Calabria, sanità allo sbando. La deriva della “Dulbecco” e la “Divina Commedia” nel Dipartimento

La Divina Commedia nel Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria

Ebbene sì, all’interno del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ormai sembra stia andando in scena un poema o meglio un capolavoro molto simile a una singolare parodia della “Divina Commedia” che sarà ritenuto come una delle grandi opere del nostro caro Robertino, uno e trino, di fatto Don Abbondio per come si “muove” all’interno di quel verminaio che è la sanità calabrese.

In realtà Robertino al caro defunto Dante gli fa un baffo, infatti mentre il poeta descriveva il suo viaggio immaginario, Robertino invece fa sul serio operando sul campo e credendo che la sanità possa essere terra di conquista di chiunque. Basta che venga “sponsorizzato” da qualcuno con le mani in pasta.

In tal caso la figura della commedia predominante è proprio “Lucia”, che mentre nella Divina Commedia è interpretata come allegoria della “grazia” illuminante, nel Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria sale alla ribalta come una “grazia” che è stata compiuta nei confronti di “Lucia” (si chiama proprio così di cognome…) Francesco, di professione tecnico della Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, nonché noto imprenditore della costa ionica che oggi si ritrova in virtù di un bando scritto ad hoc da Robertino a ricoprire il ruolo di Dirigente del settore prevenzione del Dipartimento Tutela della Salute, ma oggi è stato individuato anche come Dirigente Generale vicario di “Renzo” e magari anche futuro Dirigente Generale.

Come dite? Volete sapere chi è “Renzo”? In realtà il suo amato “Renzo” altri non è che una donna, al secolo Iole Fantozzi, per molto tempo Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute ma che alla fine ha avuto quello che voleva: la nomina a sub commissario alla Sanità grazie al marito ed alle sue “conoscenze romane”, indicando come suo successore di fatto proprio il tuttofare “Lucia” Francesco. Anche se ufficialmente il dirigente generale ad interim è il “fifone” Tommaso Calabrò, che secondo gli ultimi “rumors” avrebbe cantato di tutto e di più… alla procura di Catanzaro.

Dimenticavamo: in questa storia c’è anche “Fra’ Cristoforo” ed è Ernesto Esposito, ancora oggi sub commissario alla Sanità: da buon napoletano avendo già letto e riletto la commedia, diceva a tutti di preferire casa sua e di non voler perdere tempo nel Dipartimento ma alla fine c’è rimasto e anche lui ora è travolto dallo scandalo e si frica…

Il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria versa ormai da anni in gravi ed irreparabili condizioni, così come gravi sono le condizioni di tutte le Aziende del servizio sanitario della Regione Calabria, ultimo esempio la “Dulbecco” di Catanzaro (fatidico accorpamento del Pugliese nel Mater Domini). Infatti l’accorpamento è solo virtuale ma in realtà le due Aziende vivono nel caos più totale generando “gravi” disservizi amministrativi e di conseguenza disservizi all’utenza. Basti pensare che le due Aziende operano ancora ognuno con la propria autonomia, dagli stipendi, alle delibere, al protocollo, agli acquisti di farmaci e presidi eccetera…

Il primo Commissario (Vincenzo La Regina detto anche inutile idiota) ha lasciato la corona ed è scappato a gambe levate cedendo il posto alla dott.ssa Carbone Simona, che tra le altre cose ha richiamato con un semplice avviso il “nuovo Direttore Amministrativo” Antonio Mantella, che per sfortuna della Dulbecco, di nuovo non ha nulla. Infatti, fino a qualche tempo fa era già Direttore Amministrativo (e non si sa come lo sia diventato, da semplice funzionario di Azienda…) dell’ei fu ospedale Pugliese-Ciaccio. Ma a quanto pare, una ragione c’è e infatti è stato agevole “scoprire” che è stato proprio lui a denunciare il professore Cascini e tutti i suoi intrallazzi alla base dell’operazione “Sartoria” che ha fatto sì un po’ di pulizia ma è lontanissima dal toccare i veri “padroni” della sanità catanzarese e calabrese. Che prima o poi però verranno fuori, visto che la procura catanzarese si è improvvisamente svegliata.

