La megadirigente premiata dal potere politico bocciata da una sentenza del Consiglio di Stato
Maria Stefania Lauria espone la “nuova” Regione di Occhiuto agli strali dei giudici di Palazzo Spada. Eppure le danno il Premio per la trasparenza…
Festa grande, meno di un mese fa, l’8 Marzo, nel Palazzo San Giorgio di Reggio Calabria. L’elegante edificio liberty ha ospitato la cerimonia – un vero e proprio Gran Galà – nel corso della quale sono stati conferiti i premi Anassilaos Mimosa.
Siamo giunti alla 28a edizione del Premio che ogni anno viene assegnato a donne calabresi che si sono distinte nei vari campi.
Il premio, lautamente patrocinato dalla Regione Calabria, quest’anno non poteva che vedere tra le premiate l’avvocato Maria Stefania Lauria, Segretario generale, Direttore Generale e peraltro anche Dirigente del Settore Segreteria Assemblea e Affari Generali, del Consiglio regionale della Calabria. Un cumulo di cariche, insomma, che sembrerebbe non aver precedenti nella storia amministrativa del regionalismo calabrese e nazionale… Una vera e propria Satrapa, insomma, una megadirigente “galattica, con poltrona in pelle umana” per dirla con Paolo Villaggio/Fantozzi… Le motivazioni che supportano l’ambito trofeo sono altisonanti: “Per l’impegno profuso in seno al consesso legislativo regionale della Calabria con acribia e profondo senso delle istituzioni al fine di rendere pieno l’esercizio dei diritti dei cittadini”.
Ci sarebbe da essere entusiasti, solo che la dura quanto amara realtà quotidiana irrompe nelle patinate narrazioni ufficiali profuse giornalmente. Non conosciamo l’azione innovativa che il nuovo direttore avrà immesso nella vita della regione, leggiamo però le cronache dei giornali e in questi giorni sulla Gazzetta del Sud è apparsa la notizia di una condanna subita dalla Regione Calabria che ci dà un quadro ben diverso.
La sentenza è del Consiglio di Stato, il massimo organo della magistratura amministrativa, ed è una sonora mazzata per la “Nuova Regione” di Roberto Occhiuto. Gli ermellini di Palazzo Spada – organo giurisdizionale amministrativo di rilievo costituzionale – hanno infatti bocciato in toto un ricorso della Regione Calabria, svelando così tutto un modo di operare e di essere della nostra istituzione regionale. Scrive, senza tanti complimenti, il Consiglio di Sato: “La Regione Calabria ha impropriamente invocato taluni precedenti giurisprudenziali che nella specie, se non correttamente calibrati, rischierebbero seriamente di trasformarsi in un commodus discessus per amministratori inerti e inefficienti che non intendono adempiere ad ordinari compiti di ufficio”.
È un ceffone rivolto anche ad Occhiuto – tra l’altro firmatario (probabilmente inconsapevole…) dell’Atto di ricorso nella sua qualità di titolare della rappresentanza legale della Regione.
Tutto nasce dal ricorso della Regione Calabria contro una sentenza del Tar Calabria che obbligava la Regione a consegnare ad una giornalista, già in servizio da quasi 20 anni di lavoro del soppresso Ufficio stampa del Consiglio regionale, documenti relativi al proprio incarico in Regione da allegare al ricorso davanti al giudice del lavoro contro il subito licenziamento in tronco.
Non entriamo nel caso specifico ma qui vogliamo sottolineare l’arroganza del potere che vieta perfino la visione di documenti e atti pubblici. Condannata dal Tar, la Regione invece di fornire la documentazione richiesta eseguendo la sentenza, fa ricorso al Consiglio di Stato che la condanna nuovamente.
E non basta, i giudici di Palazzo Spada, in sentenza, dispongono che la Regione paghi pure le spese legali a favore del dipendente con un esborso di 4 mila euro. La “Nuova Regione” di Occhiuto ne esce, così, con le ossa rotte: deve pagare le spese processuali (difficilmente le potrà addebitare alla Lauria…) e si becca pure una “cazziata” del Consiglio di Stato per avere speso in maniera inappropriata le proprie risorse in azioni legali al limite del temerario.
Tutta la vicenda fa venire fuori l’assoluta inadeguatezza di un’Amministrazione regionale che pensa a trovare cavilli e risibili argomenti invece di favorire la trasparenza e l’efficienza. In pratica la Regione va a pagare un fottio di soldi per non aver fornito documenti che comportavano la fatica di fotocopiare 200 fogli dattiloscritti. Altro che Casa dei Calabresi, altro che premio al profondo senso delle istituzioni al fine di rendere pieno l’esercizio dei diritti dei cittadini…
Alla faccia della sbandierata trasparenza, la Regione si comporta peggio degli amministratori dei più bui periodi dell’impero bizantino.
Un’Assemblea legislativa, un “parlamento regionale” come si autodefinisce il Consiglio di Palazzo Campanella, tenta di ostacolare l’esercizio della legittima difesa di una ex-dipendente in una causa di lavoro: una cosa simile non s’era mai vista né sentita…
Naturalmente i ricorsi, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato sono partiti con la Lauria già nel ruolo di Segretario-Direttore generale- Dirigente del Settore Segreteria Assemblea e Affari Generali.
La vicenda è emblematica di un sistema imperante e di un modo di operare che seppur legale e altrettanto discutibile per le strade scelte e l’opacità che la inghiotte.
