Caos incendi, subito dopo la proroga del bando si è scatenato l’inferno

L’avevamo già scritto ma lo vogliamo ribadire con forza: non crediamo alla casualità dei roghi di questi giorni e abbiamo la convinzione che il fenomeno non si combatte promettendo danaro pubblico a chi ripianta sulle superfici percorse dal fuoco, disattendendo tra l’altro una legge dello Stato  la n. 353/2000», dove all’art.1 terzo comma recita che le regioni a statuto ordinario provvedono ad adeguare i rispettivi ordinamenti sulla base delle disposizioni di principio della legge entro e non oltre un anno dalla data di entrata in vigore della stessa, e non che le regioni programmino fondi comunitari per disattendere il dettato della stessa legge.

In sintesi, la legge stabilisce un divieto per 15 anni del cambio di destinazione d’uso, un divieto decennale di realizzare edifici, strutture e infrastrutture finalizzate a insediamenti civili e attività produttive, un divieto per 5 anni di attività di rimboschimento e ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche (vincolo superabile per particolari situazioni di dissesto o tutela del territorio).»

La misura 8 del PSR tra l’altro è stata prorogata e anche sulla proroga del 31 luglio fino al 18 settembre dobbiamo interrogarci, perché subito dopo la proroga, è scoppiata la fase più intensa degli incendi.  Gli aspetti che lasciano adito a illazioni e sospetti sono due: l’utilizzo della legna dei boschi percorsi dal fuoco, perché gli alberi con vanno completamente distrutti ma sono commercialmente utilizzabili sotto forma di cippato. C’è poi la possibilità attraverso i fondi comunitari del PSR di aver finanziato il nuovo rimboschimento in aperto contrasto con lo spirito della legge n. 353 del 2000. Un doppio business che bisognava disinnescare immediatamente. Ai danni arrecati all’ambiente non c’è rimedio ma una punizione a chi ha pensato di arricchirsi bruciando boschi, è necessaria basta applicare la legge, niente utilizzo del legname residuale, niente finanziamenti pubblici.

MDC Calabria (Movimento difesa del Cittadino, membro CNCU)