Calabria, sanità mafiosa. Rifondazione: “Giulia Grillo ha ragione: via la politica dalla gestione”

Siamo distanti dal Movimento 5 stelle per cultura e prassi politica, orientamenti programmatici, analisi della società, principi e valori. Pensiamo un gran male di questo governo. Ma con le parole del ministro Grillo, in visita in alcuni ospedali calabresi, è difficile non essere d’accordo. Vediamo i punti:

Lo stato dei servizi sanitari nella regione è comatoso. I livelli di assistenza precipitano paurosamente, il diritto alla salute negato quotidianamente.

Gli organici sono sottodimensionati, medico e personale infermieristico in numero ridotto rispetto alle esigenze, le strutture inadeguate e senza manutenzione, strumenti e mezzi insufficienti.

Ciononostante, il livello del deficit continua a salire!

Se tutto questo è vero, come lo è e come ben sappiamo le cittadine ed i cittadini calabresi, non si può che essere d’accordo sul fatto che l’emergenza sanità non possa essere affrontata con le solite chiacchiere che nascondono il profondo immobilismo ma che occorrano misure eccezionali.

Non si può che prevedere dunque di togliere la gestione della sanità dalle mani della politica calabrese, responsabile tutta -centrodestra e PD- ed in egual misura del disastro, di dare amplissimi poteri ad una gestione commissariale esterna la cui durata deve essere almeno decennale, i direttori generali sanitari ed amministrativi di ASL e AO devono poter essere strettamente controllati e revocabili, le performance degli operatori del settore monitorate e gli incarichi assegnati a coloro che ottengono i risultati migliori, gli accordi contrattuali con le strutture private accreditate profondamente rivisti.

La politica calabrese da decenni gestisce la sanità come uno strumento di potere, clientele, affari e malaffare. Nomine apicali a dirigenti e primari, conduzione dei concorsi, gestione degli appalti, controllo delle postazioni, regalie ai privati: tutto è stato gestito in maniera rapace per garantire interessi consolidati, spesso illegittimi.

Non a caso la politica calabrese, tutta insieme appassionatamente ed indistinguibilmente, da Forza Italia al PD, ha prodotto una levata di scudi contro l’ipotesi che venisse esautorata dalla spartizione predatoria della ricca torta, che rappresenta il 70% del bilancio regionale e consegna un potere enorme a chi la gestisce.

Il cambiamento ad opera della politica calabrese è impossibile e ne sappiamo bene qualcosa. Quando nel 2007 eravamo interni alla maggioranza nel Consiglio Regionale ed alla giunta del presidente Loiero, abbiamo presentato un Piano Socio-sanitario come contributo al lavoro dell’allora assessore Lo Moro, redatto insieme a saperi ed intelligenze del settore che avevano dedicato energia e passione per delineare una realizzabile alternativa e per la garanzia del diritto alla salute dei calabresi. Quel Piano riscontrò unanime apprezzamento ma le lobbies ed i soliti noti lo hanno boicottato e bloccato.

Pino Scarpelli   Segretario regionale Partito della Rifondazione Comunista – Calabria