Facciamo un passo indietro, aiutati in questo anche dagli articoli di Alessia Bausone su “i Calabresi”. L’Ufficio di presidenza della Regione Calabria, con delibera n 17 del 29 dicembre 2021, affida l’incarico di Direttore Generale della Regione Calabria all’avvocato Maria Stefania Lauria per la durata di 3 anni a partire dal 1° gennaio 2022. Delibera firmata dal segretario questore e dal presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso. In pratica la Lauria prende pieno possesso dell’incarico di direttore generale che già svolgeva ad interim dal 26 giugno 2020 quando a questa mansione era stata chiamata dall’allora presidente Mimmo Tallini.
All’epoca Filippo Mancuso era segretario questore e ci fu una interrogazione parlamentare all’allora ministra alla Pubblica Amministrazione Fabiana Didone da parte dei deputati del M5S Alessandro Melicchio e Danila Nesci che denunciavano la scarsa trasparenza della nomina. La ministra Didone rispondeva che la nomina ad interim della Lauria : “… secondo quanto riportato nella relazione (del presidente dell’epoca Tallini) detta relazione fa parte della rivisitazione della struttura burocratica consiliare, considerata dall’ufficio di presidenza obiettivo fondamentale per la realizzazione del programma politico della nuova legislatura. L’esigenza di riordinare l’organizzazione del Consiglio regionale e di varare bandi aperti e partecipati sarebbe supportata , d’altra parte dalla deliberazione n. 20 del 26 giugno 2020 con la quale è prevista la partecipazione di professionalità esterne ai bandi in oggetto”.
Nonostante questo impegno di concorsi e bandi pubblici aperti agli esterni (sembrava questa la volontà espressa da parte di Tallini-Forza Italia), Tallini dovette lasciare il posto di presidente per problemi giudiziari poi risolti favorevolmente (almeno per ora) e arrivò il nuovo presidente Giovanni Arruzzolo (lo scifo), sempre di Forza Italia. Girano le porte ma la Lauria sta sempre al suo posto come f.f. (facente funzioni). Ed è lei l’incaricata di predisporre l’avviso di selezione per il nuovo Direttore generale, che – guarda un po’… – non prevede più la possibilità di partecipazione a soggetti esterni. Per non tediarvi sorvoliamo sul ricorso presentato dell’ex-dirigente Maurizio Priolo che è ancora in fase di giudizio presso il Tribunale del lavoro di Reggio Calabria.
Arriviamo al febbraio 2022. Dopo pochi mesi dell’incarico ricevuto dal presidente Mancuso, la Lauria avverte la necessità di chiamare nel suo staff la sorella del deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro e un collaborate esterno. L’ avvocato Lauria, che sta al vertice della piramide amministrativa della Regione Calabria, non trova nessuno capace per le sue aspettative tra i ben 250 dipendenti a sua disposizione che costano alla collettività 25 milioni l’anno ed è costretta a rivolgersi all’esterno. Il fortunato prescelto è tale Francesco Noto che diviene il segretario particolare della Lauria con una retribuzione base di 40 mila euro all’anno. Per pura e casuale coincidenza il Francesco Noto fino al giorno prima era nello staff del presidente del consiglio Filippo Mancuso. Quando si dice i miracoli della politica.
Ricapitoliamo: con atto n.805 del 22/11/2021 viene conferito l’incarico a Francesco Noto di segretario particolare con retribuzione al 50% del presidente del Consiglio regionale della Calabria consigliere Filippo Mancuso con decorrenza 25 novembre 2021.
Dopo solo pochi mesi, con atto n.94 del 04/02/2022 cessazione di incarico a Francesco Noto di segretario particolare al 50% del presidente del Consiglio regionale della Calabria consigliere Filippo Mancuso in data 22 gennaio 2022. Conferimento incarico di segretario particolare al 100% del segretario generale all’avvocato Maria Stefania Lauria con decorrenza 4 Febbraio 2022.
Sembra il calciomercato. In pratica abbiamo un collaboratore che passa di fatto dallo staff di un organo politico di vertice a quello del più alto burocrate dello stesso palazzo che l’ha precedentemente nominata segretario generale del Consiglio regionale della Calabria.
Naturalmente per avvalersi di un posto di collaboratore esterno la dirigente Maria Stefania Lauria non fa tutto da sola: comunica al dirigente ad interim del Settore Risorse Umane …Lauria Maria Stefania… che intende avvalersi di un collaboratore esterno. E si, perché il 19 gennaio 2020 sempre il Presidente del consiglio Filippo Mancuso nomina la Lauria anche dirigente ad interim del settore risorse umane. E naturalmente Lauria Maria Stefania dirigente ad interim del settore risorse umano comunica alla dirigente generale Maria Stefania Lauria che nulla osta alla nomina del segretario particolare.
Sembra tutto una matrioska: ne apri una e ne trovi un’altra più piccola e così via fino alla fine. Tutto legato per puro caso tra di loro da fili invisibili a seconda del punto di visione. E in ogni caso tutto legale. In conclusione non possiamo che felicitarci con l’avv. Maria Stefania Lauria per il prestigioso premio ricevuto certi che la sua azione porterà certamente a trasformare Palazzo Campanella in una sede trasparente e aperta a tutti i cittadini. Così casomai potrà prenotarsi per ricevere un altro premio per il 2024. Magari da conferire a Lauria Maria Stefania, il suo ingombrante alter ego. Povera Calabria nostra!









