Serata fiacca al pollaio di Giletti. Gli inviati fanno cilecca e non riescono ad avvicinare né la ormai leggendaria Maria Crocco (vestita di rosso…) né l’altrettanto mitico commissario dell’Asp più mafiosa del mondo ovvero quella di Reggio, affidata ad un esperto di “polizia a cavallo”. I due personaggi fanno le classiche “negative” al galoppino del giornalista più amato dal Cazzaro verde, che si deve accontentare delle cazzate di Morra sulla tenuta del governo, come se i calabresi non sapessero che mai e poi mai questi politici da quattro soldi leverebbero il culo dalle poltrone che si sono conquistati con tanta “fatica”.
In estrema sintesi, Nicola Morra afferma: “Serve coraggio. Potremmo non votare il pacchetto se non includesse Strada”, ma si capisce lontano un miglio, anche al di là del solito condizionale, che non ci crede neanche lui. Molto più efficaci i giornalisti Sandra Amurri e Gianluigi Paragone, che provano a metterci un po’ di sale e attaccano: “E’ il bis del film di Nino Di Matteo”. Tutto qui, poca roba…
Morra, più dettagliatamente, si esprime così: “Serve coraggio. Gino Strada poteva restituire una dignitosa sanità pubblica e fermare le infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle Asp, fanno più soldi con le Asp che con la cocaina. Avevo deciso di avviare questa collaborazione con Strada, ma ripeto: c’è necessità di coraggio. Questo è un governo di coalizione e ci sono tanti indugi, Gino Strada potrebbe rivoluzionare la sanità in Calabria, ha il peso e l’onestà per farlo e non bisogna essere paurosi, è il momento delle scelte coraggiose. C’è stata una interlocuzione con Conte, ma all’interno del Governo stanno aspettando”.
La giornalista Sandra Amurri osserva: “Se aspettano è per non rompere una certa situazione e determinati equilibri. Gino Strada è come Nino Di Matteo. Questa è la sanità dei commissari, è la certificazione del fallimento della politica”. Il collega Gianluigi Paragone, ex M5S, è della stessa opinione: “E’ il bis del film visto con Di Matteo chiamato dal Ministro Bonafede e poi abbandonato, è la stessa identica storia! Morra è in buona fede, ma questo governo è un governo di sistema che ha paura di rompere il sistema. Lo abbiamo visto con il Monte dei Paschi di Siena, con i Benetton, con la Calabria, con Di Matteo. Cosa altro vi serve per capirlo?! Sulla Calabria non vale il discorso regionale, la responsabilità è del Ministro Speranza ed è ingiusto per i calabresi vedere tanta inefficienza della classe dirigente irresponsabile. Perché Zuccatelli, il neo commissario della Calabria, è ancora lì? E’ lì solo per una lottizzazione fatta dal Ministro Speranza”.
Il senatore Morra si rende conto che deve dire qualcosa di più e dalla montagna del suo linguaggio aulico esce fuori il topolino: “Ho fatto sapere che stiamo valutando delle opzioni e siamo disposti a non votare il pacchetto se non dovesse includere Gino Strada. Nel rispetto dei diritti della sanità privata, in Calabria va rimessa al centro la sanità pubblica. La Calabria è una sorta di terra di nessuno, si deve iniziare una lotta seria contro la lottizzazione, contro gli sprechi e contro le infiltrazioni”. Giletti chiosa: “Se Gino Strada fa la stessa fine di Di Matteo è un grave errore, grave. I commissari da chi sono controllati? Da Report, da Titolo V, da me?!”. Gli spettatori, sui divani di casa, sono accartocciati dalle risate: paragonare il suo pollaio a trasmissioni che hanno quantomeno una serietà come Titolo V e Report è quasi blasfemia… E quei pochi che lo stanno vedendo, cambiano canale, perché se non stanno attenti, beccano pure l’intervista a Fabrizio Corona, che è la degna conclusione di un pollaio che fa sempre meno ascolti, quasi come le percentuali delle intenzioni di voto degli italiani per il suo politico di riferimento: il Cazzaro verde di cui sopra, che del sistema non ha nessuna paura. Non foss’altro perché ne fa parte a tutti gli effetti, come dimostrano tutte le ruberie del suo partito di merda.