Caro Presidente, la sanità non è uno strumento social, quello di cui Lei si avvale e anche male tra il suo idioma “cusendino” tragicomico e bisognevole di sottotitoli e la sconcertante consecutio temporum figlia di un confuso sapere che è molto peggio dell’ignoranza. Forse il parassita dovrebbe vivere di più le Aziende per capirne lo stato reale ma tutti sanno quanto il Nostro sia allergico (per usare un eufemismo) al termine “lavoro”. Un amministratore con le carte in regola dovrebbe saper dare alle Aziende una spiccata professionalità ed una elevata organizzazione. Ma in Calabria siamo nelle mani di soggetti come Occhiuto e c’è poco altro da aggiungere. Povera Dulbecco !!

Ma torniamo a noi, ovvero alla “Divina Commedia” al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria.

Ormai Renzo (Jole Fantozzi) e Lucia (Francesco Lucia, Tecnico della prevenzione) hanno preso due strade diverse, Renzo è diventato sub commissario alla Sanità, non certo per competenze ma grazie al marito e alle sue conoscenze “ministeriali” dopo la grande esperienza – si fa per dire – consumata nel Dipartimento. E così, dopo averlo ridotto ai minimi termini, adesso gli (per noi è sempre Renzo anche se… donna) compete un ruolo ancora più importante e “meritato”… L’ideale per finire nel mirino della magistratura, sia pure pilotata da “fuoco amico”.

Ma Lucia non è da meno, infatti ormai, ha assunto il ruolo del dirigente generale, anche se non lo è, ma di fatto sostituisce tutto e tutti. Lui è il filo diretto di Don Abbondio (il presidente Robertino Occhiuto) e infatti cerca di coordinare Renzo (sempre Jole Fantozzi) e Fra’ Cristofaro (Ernesto Esposito), il secondo sub commissario, “consiglia” i consiglieri ed in più coordina il dirigente generale ad interim del Dipartimento dott. Tommaso Calabrò – quello che “canta” come un usignolo – e tutti i dirigenti (quei pochi rimasti) nel morente verminaio della sanità calabrese.

Insomma “Lucia” è l’occhio, l’orecchio di Don Abbondio (sempre il presidente Robertino Occhiuto). Basta dire SI ad ogni richiesta ed il gioco è fatto. Tu sarai il figlio mio prediletto e io ti eleverò a futuro dirigente generale della Sanità calabrese (auuuuu). Non ha importanza il titolo di studio, non ha importanza l’esperienza, non ha importanza se non si è idonei negli elenchi dei direttori generali, anche un semplice funzionario “tecnico della prevenzione” (oggi dirigente di settore della Regione Calabria grazie ad un bando farlocco… e sicuramente anche futuro Dirigente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro con altro bando in preparazione ad hoc) va bene per dare lo scettro e governare. E non solo… basta leggere qui sotto…

MIRACOLO A MONTEPAONE LIDO (https://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-miracolo-a-montepaone-lido-due-dirigenze-di-settore-alla-regione-assegnate-al-re-degli-ombrelloni/)

E se all’Asp di Cosenza Occhiuto è riuscito a far diventare direttore generale il faccendiere più incapace e ignorante d’Italia ovvero Antonello Graziano detto Strafalaria, vuol dire che tutto è possibile.

Tanto in Calabria possiamo permetterci tutto, in Calabria non serve la professionalità, i Calabresi non meritano di più, e infatti basta che “don Abbondio” (sempre il presidente Robertino Occhiuto)  pubblichi qualcosa sulla sanità e tutti i pastorelli battono le mani senza capire che nella “nostra Sanità” dopo tre anni e mezzo di governo siamo già oltre la bancarotta. Ovviamente pilotata, per arricchire tutti i famelici boss della sanità privata amici degli amici degli amici… Ma stavolta qualcosa potrebbe non aver funzionato: per informazioni chiedere alla rediviva procura di Catanzaro.