Calcio, le Top 11 del “Mondo”

Poco più di un anno fa, per i suoi 70 anni, Emiliano Mondonico aveva rilasciato una bella intervista al sito dell’Associazione Italiana Calciatori, che gli aveva chiesto di varare le “Top 11” della sua storia calcistica. Ve la proponiamo perché in essa c’è tutto il Mondonico dei tempi belli. Ne vale la pena. 

di Vanni Zagnoli

Fonte: Assocalciatori

Mister, come schieriamo le sue squadre migliori?
“4-4-2, forse, ma dipende dai giocatori che ho a disposizione. Praticavo anche il 3-4-3 e il 3-5-2, è legato alla mobilità degli attaccanti, per mettere in difficoltà gli avversari. I 90’ non sono mai la parte continua di quanto hai preparato in settimana, si può cambiare a prescindere e magari le sostituzioni servono o a parare le difficoltà. Tutti devono essere in grado di svolgere le loro mansioni e andare oltre, dunque un difensore può fare il quarto centrocampista, al posto di un esterno, che è bene sappia fare anche l’interno”.

Allora, partiamo con la Top 11 dei suoi giocatori, in un terzo di secolo di carriera in panchina.
“Ci sto, volentieri: Marchegiani fra i pali, è bravo anche come commentatore, a Sky; Fusi libero e Fortunato davanti alla difesa: era fra i migliori nel gioco aereo, determinante sulle palle alte. Naturalmente poi c’è da piazzare Vialli”.

Stradivialli, per Gianni Brera…
“Già…”.

Aspetti, allora, rifacciamo. La Top 11 del suo Toro.
“Scelgo in particolare la stagione ’91-’92, con terzo posto e la finale di coppa Uefa persa con l’Ajax, con la doppia traversa di Amsterdam, e la presidenza Borsano. Perciò: Marchegiani; Mussi, Bruno, Annoni, Cravero, Policano; Scifo, Fusi, Vasquez; Lentini, Casagrande. Il 5-3-2 va bene, poi si può derogare, adattare”.

Molto bene. Avanti con la top 11 di ogni tempo, sua.
“Qui opto per il 4-2-3-1: Marchegiani; Mussi, Maccoppi (Como), Fusi, Bruno (Como); Stromberg (Atalanta), Fortunato; Lentini, Scifo, Caniggia (Atalanta); Vialli (Cremonese)”.

Eccellente, la nostra richiesta è stata di rappresentare non solo il Torino, ovviamente.
“Giusto”.

Peschi nella memoria, la top 11 dei suoi compagni, da calciatore.
“Va bene; Vieri; Poletti, Puia, Cereser, Fossati; Ferrini, Agroppi, Moschino”.

Ma chi è Moschino?
“Un regista del Torino anni 60, si piazzava davanti ai due centrocampisti più insidiosi, si buttava negli spazi. Davanti, me, Mondonico, Combin e Facchin”.

Nestor Combin? Apperò…
“Sì, fui compagno del mito”.

Va beh, qui ha voluto mettere solo Toro…
“Perché era un gran bel Toro. Allenato da Edmondo Fabbri”.

A quante panchine è arrivato, da professionista?
“Vicino alle 1100, comunque inseguo quel traguardo. Ho 70 anni, ma non vado in pensione, guai esporre bandiera bianca e alzare le mani. Rientrare non dipende da me, l’unica soluzione sarebbe avere tanti soldi da comprarmi una squadra e allora farne l’allenatore, il presidente e magari persino il giocatore part-time”.

In un mondo in cui grandi e piccoli allenatori e personaggi e personaggi non rispondono, non ascoltano i whatsapp, non rispondono alla posta elettronica, Emiliano è unico. Mai ha fatto differenze di testate, si è raccontato con noi anche per L’Unità e il Gazzettino del nordest, senza mai mettere il timer al minutaggio, all’interesse, al tutto. Senza dirottarci a segretari e addetti stampa. Ma il Mondo è così, si farebbe intervistare anche dai tifosi. Unico.