto interno ai giochi di palazzo e di corridoio.
Definire oggi in tal modo quanto è accaduto ai vertici della Regione Calabria non solo è riduttivo ma è inappropriato. Il fuoco amico spesso risulta più difficile da fronteggiare rispetto a quello degli avversari e volersi riproporre in tempo utile prima della chiusura dei procedimenti in atto della magistratura significa poco rispetto per le istituzioni e arroganza smisurata. Sarebbe da capire perché la maggioranza di centrodestra punterebbe su altri mentre sul sostanziale nullismo dell’opposizione c’è solo da annotare che su quel fronte non ci sono novità. (Massimo Veltri)

La notizia delle dimissioni di Roberto Occhiuto mi lascia più amarezza che sorpresa. Questo gesto, che sulla carta dovrebbe rappresentare un’assunzione di responsabilità, sa tanto di strategia elettorale. Rinunciare al ruolo di Presidente della Regione per ricandidarsi con la promessa di “fare di più” non convince, soprattutto quando i problemi sono rimasti irrisolti sotto la sua guida.
Sento forte la delusione di migliaia di cittadini. La sanità è ancora nel caos, i giovani continuano ad andar via, e i territori restano isolati. Non bastano le parole, i proclami, né tantomeno le dirette dai cantieri: servono risultati, e questi non sono arrivati.
Per me, la politica è servizio, non opportunismo. E credo che la Calabria meriti un futuro costruito con serietà e visione, non con calcoli di consenso. Le dimissioni di Occhiuto non sono il punto di ripartenza che ci viene raccontato: sono il simbolo di un fallimento che non possiamo più ignorare. Ci batteremo per un’alternativa reale, fatta di persone competenti e sincere. Perché questa terra ha bisogno di risposte. (Giuseppe Giorno)