Calabria? Regione del quarto mondo: ormai la povertà regna sovrana (di Santo Gioffrè)

di Santo Gioffrè

Ieri sera, la terza rete della RAI, ha diffuso dati terrificanti sulla povertà dei bambini italiani, soprattutto, di quelli calabresi e sulla deprivazione in Calabria, precipitata, negli ultimi 5 anni, all’ultimo posto in Europa per fame. Soprattutto, ci comunica un dato che impone, alla parte viva della società Calabrese, di prepararsi alla lotta estrema per la sopravvivenza, come i Palestinesi a Gaza.

In sostanza, la Calabria, soprattutto negli ultimi 5 anni, è divenuta una Regione del QUARTO MONDO, con una povertà, tra i minori di 18 anni, ormai al 47% e con famiglie con deprivazioni materiali all’ 11%. Se a ciò si aggiunge che non vi è sanità pubblica, che vi è il più altro indice di mortalità e morbilità infantile d’Europa, che la Regione Calabria, a causa delle ultime, nefaste politiche, è stata trasformata in un grande bancomat ad uso e consumo del ricchissimo Nord, che i Calabresi, per cercare lavoro e poter mangiare, stanno scappando tutti lontano da questa Terra, che il territorio calabrese, oltre le fanfare, è controllato, capillarmente, persino nel voto, da bande criminali che prosciugano la residua economia della miseria, allora, non rimangono che due alternative: o soccombere, aspettando e accettando l’estinzione, o creare, immediatamente, al di là delle singole manieristiche, banali, puerili, specifiche identità e aspirazioni del piffero, un Fronte unitario, organizzato, programmatico, in grado di rompere ogni argine di resistenza da parte dei vari cacicchi, le quinte colonne, i compari, BUTTANDOLI A MARE.

Guardate che la Calabria rischia di scomparire come entità antropologica se chi la sta governando, a nome e per conto del capitale e degli interessi del Nord, non sarà cacciato dal Governo di questa Terra. I dati di stasera sono una pietra tombale. Le sirenette che ogni giorno, dal 10 piano del palazzo del Governatore, ci riempiono di storielle e cantate pallose, da paese di Bengodi, questa volta, sono andate a smettere contro la tremenda e fredda realtà dei numeri e non ci sarà nessuna fondazione GIMBE o Cartabellotta, a 100 mila euro a botta, a convincerci, cambiando i piatti in tavola, che 4 erano le uova dentro quel piatto.