Gli osservatori e i commentatori dei dati elettorali dopo le Regionali lo avevano sottolineato in tutti i modi: Fratelli d’Italia con Domenico Creazzo e Giuseppe Neri a Reggio Calabria avevano fatto il pieno. E avevano scritto con sufficiente chiarezza che erano proprio loro due, giocoforza, a contendersi lo scranno di Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.Â
Una situazione alquanto imbarazzante, che poneva i due in un antagonismo che giĂ prima dell’arresto di Creazzo rischiava di escludere entrambi.
Luigi Palamara scriveva così su Strill appena una decina di giorni fa: “… Bisogna saper vincere e ragionare con la mente fredda. La politica è anche questo, specie quando si tratta di occupare ruoli di prestigio. A ben vedere la scelta ovvia sarebbe quella di Domenico Creazzo, il piĂą votato, con oltre ottomila voti. Domenico Creazzo ha un pedigree politico di tutto rispetto. Sindaco da 8 anni di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Presidente f.f. del Parco Nazionale d’Aspromonte.
D’altra parte anche Giuseppe Neri ha una carriera e un curriculum politico di tutto rispetto. In questi casi, bisogna far valere i numeri. In politica quelli fanno sempre la differenza. Chi è il piĂą votato ha un marcia in piĂą… Il resto solo ragionamenti validi, ma comunque prescindono da quella che è la competizione per antonomasia. Chi prende piĂą voti occupa la posizione migliore…”.
A questo punto, ci sono due scuole di pensiero. Abbandoniamo per un attimo quella dell’ottino Luigi Palamara e “sposiamo” – solo per un attimo – quella di chi vede un preciso disegno nell’arresto di Creazzo. Bene, secondo questa scuola di pensiero il buon Giuseppe Neri non solo non avrebbe perso le speranze di fare il presidente del Consiglio ma sarebbe ormai di fatto incoronato e vedrebbe addirittura dietro quest’operazione il pm della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, figlio dell’ex sindaco, originario e residente nella frazione di Catona, in una villa a due passi da quella di Neri… In molti si chiedono come mai Neri abbia scampato il pericolo ma in molti sono sicuri che prima o poi la scure della giustizia si abbatterĂ anche su di lui.Â
E allora, tornando alla scuola di pensiero sintetizzata da Palamara, qualcuno sta pensando a chi potrebbe essere il “terzo che gode” tra i due litiganti e non può che individuarlo in una precisa figura.
“… La Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria – scriveva Luigi Palamara – rischia di andare a Filippo Maria Pietropaolo di Vibo Valentia, persona molto vicina a Wanda Ferro: della serie tra i due litiganti, Creazzo e Neri, il terzo gode … Pietropaolo, un cognome dai due nomi che potrebbe occupare l’unica casella di Presidente del Consiglio Regionale della Calabria a Palazzo Campanella. Ancora una volta, se così fosse, i reggini dimostrano di non saper far politica …. e di peccare di egocentrismo a loro discapito. Pazienza. L’importante alla fine è risollevare le sorti della nostra amata terra di Calabria. Reggini, Cosentini, Vibonesi, Crotonesi, Catanzaresi …. tutti fratelli siamo … in questo caso Fratelli d’Italia…”. O fratelli di ‘ndrangheta… aggiungiamo noi?Â