Calabria. Occhiuto e Cannizzaro ostaggi l’uno dell’altro tra scuola di tarantella e aria di “boia chi molla”

OCCHIUTO E CANNIZZARO OSTAGGI L’UNO DELL’ALTRO: LA METAMORFOSI DI UN GOVERNATORE CHE VA A SCUOLA DI TARANTELLA NELLA CITTA’ CHE PERO’ SENTE L’ARIA DEI BOIA CHI MOLLA

DALLA PAGINA FB DI AGOSTINO PANTANO

Da democristiano sornione, e neanche secchione, a trumpiano senza ancora tarantella: il passo non e’ stato breve per Roberto Occhiuto.
Lungo esattamente il tempo che ha impiegato per trasformarsi da sfacciato incassatore di scoppole comunali, alternando indifferenza al tema locale (Vibo Valentia), inoperosità insopportabile (Catanzaro) e investiture tutt’altro che virtuose (Cosenza), in un vero e proprio bullo degli altri poteri, giudiziario in primis: i calabresi non hanno strapremiato solo il presidente uscente, e le sue liste, ma anche l’operazione politica che da indagato ha ideato, lanciato e poi spiegato senza colpo ferire.

E’ un Occhiuto ora stratega anche per gli altri, dunque leader e plenipotenziario a tutto tondo, quello che è sembrato lanciare Cannizzaro verso la candidatura a sindaco di Reggio – e ci può stare politicamente l’ennesimo “gioco” delle tre carte con il futuro del parlamentare di Santo Stefano d’Aspromonte – ma quel che ha sorpreso nella prova di forza lanciata l’altra sera in riva allo Stretto è la promessa della discesa in campo personale del governatore, possibile candidato al consiglio.comunale.

Perché il galleggiante di mari calmi Occhiuto è diventato, solo per Reggio, il capitano del centrodestra nella tempesta agitata dalla Lega che rivuole un suo uomo?

Non è affatto per la riconoscenza verso gli elettori della Calabria Sud, gli unici che hanno fatto stravincere Occhiuto – grazie alla sagacia elettorale di Cannizzaro – e neanche il suo interventismo è frutto di un “amore” verso Reggio (smentito dall’indifferenza molesta con cui ha trattato il tema delle mancate deleghe): il presidente sa che senza Cannizzaro non ha dove andare, ora che gli alleati sono pronti a sguainare la sciabola per fare una giunta che finalmente tocchi palla rispetto all’uomo solo al comando del passato mandato, e Cannizzaro sa che solo con Occhiuto al suo fianco può sognare di sfidare l’unico leader della piazza di Reggio città: Peppe Scopelliti.

Occhiuto “gioca” la carta Reggio perché’ è prigioniero per almeno altri due anni della poltrona della Cittadella, in attesa di tornare a Roma (magistrati permettendo), ma – al contrario della compianta Jole Santelli e dello stesso Cannizzaro – non è affatto un uomo del popolo, anzi ha quell’aria di primo della classe che ne’ il concerto di Capodanno né l’operazione Rayanair gli hanno tolto agli occhi dei reggini: altro che il cappellino Calabria e la felpa della protezione civile, a Reggio vogliono i nuovi “boia chi molla” e neanche i bravi consulenti d’immagine possono far diventare il governatore un novello Ciccio Franco che per accontentare Reggio litiga con il resto della Calabria.
Non ballerà tarantelle Occhiuto, gli basterà che per lui le balli Cannizzaro, ma per acciuffare la candidatura di Forza Italia per sindaco – certamente – dovrà cedere agli alleati qualcosa in giunta.

Devono trascorrere due anni e Occhiuto, questa volta, deve diventare secchione e non può più copiare i compiti degli amici di banco: Mangialavori e Daffinà ne sanno qualcosa, Succurro e Loizzo sperimenteranno a breve quanto difficile è portare sulle spalle il peso di un democristiano spocchioso e senza studi, tutto calcoli e peripezie (fortunate).
Da qui l’obbligo di lacerare il protocollo asettico che si era dato, diventando interventista sulle questioni locali : sembrano lontani i tempi della foto sulla seggiovia di Gambarie con Cannizzaro dall’abbigliamento adeguato accanto a un Occhiuto in gins paonazzo per l’alta quota intento a tenersi per il rischio di cadere.
Ora dovrà essere il governatore a imporre le pose giuste, altro che candidare altri parenti: certo, se c’è bisogno dell’artiglieria pesante vuol dire che la battaglia è tutt’altro che vinta e non basta confondere la partita per il Comune e la partita per la Città Metropolitana.